Archivio di marzo 2012

“Iva Telefonica”: Interrogato Berriola


Davanti ai giudici della Prima Sezione penale ascoltato ieri in aula il maggiore della Guardia di Finanza. Per oggi previsti Francesco Fragomeli e Luigi Marotta


È stata un’udienza interamente dedicata all’esame e al controesame del maggiore della Guardia di finanza, Luca Berriola, imputato per associazione a delinquere e atti corruttivi, rispetto ai quali si è sempre dichiarato estraneo.


In particolare, le domande del PM Bombardieri hanno riguardato i rapporti di Berriola con Gennaro Mokbel, sua moglie Giorgia Ricci e Fabio Arigoni. Il maggiore della GdF ha confermato tali rapporti di frequentazione, riconducendoli però a semplice conoscenza.


L’esame del PM si è inoltre concentrato sul ruolo svolto dal maggiore a proposito dell’apertura di un conto bancario, intestato alla figlia di Arigoni, presso una filiale bancaria di Terracina, paese della provincia di latina, dove lo stesso Berriola in passato ha avuto l’incarico di Comandante della Guardia di Finanza.


Berriola ha confermato di avere personalmente messo in contatto Arigoni con la direttrice della filiale bancaria, ma di averlo fatto, anche in questo caso, per i pregressi rapporti di conoscenza, senza altri risvolti.


In aula questa mattina verranno ascoltati Francesco Fragomeli e Luigi Marotta.


“Iva Telefonica”: interrogati Micucci e Colosimo


Da domani inizia l’esame di Francesco Fragomeli e del maggiore della Gdf Luca Berriola

 

Ripresa delle udienze ieri per il processo “Iva Telefonica”, davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore.


In aula, a rispondere alle domande di PM e legali, Massimo Micucci che ha ripercorso le tappe della sua attività professionale e imprenditoriale sia di collezionista che di gallerista d’arte, e l’avvocato Paolo Colosimo che ha descritto i suoi rapporti con Fabio Arigoni, ex amministratore di Telefox Italia e Telefox International, di cui era il legale.


Le udienze riprenderanno domani con gli interrogatori di Francesco Fragomeli, amministratore unico della FCZ Srl, e del maggiore della Guardia di finanza, Luca Berriola. Altre udienze si terranno nei giorni 15 e 16 marzo, salvo slittamenti del calendario per possibili astensioni dal lavoro degli avvocati penalisti.


“Iva telefonica”: settimana densa di udienze


Davanti ai giudici della Prima Sezione penale in corso gli esami di Massimo Micucci, Francesco Fragomeli e Paolo Colosimo

 

Con la ripresa dell’interrogatorio iniziato il 7 marzo dell’imprenditore Massimo Micucci da parte dei PM è ripreso questa mattina il processo “Iva Telefonica” che si celebra davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore. Nel corso dell’udienza sono previsti – da calendario – anche l’esame e il controesame di Francesco Fragomeli, amministratore unico della FCZ srl e dell’avv. Paolo Colosimo.


Domani giorno di pausa, le udienze riprenderanno nel corso della settimana il 14, 15 e 16 marzo, in attesa poi di capire se vi potranno essere degli slittamenti per altre udienze in relazione a possibili scioperi dei penalisti.


Fattore Umano | «Regina Coeli da chiudere»

La replica del governo sulle condizioni del carcere e i decessi di Massimo Loggello e Tiziano De Paola. L’on. Bernardini: «Situazione inumana e soccorsi non tempestivi»



La Casa circondariale di Roma Regina Coeli


Il “caso” Regina Coeli. Il 1° marzo la Seconda Commissione permanente Giustizia ha risposto alle questioni di «emergenza umanitaria» del carcere romano, sollevate con un’interrogazione dall’on. Bernardini, compresa la richiesta di approfondimento sul decesso di Massimo Logello, stroncato da infarto, e la morte per overdose di Tiziano De Paola. Ebbene, per il sottosegretario Mazzamuto l’emergenza sarebbe sotto controllo e la situazione «costantemente monitorata al fine di garantire i necessari standard di vivibilità e salubrità».




Una risposta che però non ha convinto l’on. Bernardini viste le «condizioni di detenzione indecenti e disumane» di Regina Coeli. Così come non è chiaro cosa intenda fare il governo per eliminare il «grave e permanente stato di violazione dei diritti umani fondamentali» nelle carceri.


