Silvio Scaglia rimane agli arresti domiciliari: una decisione agli antipodi della legittimità.

I legali: “E’ innocente e lo dimostreremo in Cassazione”


Una sentenza prevista, ma con risvolti “agli antipodi della legittimità”. Il Tribunale del Riesame di Roma ha respinto l’appello presentato dai legali del fondatore di Fastweb, Antonio Fiorella e Pier Maria Corso, per chiedere la revoca della misura cautelare. Di conseguenza Silvio Scaglia resta agli arresti domiciliari nella casa di famiglia ad Antagnod, in Valle D’Aosta.



La decisione era prevedibile, anche perché il collegio d’appello era presieduto dal giudice Giuseppe D’Arma, lo stesso che si era pronunciato in sede di tribunale del Riesame. E, come rilevano gli avvocati difensori di Scaglia, gli avvocati Piermaria Corso e Antonio Fiorella,“in un sistema che consente agli stessi giudici che già si sono pronunciati in altra veste (Tribunale del Riesame ndr.) di pronunciarsi sulla stessa materia sotto un’etichetta diversa ( giudici d’Appello ndr.) è oltre modo difficile aspettarsi che smentiscano  se stessi!”.



Ma non è questa la ragione per cui i legali parlano addirittura di “giustizia surreale, agli antipodi della giurisprudenza di legittimità”. “Prendiamo atto – spiegano i difensori – che secondo il Tribunale una prova sopravvenuta non può essere esaminata in sede di appello. Il che va in rotta di collisione con la giurisprudenza della Corte di Cassazione”. Oggi, infatti, in sede di appello il collegio giudicante si è richiamato alla propria ordinanza del 17 marzo scorso, per confermare un provvedimento del Gip e un’impugnazione che riguardavano profili diversi. Così “il Tribunale ammette candidamente di non avere esaminato i motivi di appello perché, a suo dire, li aveva già esaminati nella veste del tribunale del Riesame”.


Eppure, la giurisprudenza della Cassazione (vedi, tra le altre, la sentenza della Sezione II Penale del 9 febbraio 2006), ha stabilito che “Nel procedimento conseguente all’appello proposto dall’indagato contro l’odinanza reiettiva della richiesta di revoca della misura cautelare personale, è legittima, in applicazione dei principi del favor libertatis e della ragionevole durata del processo, la produzione di documentazione relativa ad elementi probatori nuovi, preesistenti o sopravvenuti, sempre che… quelli prodotti dalla parte riguardino lo stesso fatto contestato con l’originaria richiesta cautelare … e siano idonei a dimostrare che non sussistono le condizioni e i presupposti della misura cautelare richiesta”. Ovvero, per usare il linguaggio comune, quando si tratta della libertà personale, non è accettabile una sentenza “fotocopia”.


Il risultato finale? “A parte il perdurare della carcerazione di un innocente- concludono i legali –  è rappresentato dalla ricaduta sulla Cassazione di questioni serenamente risolvibili a livello di giudici di merito. Confidiamo che il buon diritto prevalga almeno in Cassazione».


13 Commenti a “Silvio Scaglia rimane agli arresti domiciliari: una decisione agli antipodi della legittimità.”

  • Danila:

    Sono anche io,come l’ing. Scaglia, agli arresti domiciliari. Nonostante sia stata dimostrata la mia totale estraneità ai fatti, il pm Armando Spataro ha dichiarato che non ha nessuna intenzione di liberarmi. Il GIP che, dovrebbe essere capace di prendere una decisione imparziale, ha invece dimostrato più volte di non esserne in grado, ma anzi di agire solo in un senso…quello dell’accusa. Sono da 5 mesi in queste condizioni (2 li ho passati a San Vittore), sono stata tolta dalla mia vita di tutti i giorni, da un lavoro come dirigente, per cosa? mi auguro possa questo Governo optare a dei cambiamenti radicali perchè è inaudito che la vita di una persona venga gestita da appartenenti a quella che io condivido definire una CASTA.
    La mia piena solidarietà all’ing Scaglia, alla sua famiglia ed anche agli altri coinvolti come lui.

    Danila

    • Talita:

      Tanti auguri, Danila!

      E concordo con te: il Governo deve affrettare la riforma della magistratura.

      • Danila:

        Grazie Talità!!! Credo che oltre ad una riforma, si debba fare anche una cernita di quei magistrati che lavorano solo per la fama, la notorietà, la gloria, quelli che passano i loro tempo tra un’intervista e l’altra o meglio ancora che vanno alla ricerca di essere intervistati, quelli che si basano sul sospetto e non sulle certezze, quelli che arrivano ad inventarsi il modo di far sembrare colpevole l’indagato, ma sono tanto ebeti da essere mascherati, quelli che sono incapaci di gestire delle indagini, quelli che non hanno alcuna conoscenza tecnica, ma la loro supponenza li porta a credere di essere i migliori…ma questa è utopia!!!
        PS dimenticavo! quelli che tengono l’indagato agli arresti solo per ripicca!!!

  • [...] pm. Con Scaglia non è accaduto, suscitando le forti proteste degli avvocati Corso e Fiorella, che hanno parlato di decisione “agli antipodi della legittimità”, a proposito di un sistema che consente “agli [...]

  • Cesare:

    in occasione della Festa della Repubblica, continuando a leggere il libro italiano dei burattinai:
    “… Se escono di prigione gli altri, voglio uscire anch’io, disse Pinocchio al carceriere.
    Voi no, rispose il carceriere, perchè non siete del bel numero…
    Domando scusa, replicò Pinocchio, non sono un malandrino anch’io.
    In questo caso avete mille ragioni, disse il carceriere; e levandosi il berretto e salutandolo, non gli aprì le porte della prigione e non lo lasciò uscire”.

