Archivio di ottobre 2011

Angelidis conferma: sulle Phuncard procedure rispettate


L’operazione Phuncard? Assolutamente non anomala, anche se «non-core»


«Fin dall’inizio, in Fastweb è stata operata una distinzione tra le attività “core”, cioè quelle che avevano caratteristiche di continuità e di prevedibilità nel tempo, e quelle “non core”», tra cui figuravano anche i «Premium number» o le carte prepagate. Parole di Emanuele Angelidis, già Amministratore delegato di Fastweb, il teste principale dell’udienza di ieri del processo sull’“Iva telefonica”.


In un’ora circa di testimonianza Angelidis ha confermato quanto già emerso sulle procedure e i controlli messi in atto dalla società a proposito dell’operazione Phuncard, proposta dall’ingegner Zito, a suo tempo responsabile di quell’area di business. Angelidis ha confermato quanto già emerso nel corso dell’indagine: dalla natura del business (l’acquisto di carte prepagate poi rivendute all’estero con un margine del 7% circa), alle caratteristiche dei meeting periodici, sia quelli allargati ai manager di medio livello sia quelli ristretti ai livelli top, in cui veniva esaminato l’andamento delle attività.


Angelidis ha poi descritto l’intervento del comitato Internal Audit. Il Comitato affrontò con scrupolo l’esame delle carte prepagate proprio perché «non core» sviscerando gli aspetti fiscali, contabili e societari alla luce dell’interesse degli azionisti. L’esame si concluse con un esito positivo, una volta ricevuto il parere di Guido Rossi, con la decisione di allargare l’oggetto sociale.


La testimonianza di Angelidis ha chiuso, per ora, il filone Fastweb. L’udienza è proseguita perciò con alcuni testi del dossier Telecom Italia Sparkle. Sono stati ascoltati due testi di Intermatica, società che, attraverso la Crosscom, portava gli archi di numerazione a I-Globe. Si tratta dell’Ad Alessandro Cianflone Mottola e del Presidente di Intermatica nonché socio di maggioranza Claudio Castellani, la cui deposizione proseguirà nell’udienza odierna. Seguiranno le testimonianze di Andrea Mangoni, Oscar Cicchetti e Maurizio D’Andrea.


L’Angolo di Vincino | 13 ottobre

 


“Iva telefonica”. Oggi in aula l’ex Ad di Fastweb Angelidis


In programma un’udienza breve, da chiudersi entro le 14


Emanuele Angelidis, già amministratore delegato di Fastweb, sarà il protagonista dell’udienza odierna del processo sull’“Iva telefonica” in corso presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta dal dottor Giuseppe Mezzofiore. Il manager, in arrivo da Londra, sarà infatti chiamato a testimoniare per primo, nel corso di quella che si annuncia come un’udienza breve.


È previsto, infatti, che per un impegno legato ad adempimenti professionali, uno dei giudici del Collegio debba inderogabilmente lasciare l’aula entro le 14. È possibile, perciò, che nell’udienza ci sia spazio solo per la testimonianza di Angelidis, già rinviata nei mesi scorsi per impedimento del teste (imputato in procedimento connesso). Risultano comunque convocati anche altri testi già previsti, dei dirigenti della società Intermatica, coinvolta nel processo per i rapporti intercosi con I-Globe: il Direttore generale di Intermatica, Marco Orsini, il socio di maggioranza della stessa società, Claudio Castellani, e l’amministratore delegato Alessandro Cianflone Mottola.


Udienza 46: «TIS non poteva vedere i beneficiari delle chiamate»


I manager di Telecom Italia Sparkle spiegano in aula le caratteristiche del traffico di Acumen – I-Globe

 

Non c’era motivo per sospettare eventuali anomalie nel traffico. È quanto emerge dalle deposizioni al processo per l’“Iva telefonica”. Ieri sono sfilati tre testi davanti alla Prima Sezione penale presieduta da Giuseppe Mezzofiore: Arturo Danesi, fino al 31 dicembre 2009 Responsabile Marketing di Telecom Italia Sparkle, poi Responsabile della Strategia e sviluppo di nuovi servizi di TIS SpA; Paolo Perfetti, attivo nell’area tecnica” di TIS e più precisamente nella funzione Ingegneria di Rete; infine, Stefano Menghini, anche lui operativo nella Rete di TIS e più in particolare nel settore Provisioning. La testimonianza di Carlo Baldizzone, Responsabile area Amministrazione e Controllo di Telecom Italia Sparkle in qualità di Chief Financial Officer, slitta su sua richiesta al 17 ottobre prossimo.