Ricapitolando: la Casa Circondariale di Regina Coeli, al 28 febbraio, ospitava 1.074 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 640 posti e una capienza di necessità di 918 posti. Una situazione “invivibile” da anni, nonostante gli  investimenti effettuati negli ultimi dieci anni, per la manutenzione ordinaria e straordinaria del fabbricato detentivo. A complicare l’emergenza ci sono poi le carenze di personale della Polizia penitenziaria e – come sottolineato nell’interrogazione – la quasi assenza di psicologi rispetto alle esigenze.


L’interrogazione chiedeva anche di rendere pubbliche le informazioni note al Ministero di Giustizia in merito alla morte di Tiziano De Paola (sapere se sarà disposta un’indagine amministrativa interna) e se sono state avviate «indagini della magistratura e/o accertamenti dell’amministrazione penitenziaria per individuare eventuali responsabilità» sul decesso di Massimo Loggello.


Mazzamuto ha spiegato come sia stata disposta «una visita ispettiva interna e trasmessa tempestiva segnalazione alla competente Procura della Repubblica», aggiungendo che la Procura di Roma ha comunicato che le indagini investigative sono in corso, insieme agli accertamenti tecnici per individuare le cause dei decessi.


Replica dell’on. Bernardini: su Massimo Loggello alcune testimonianze sembrano raccontare una versione diversa: «i soccorsi non sono stati così tempestivi». E torna a ribadire la sua posizione: «Il carcere di Regina Coeli andrebbe chiuso».


“Iva Telefonica”: Revocati gli arresti per Berriola


Torna libero il Maggiore della GdF. Ieri, intanto, il processo è ripreso con gli interrogatori di Giovanni Gabriele, Antonio Ricci e Massimo Micucci, mentre Giuseppe Cherubini si è avvalso della «facoltà di non rispondere»


È tornato libero il Maggiore della Guardia di Finanza, Luca Berriola. Il suo legale difensore, l’avvocato Antonello Giudice, ha infatti reso noto che nella giornata di lunedì 5 marzo il Tribunale ha deciso di revocare gli arresti domiciliari nei confronti del suo assistito, dopo 105 settimane di detenzione. Il provvedimento è intervenuto in seguito alla conclusione del controesame del capitano dei ROS Francesco De Lellis.


Ieri, intanto, davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, si sono svolti gli interrogatori di Giovanni Gabriele, Antonio Ricci, ex socio di Telefox, e dell’imprenditore Massimo Micucci, mentre Giuseppe Cherubini, l’ex amministratore di Globestream Ldt, si è avvalso della «facoltà di non rispondere».


I tre hanno risposto alle domande dei PM Bombardieri e Passaniti, rivolte soprattutto ad approfondire i loro rapporti con Gennaro Mokbel, Carlo Focarelli, l’ex senatore Di Girolamo e Augusto Murri.


Il processo riprenderà il 12 marzo. Il calendario prevede l’esame di Luca Berriola e di Francesco Fragomeli.


“Iva Telefonica”: riparte il processo


Davanti ai giudici della Prima Sezione penale, al via l’esame di Giovanni Gabriele, Antonio Ricci, Massimo Micucci e Giuseppe Cherubini


Torna oggi in aula il processo per l’“Iva Telefonica”. Davanti alla Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, sono previsti da calendario gli interrogatori di: Giovanni Gabriele, Antonio Ricci, già socio Telefox, l’imprenditore Massimo Micucci e Giuseppe Cherubini, ex Amministratore di Globestream Ltd.


La scorsa udienza del 17 febbraio, con il controesame di Massimo Comito, ex Responsabile commerciale per l’Europa di TIS, ha visto concludersi il ciclo di testimonianze dei manager di Telecom Italia Sparkle.


Nel corso della medesima udienza, cinque imputati avevano comunicato di volersi avvalere della «facoltà di non rispondere»: Riccardo Scoponi, Manlio Denaro, Luca Breccolotti, Aurelio Gionta e Silvio Fanella.


Si proseguirà il 12 marzo, giornata nella quale è fissato l’esame il Maggiore della Guardia di Finanza, Luca Berriola e di Francesco Fragomeli.


Fattore umano | «Il senso della rieducazione» a Convegno


Nella Casa di reclusione di Padova la Giornata di studi promossa da Ristretti Orizzonti, Ministero Giustizia e Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. Appuntamento il 18 maggio


Le iscrizioni sono già iniziate. L’appuntamento è per venerdì 18 maggio, dalle 9.30 alle 16.30, presso la Casa di Reclusione di Padova dove si terrà una Giornata nazionale di studi dedicata al tema: «Il senso della rieducazione in un Paese poco “educato”». A partire, dunque, dal senso di una pena (carceraria) che la Costituzione italiana chiede «rieducativa».