  • Stefano:

    Sempre più senza vergogna! E oramai non c’è più alcun dubbio: oltre ad essere in malafede, certi magistratucoli sono anche tecnicamente ignoranti, stante la sentenza di Cassazione riportata. Se ne sbattono della legge loro per primi, altro che eroi. Delinquono come e più degli altri: rubano i diritti delle persone, si arrogano un potere al di sopra della legge. Per loro vale il verso dantesco sugli ignavi, quello originale “non ti curar di loro ma sputa e passa”.

  • beatrice caldarola luciano:

    oggi, a 100 giorni dall’inizio di questa follia, triste e sfiduciata, non festeggio e neanche voglio sentire parlare di festeggiamenti per la repubblica, o meglio per quello che di essa ne resta !
    Un pensiero solidale a Silvio Scaglia, Mario Rossetti, alle loro famiglie e a tutti coloro che stanno attraversando il medesimo ingiusto calvario per un abuso di uso della carcerazione preventiva.
    beatrice
    P.S. caro Mario e caro Silvio se e quando vi chiederanno scusa non aspettatevi la prima pagina e neanche tutti i quotidiani ! (v. Messaggero e Stampa di oggi che ,soli e nelle pagine interne, riportano l’assoluzione su richiesta di un p.m. a distanza di anni processuali…… un invito ai giornalisti ed agli editori a meditare sul silenzio assordante e sull’uso delle pagine!)

  • Bruno:

    La vicenda allucinante di Silvio Scaglia (e degli altri coinvolti come lui con “non colpe” simili) si srotola secondo un canovaccio perverso. E’ come nel gioco d’azzardo, alla fine il banco vince sempre. Come in certi giochi con il computer che è in grado di prevenire le tue mosse e attua in modo occulto le contromisure.
    I “riesaminatori” che esaminano sè stessi (di fatto è così, devono verificare se chi ha preso certe decisioni le ha fatte con buon senso), la sciattezza con cui decidono la sorte della gente che finisce sotto i loro artigli, non hanno pari.
    Si parla tanto di riforma della giustizia, di “dover applicare la legge”, ma i legislatori e i governanti sono impegnati su ben altri obiettivi in campo giudiziario.
    Dice bene Renato: quanti “Silvio Scaglia” ci sono in Italia?
    Perdura il silenzio assordante dei media sempre garantisti.

  • giovanni:

    Carissimi, se il giudice d’Appello è lo stesso del Riesame, se il GIP che emette l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è lo stesso che poi esamina le ragioni delle persone arrestate nell’interrogatorio di garanzia, cosa vi aspettate? Che questi signori si smentiscano? Che ammettano di non essersi lette le proposte dei PM ma di essersi limitati a copiarle ed incollarle, errori d’italiano compresi? Che riconoscano di aver privato ingiustamente della libertà un uomo innocente?
    Suvvia, non siate ingenui!
    La verità è che Procura di Roma, GIP e Tribunali del Riesame e di Appello vari sembrano coprirsi a vicenda, incapaci di leggere (e stracciare) carte che non ad un avvocato di grido, ma a qualsiasi poliziotto alle prime armi parrebbero subito aberranti.
    Ed allora, mentre i PM hanno la loro indubbia responsabilità (ancora una volta in questo caso hanno dimostrato di NON aver chiaro come si dirigono le indagini e che forse bisognerebbe tornare a prima del 1988, affidando le stesse ai poliziotti), ancor più carenti si sono dimostrati coloro che questo lavoro dei PM erano chiamati a giudicare. si è lasciata prevalere la “logica dell’acchiappo”, consistente nel mettere dentro più persone possibile, senza guardare troppo per il sottile. Così sono rimasti presi nelle maglie della giustizia, assieme a conclamati farabutti, anche ignari ed onesti imprenditori e professionisti del settore.
    Pigrizia, mancanza di coraggio, neghittosità o grave errore umano? Nessuno ce lo dirà mai, perchè in questa felice Italia se un cittadino viene condannato è costretto a pagare le spese del giudizio, mentre, se è assolto, i PM (e con loro tutta la catena di giudici che sbagliando hanno mandato avanti un processo anche fin dall’inizio evidentemente “fasullo”) non pagano proprio nulla, nemmeno in termini di carriera.
    Ed allora, per cambiare è necessario che, sulle misure cautelari siano Organi composti MINORITARIAMENTE da magistrati togati (come avviene per la Corte d’Assise) e che veda, tra i giudici popolari, anche poliziotti ed avvocati provenienti da altre esperienze, che si impegnino a non assumere affari giudiziari penali nella circoscrizione.
    Egualmente, nella Sezione disciplinare del CSM dovrebbero sedere, oltre ad Avvocati, anche qualificati dirigenti delle Forze di polizia, in modo che l’esame delle magagne di questi signori possa avvenire con un occhio meno benevolo di quel che oggi è riservato alle loro negligenze e nefandezze.
    Intanto, passati inutilmente oltre 100 giorni dai primi arresti, non ci resta che confidare nella Cassazione….

  • Renato:

    L’autoreferenzialità del sistema di giudizio prima del processo è uno scandalo della prassi giudiziaria italiana. Chi ha titolo per modificare questo stato di cose? La politica è debole e delegittimata e il csm se ne fotte, i giornali se ne avvantaggiano e i poveri cristi ci vanno in mezzo. Ci sono tanti “silvio scaglia” che non hanno voce. Basti pensare al caso del padre dei fratellini di gravina.

Lascia una replica per Renato

Newsletter
Iscriviti alla newsletter di silvioscaglia.it




ebook il caso scaglia

Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World