Danesi, dopo aver illustrato le caratteristiche dell’organizzazione fortemente processiva di TIS ai tempi, ha spiegato l’importante ruolo che anche Marketing, Rete Legale e Amministrazione e Controllo avevano sul complesso processo di gestione dei contratti/clienti (dal punto di vista tecnico, economico, contrattuale e finanziario). In particolare ha spiegato anche il funzionamento delle cosiddette ”famiglie professionali” operative nel gruppo Telecom Italia in quel periodo.
A questo proposito si è soffermato sulla completa trasparenza interna ed esterna con cui questa operazione, come tutte le altre, veniva gestita ed in particolare ha citato le numerose riunioni con il management che venivano effettuate in modo strutturale (staff meeting, business review, comitati reporting, comitati crediti, ecc.).
Nel corso dell’udienza ha spiegato che la rete di Sparkle riceveva il traffico di Acumen già «aggregato», ovvero non era possibile vedere il singolo beneficiario ultimo della chiamata. A precisa domanda dell’avvocato Fabrizio Merluzzi lo stesso Danesi ha sottolineato che non si trattava di una situazione anomala ma assolutamente in linea con il mercato in fortissima espansione dei servizi Premium (cita una fonte ufficiale europea che quantificava in 40 miliardi di euro il mercato dei servizi Premium fra contenuti e micropagamenti).


Come con altri testi precedentemente escussi, sia di TIS che di Fastweb che avevano già evidenziato la obbligatorietà di tale tipo di istradamento per la gestione dei servizi Premium, i PM hanno insistito sull’istradamento rigido come circostanza secondo loro anomala. Dalle risposte dei testi è emerso come fosse tutt’altro che singolare e piuttosto «tipica» (Danesi); come fosse una specificità tecnica ma operativamente e commercialmente normale, visto il know-how necessario per gestire architetture complesse (Perfetti); come normale adesione dei tecnici di rete alle richieste dei clienti, confermando peraltro come la prestazione di TIS o altre carrier era fondamentale per assicurare le prestazioni di fatturazione e certificazione dei dati di traffico (Menghini).
Entrambi i tecnici hanno evidenziato come, rispetto a questo elemento, ci sia stata una trasparente dinamica in ambito tecnico all’interno di Sparkle e con i clienti senza nessuna forzatura commerciale, che l’architettura è stata da loro decisa e realizzata come da prassi aziendale e che mai nessuno nell’ambito della rete ha mai sollevato dubbi su eventuali anomalie sul traffico.
Nel corso dell’udienza, sollecitato dai PM sulla relazione con Intermatica, Danesi ha descritto tale relazione come una della tante gestite in Sparkle che istradava numerosi flussi di traffico premium verso molteplici destinazioni “esotiche” e molteplici operatori, titolari di numerazioni premium, ed Intermatica era uno di questi.


L’esame dei testi si è concluso nel primo pomeriggio. Per un impedimento di carattere professionale di uno dei magistrati del Collegio giudicante la prossima udienza, in programma giovedì 13 ottobre, dovrà terminare entro le 14. È possibile, perciò, che la mattinata venga interamente occupata dalla testimonianza di Emanuele Angelidis, già Ceo di Fastweb. In ogni caso resta valida la convocazione degli altri testi, ovvero i manager di Intermatica: il Direttore generale Marco Orsini, Claudio Castellani, socio di maggioranza della società, e l’Ad Alessandro Cianflone Mottola.