Ma in un paese poco «educato», dove la legalità trova barriere già nei piccoli comportamenti di molti cittadini, la questione si complica. E tocca domandarsi, ad esempio: cosa potrebbe essere, poi, la rieducazione? E chi dovrebbe esercitare la funzione del «rieducatore»? «Anche perché – aggiungono i promotori – è il caso di smettere di pensare che «a commettere reati siano sempre “gli altri” e che il carcere sia l’unica punizione possibile».


La giornata si svilupperà su alcuni filoni quali la «mala e buona educazione», il tema del carcere che produce una «regressione infantile» nei detenuti, i passaggi complessi di una possibile «rieducazione» compresi i suoi fallimenti, le dinamiche del detenuto-vittima, l’esigenza di una rieducazione sentimentale, il delicato ruolo della stampa, soprattutto quando non informa ma «diseduca».


Tra i relatori presenti:


  • Giovanni De Luna, Professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Torino, autore, tra l’altro, del saggio La Repubblica del dolore e della prefazione a Lo Stato siamo noi di Piero Calamandrei.
  • Gherardo Colombo, ex magistrato, autore, tra l’altro, dei saggi Sulle Regole, Democrazia e Il perdono responsabile.
  • Mauro Palma, Presidente uscente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti o pene inumani o degradanti del Consiglio d’Europa.
  • Roberto Bezzi, Responsabile dell’area pedagogica nella Casa di reclusione di Bollate.
  • Ivo Lizzola, Professore ordinario di Pedagogia Sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo.
  • Deborah Cartisano, figlia di Lollò Cartisano, il fotografo di Bovalino sequestrato ed ucciso dalla ‘ndrangheta.
  • Eraldo Affinati, scrittore, la sua ultima opera è Peregrin d’amore.
  • Pietro Buffa, Direttore della Casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino.
  • Alessandra Augelli, Dottore di ricerca in Pedagogia. Svolge attività di formazione sui temi dell’affettività e della relazionalità, privilegiando le metodologie narrative ed autobiografiche.
  • Beppe Pasini, docente a contratto di Pedagogia della Famiglia all’Università di Milano Bicocca e di Pedagogia Sperimentale all’Università di Brescia.
  • Giovanni Bianconi, giornalista del Corriere della Sera. L’ultimo suo lavoro è Il brigatista e l’operaio. L’omicidio di Guido Rossa. Storia di vittime e colpevoli.
  • Coordinerà i lavori Adolfo Ceretti, Professore ordinario di Criminologia, Università di Milano-Bicocca, e Coordinatore Scientifico dell’Ufficio per la Mediazione Penale di Milano.


Clicca qui per il modulo d’iscrizione e qui per il programma della Giornata.


Fattore Umano | Corte di Strasburgo: cure garantite a tutti i detenuti


Dalla Seconda Sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo un’altra condanna per l’Italia per «trattamenti disumani e degradanti»



Il palazzo della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo



«Le condizioni di detenzione che procurano un peggioramento della malattia di un detenuto costituiscono un trattamento disumano e degradante vietato dall’articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali: Nessuno può essere sottoposto a tortura nè a pene o trattamenti inumani o degradanti». Ecco – in sintesi – quanto emerge dalla sentenza del 7 febbraio (Cara-Damiani contro Italia, ndr.) dalla Corte europea di Strasburgo a seguito del ricorso del 13 dicembre 2004 di un detenuto italiano. Il ricorrente è Nicola Cara-Damiani, un sessantacinquenne entrato in carcere nel 1992. Affetto da paralisi agli arti inferiori, è costretto su una sedia a rotelle da 15 anni.




Nel 2003, a causa delle sue condizioni, Cara-Damiani viene trasferito da Bologna al carcere di Parma, struttura che gli poteva garantire il necessario programma di fisioterapia perché provvisto di una specifica unità per disabili. Una garanzia, però, che è rimasta solo sulla carta: il detenuto disabile finisce, infatti, in una “sezione ordinaria” nella quale non ha accesso ai servizi igienici, non può fare fisioterapia e non ha possibilità di movimento con la sedia a rotelle. L’unità per disabili – non funzionante per mancanza di fondi e con poco personale – è stata inaugurata solo nel 2005. Damiani vi rimane fino al 2008 (era arrivato a Parma nel 2003, ndr.) quando ottiene il ricovero in una clinica. Nel settembre 2010 però rientra in carcere, dove rimane fino al 23 novembre 2010.