Processo “Iva telefonica”: si riparte


Oggi quattro manager TIS in aula


Riprende in grande stile, dopo la “due giorni” del 21 e del 22 settembre, il processo per l’“Iva telefonica”. Da stamane al 21 ottobre sfileranno alcuni testi eccellenti, sia per quel che riguarda il filone Fastweb che, in particolare, quello relativo a Telecom Italia Sparkle per cui è prevista, il giorno 17, la testimonianza dell’Ad di Telecom Italia Franco Bernabé.


L’udienza di oggi prevede l’esame, di fronte alla Prima Sezione penale presieduta da Giuseppe Mezzofiore, di alcuni dirigenti di TIS: Carlo Baldizzone, Responsabile area Amministrazione e Controllo di Telecom Italia Sparkle in qualità di Chief Financial Officer; Arturo Danesi, fino al 31 dicembre 2009 Responsabile Marketing di Telecom Italia Sparkle, poi Responsabile della Strategia e sviluppo di nuovi servizi di TIS SpA; Paolo Perfetti, Network Operations Director di Telecom Italia e attivo nell’“area tecnica” di TIS; infine, il dirigente di TI Stefano Menghini che rispondeva in via gerarchica a Perfetti.


Giovedì 13, invece, apparirà in aula, Emanuele Angelidis, già Ceo di Fastweb, seguito da tre manager di Intermatica: il Direttore generale Marco Orsini, Claudio Castellani, socio di maggioranza della società, e l’Ad Alessandro Cianflone Mottola. Completa il programma della settimana l’udienza di venerdì 14 quando compariranno: Andrea Magoni, dal 1° luglio 2009 nel gruppo TI a capo dell’area Administration, Finance and Control & International Development di Telcom Italia e Presidente di Telecom Italia Sparkle, Federico Maurizio D’Andrea, all’epoca dei fatti a capo dell’Audit & Compliance Services di Telecom Italia SpA (struttura di controllo interno), e attualmente Responsabile Audit. A chiudere il programma, è prevista la testimonianza di Oscar Cicchetti, uno dei personaggi più noti delle Tlc italiane, manager di fiducia di Bernabé, oggi Responsabile delle Strategie di TI.


Fattore Umano | Milano col cuore in mano, ma non a San Vittore


Leo Beneduci, Segretario Osapp, in visita nel carcere più sovraffollato d’Italia in rapporto alla capienza: «Qualcosa si è fatto, ma troppo poco». E aggiunge: «Ora sono pure finiti i soldi»


L’attesa fuori dal carcere è estenuante. I passeggini accanto alle panchine, i sacchi del supermercato pieni di biancheria. Gli occhi stanchi di chi esce da quel portone. «Mi sono liberata – dice una giovane donna sotto gli alberi di Piazza Filangieri – Mi ha detto che lo trattano bene». Nonostante tutto.


Nonostante cioè il sovraffollamento che qui, a San Vitùr, «è pesantissimo». Chi parla è Leo Beneduci, Segretario Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) al termine della sua visita all’interno dell’istituto penitenziario. «San Vittore – insiste Beneduci – è il simbolo della situazione emergenziale degli penitenziari italiani». Basta leggere i dati della “conta” del 3 ottobre: +50% di detenuti presenti rispetto alla cosiddetta “capienza tollerabile” (1540 persone a fronte delle 639 che la struttura penitenziaria potrebbe ospitare). Risultato: in una cella per due ci sono fino a quattro detenuti, mentre in quelle da tre si arriva a cinque persone.



«Qualcosa di buono è stato fatto, ma non basta – sottolinea Beneduci – in due reparti del carcere (il terzo nel 2000 e il quinto nel 2006, ndr.) si è effettuato l’adeguamento sulla base del nuovo Regolamento di Esecuzione dell’Ordinamento Penitenziario». A partire dai servizi igienici che – è bene ricordarlo –, secondo l’art.7 del Regolamento, devono essere collocati «nelle adiacenze dei locali e delle aree dove si svolgono attività in comune e in un vano annesso alla camera», fornito «di acqua corrente, calda e fredda […] lavabo, doccia e, in particolare negli istituti o sezioni femminili, anche di bidet […]».




Richieste “normali”, insomma, che contribuiscono a garantire una “detenzione dignitosa”. Ma siamo nel 2011 e – sottolinea il sindacalista – «i soldi sono finiti». «Non bastano più anche per pagare il vitto dei detenuti e le prestazioni professionali» per non far collassare la struttura: le guardie carcerarie a Milano sono 740 – dice Beneduci – «250 in meno rispetto a quelle previste per legge. In Lombardia la carenza è di 1340 unità». Il segretario dell’Osapp conclude la sua tappa milanese appellandosi alla concretezza. Per far fronte a questo «danno costante per le carceri, per chi in carcere ci lavora e vive». Il tempo del «pressapochismo» è finito.


L’Angolo di Vincino | 2 metri per 3


Fattore Umano | Il carcere in Italia? Peggio del recinto dei maiali



Ai suini più spazi che ai detenuti. Compreso il diritto di «girare facilmente», non subire «rumori costanti» e non vivere «isolati» dai propri simili. Così la Direttiva Ue del 2008, recepita in luglio scorso anche in Italia


Era ora. Da qualche mese in Italia anche i maiali hanno dalla loro parte la certezza del diritto. Soprattutto in materia di stabilitura, cioè di alloggiamento.  Da quando cioè il 7 luglio scorso il Presidente della Repubblica (visti gli articoli 76, 87 e 117 della Costituzione… ), ha controfirmato il Decreto legislativo 122 del Consiglio dei Ministri, in attuazione della Direttiva 2008/120/CE sulle «norme minime per la protezione dei suini».



Qualche esempio? «I recinti per i verri (classico suino in pubertà, ndr.) devono essere sistemati e costruiti in modo da permettere all’animale di muoversi e avere il contatto uditivo, olfattivo e visivo con gli altri suini». Insomma, è vietato che stiano in isolamento (a differenza dei detenuti umani… ). Ma non solo: «Il verro deve disporre di una superficie libera al suolo di almeno 6 mq». E ancora: «Qualora i recinti siano utilizzati per l’accoppiamento, il verro adulto deve disporre di una superficie al suolo di 10 mq e il recinto deve essere libero da ostacoli». Va da sé che tale summa di regole, con le dovute specifiche, entra nei dettagli anche per scrofe adulte e scrofette (maialine in pubertà), fino ai lattonzoli, dalla nascita allo svezzamento.


È certamente un grande esempio di civiltà e cultura del diritto. E di psicologia, se è concesso dirlo. Perché si parla di animali che «possano girare facilmente», avere mangime «a sufficienza», non essere «aggrediti in situazione di competitività». E, in aggiunta, che nei loro fabbricati non vi debbano essere «rumori costanti o improvvisi» e che la luce «di intensità misurabile in almeno 40 lux», debba restare accesa o filtrare dalle finestre per parecchie ore al giorno. Regole che devono valere per «qualsiasi luogo, anche all’aria aperta, in cui gli animali sono allevati o detenuti, anche temporaneamente». Prima di finire sulle tavole….


Per carità, anche per i detenuti umani le regole non mancano. E sono precise. Peccato che vengano ignorate dallo Stato, a partire dal cronico stato di illegalità dovuto al sovraffollamento delle carceri. Già, perché per i maiali è tassativamente vietato “sovraffollarli”, si rischiamo multe pesanti e la chiusura dei recinti. Per i detenuti umani no, si può stare anni in carceri disumane, ben al di sotto dei 7 metri quadri minimi previsti, accatastati in letti a castello, con le docce a singhiozzo d’estate e d’inverno, senza che a nessuno venga in mente di chiuderle. Così non si contano più i ricorsi e le denunce «per tortura e/o danno esistenziale» dei detenuti italiani che si rivolgono alla Corte di Giustizia europea, chiedendo il diritto al risarcimento. E quasi sempre lo ottengono. Ma tanto, si sa, paga Pantalone…


Fattore Umano | Perugia: quando i media sopravanzano la Giustizia


«Mai come in questo caso l’aspetto mediatico ha sopravanzato di gran lunga quello giudiziario» scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera in merito alla sentenza di Perugia che ha mandato assolti dall’accusa di omicidio di Meredith Kercher i due imputati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Un’attenzione morbosa che sconfina nel nazionalismo e nella tentazione del reality show. «I media inglesi, che stanno dalla parte della vittima, la povera Meredith Kercher – continua Grasso – hanno ribattezzato la bella Amanda “Foxy Knoxy”, giusto per sottolineare la sua sfuggente furberia. I media americani, invece, sono tutti per lei». Per non parlare del pressing di carta stampata (oltre 400 inviati piovuti a Perugia) o degli speciali televisivi delle reti Usa.