Con questa decisione, la Corte di Strasburgo (che condanna l’Italia anche a versare alla parte lesa 10.000 euro di risarcimento, ndr.) ricorda a tutti gli stati Membri il principio fondamentale secondo cui essi hanno l’obbligo di assicurare che «tutti i carcerati siano detenuti in condizioni compatibili con il rispetto della dignità umana». Ma non solo: avendo riguardo per le esigenze “pratiche” della reclusione, devono garantire che «la salute dei carcerati sia salvaguardata in maniera adeguata» e che le cure in carcere siano «a un livello comparabile a quelle che lo Stato garantisce all’insieme della popolazione».


Fattore Umano | Un magistrato di sorveglianza “latitante”


Interrogazione parlamentare dell’On. Bernardini dopo la visita ispettiva nel carcere di Rimini. Dove si affollano “tossici” e stranieri, senza che ASL e magistrato preposto si facciano vivi. E lo stesso Comandante dice che una sezione «è come il Bronx»



La Casa Circondariale di Rimini


Il magistrato di sorveglianza? Da quando è in carica, non si è mai visto (per la cronaca è il Dott. Franco Raffa). Ma nemmeno i funzionari della ASL di riferimento si prendono la briga di fare le dovute ispezioni sulle condizioni igienico-sanitarie delle celle e di altri spazi per detenuti e agenti. Cose che capitano nella Casa Circondariale di Rimini, dove alcuni che dovrebbero sorvegliare e controllare, non controllano e non sorvegliano.



Nulla che riguardi il personale interno o la direzione dell’istituto. Ma così, non c’è da sorprendersi se perfino il comandante Fernando Picini definisce la prima sezione «un Bronx». Sono solo alcune cose che si scoprono leggendo l’interrogazione parlamentare rivolta al ministro Severino dall’On. Rita Bernardini, dopo la visita ispettiva dei giorni scorsi nel carcere riminese, accompagnata dall’Avv. Desi Bruno, Garante regionale dei diritti dei detenuti, da Irene Testa (Segretaria Associazione Il Detenuto Ignoto), Vincenzo Gallo (Consigliere comunale PD a Rimini), Ivan Innocenti (Associazione Luca Coscioni) e il radicale Filippo Vignali.


Le cifre crude parlano di un carcere dove tossicodipendenti ed extracomunitari rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione carceraria: «I detenuti presenti nell’istituto – si legge – sono 204 a fronte di 150 posti regolamentari disponibili; il 65% dei detenuti sono tossicodipendenti, il 70% stranieri in massima parte magrebini, albanesi e rumeni; i detenuti in attesa di primo giudizio sono 63, gli appellanti 25, i ricorrenti 21, i definitivi 77; i detenuti con posizione mista con una sentenza definitiva sono 11, mentre i detenuti con posizione mista senza definitivo sono 6; i semiliberi sono in tutto 6». Di tutti questi, però solo «20 detenuti lavorano a rotazione perlopiù impegnati in mansioni domestiche all’interno dell’istituto».


Insomma, tante anime perse, con pochissimi che possono fare di meglio che restare 20 ore al giorno in una cella sovraffollata. Gli agenti (143) sono il 40% in meno degli effettivi (102), con 6 educatori e 2 psicologi. Le richieste (le lamentele) dei detenuti sono quelle di sempre: poter lavorare, poter studiare, non vedersi piovere dal soffitto acqua sulla testa, avere i soldi per telefonare e avvisare i parenti che si è detenuti, o avvisare la famiglia che si verrà trasferiti (a San Vittore). Piccole cose, in apparenza, ma che diventano cose “impossibili” nel carcere romagnolo. Dove capita anche che venga negato di partecipare ai funerali della moglie.


Per tutto questo, ma non solo per questo (vedi sotto testo integrale dell’interrogazione), l’On. Bernardini chiede se si «intenda verificare l’operato della magistratura di sorveglianza in merito all’aderenza del suo operato a quanto prescritto dalla normativa riportata in premessa». Già, chi controlla chi deve controllare? Al neoministro Severino l’ardua risposta.


Leggi il resto di questo articolo »

Newsletter
Iscriviti alla newsletter di silvioscaglia.it




ebook il caso scaglia

Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World