Ancora una volta ci troviamo di fronte a uno dei grandi dilemmi della modernità: la sovrapposizione dei racconti e la loro lotta, la «realtà» che diventa un format, a seconda del contenitore in cui finisce, sintetizza il commentatore del Corriere. Ancora una volta si ha la sensazione che l’azione della giustizia sia stata fortemente condizionata dal pressing mediatico. Quel fenomeno che spesso straripa nella “Gogna mediatica” in un Paese come l’Italia dove i processi, quando non sono assistiti dall’attenzione dei media Usa, spesso nascono e si celebrano sui giornali alimentati da una sola fonte: le veline delle procure, poi destinate a cadere nel dimenticatoio.


Il caso vuole che la conclusione del processo di Perugia coincida con la presentazione a Milano presso lo Spazio Mondadori di via Marghera alle 18.30 de La Gogna, il libro di Maurizio Tortorella dedicato a sette storie di cronache giudiziarie. L’autore stasera ne parlerà con alcuni ospiti, tra cui spicca il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, uno dei maggiori penalisti italiani.


Bernabé, Angelidis e Cicchetti in aula come testimoni


Processo “Iva telefonica”. Il 13 ottobre l’ex AD di Fastweb, il 17 tocca al n°1 di TI


L’Amministratore Delegato di Telecom Italia, Franco Bernabé, sarà sentito in aula, in qualità di testimone, il prossimo 17 ottobre. Ma non è il solo teste illustre convocato dal procuratore della Repubblica Giancarlo Capaldo per la ripresa del processo sull’”Iva telefonica” in corso presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore.


È stato, infatti, diffuso in questi giorni l’elenco dei testi convocati per le udienze (sei in tutto) previste tra il 10 e il 21 ottobre prossimo. Si comincia il giorno 10 con una serie di testi all’apparenza minori, legati al filone d’inchiesta che riguarda Telecom Italia Sparkle. Sono stati convocati: Carlo Baldizzone, responsabile area Amministrazione e Controllo di Telecom Italia Sparkle in qualità di Chief Financial Officer; Arturo Danesi, fino al 31 dicembre 2009 Responsabile marketing di Telecom Italia Sparkle, poi Responsabile della Strategia e sviluppo di nuovi servizi di TIS SpA; Paolo Perfetti, Network Operations Director di Telecom Italia e attivo nell’“area tecnica” di TIS; il dirigente di TI Stefano Menghini che rispondeva in via gerarchica a Perfetti.


Il giorno 13 dovrebbe essere dedicato alla testimonianza di Emanuele Angelidis, già Ceo di Fastweb, seguito da tre manager di Intermatica: il Direttore generale Marco Orsini; Claudio Castellani, socio di maggioranza della società e l’AD Alessandro Cianflone Mottola.


Nell’udienza del giorno 14 compariranno: Andrea Magoni, dal 1° luglio 2009 nel gruppo TI a capo dell’area Administration, Finance and Control & International Development di Telcom Italia e Presidente di Telecom Italia Sparkle, Federico Maurizio D’Andrea, all’epoca dei fatti a capo dell’Audit & Compliance Services di Telecom Italia SpA (struttura di controllo interno), e attualmente Responsabile Audit. Infine, è prevista la testimonianza di Oscar Cicchetti, uno dei personaggi più noti delle Tlc italiane, Responsabile delle Strategie di TI.


Il 17 ottobre, infine toccherà a Franco Bernabè e alla prima parte della testimonianza di Gianfranco Ciccarella, già Responsabile dal 2005 dell’area Network di TIS, che rispondeva della sua attività direttamente all’Amministratore Delegato Stefano Mazzitelli. Per completare la sua testimonianza sono state previste altre due udienze, fissate per il 18 e 21 ottobre.


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