Inchiesta Fastweb – Telecom-Sparkle: dov’è finito il giudice naturale?

Al gip Maria Luisa Paolicelli restituiti tutti i fascicoli tranne uno




Può un indagato essere giudicato da altri che non sia il suo giudice naturale? No, non può. La legge parla chiaro: non può esistere “discrezionalità”, così come previsto dalle regole tabellari del Csm a tutela sia dei cittadini che dei magistrati. Eppure è quanto rischia di accadere a proposito dell’inchiesta Fastweb – Telecom-Sparkle.





E’ Panorama a richiamare l’attenzione su questo punto, solo in apparenza procedurale, ma in realtà zeppo di sostanza. “Aldo Morgigni – scrive il settimanale – è il gip del caso Fastweb-Telecom Sparkle. Ma il “giudice naturale” era Maria Luisa Paolicelli, che risultava impegnata. Ora che è tornata disponibile (il 28 giugno dopo aver svolto il ruolo di esaminatrice al concorso per magistrati ndr.), il presidente del Tribunale di Roma, Paolo De Fiore, le nega comunque il procedimento”.


In effetti, il 26 maggio scorso, proprio De Fiore ha scritto al Presidente della Corte d’Appello di Roma, Giorgio Santacroce, chiedendo la proroga per il gip Morgigni in quanto – come si legge tra l’altro, “ha adottato rilevanti provvedimenti cautelari, personali e reali, di cui si è occupata anche la cronaca nazionale dei principali quotidiani….”.


A parte il fatto che di quanto si occupano i “principali quotidiani” di una indagine giudiziaria non dovrebbe c’entrare nulla col diritto al “giudice naturale” per indagati e magistrati, alcuni avvocati hanno sentito il dovere di manifestare il loro disappunto alla Camera Penale capitolina, paventando il rischio di una “discrezionalità” selettiva, su una proroga adottata per un unico fascicolo.


Da qui una richiesta della stessa Camera Penale di Roma di “chiarimenti” al Tribunale d’Appello sul provvedimento di proroga, e l’impulso a condurre un’istruttoria in merito. E il risultato dell’istruttoria è inequivocabile: il Tribunale d’Appello ha prorogato Morgigni per tutti i fascicoli, che però nei fatti si occupa solamente di quello Fastweb – Telecom-Sparkle, mentre su tutti gli altri è tornata la dott.ssa Paoliselli.


Con il risultato che la “discrezionalità” (vietata dalla legge) è uscita dalla porta per rientrare dalla finestra.



14 Commenti a “Inchiesta Fastweb – Telecom-Sparkle: dov’è finito il giudice naturale?”

  • [...] l’altro, fatto da non trascurare, nelle scorse settimane il Tribunale di Roma aveva richiesto alla Corte d’Appello di confermare al gip Morgigni il fascicolo Telecom Sparkle – Fastweb (precedentemente assegnato [...]

  • luisa:

    Ma….esiste un guardasigilli ? Nel senso che e’ uno dei tanti personaggi che “guardano”ma non osano ne’ applaudire ne’ fischiare ma intanto presidiano la loro postazione?

  • Talita:

    Ecco, appunto!
    Chiediamoci il perché al signor Morgigni resta il fascicolo Fastweb-Telecom.

    Ossia il fascicolo che ti fa finire sui giornali.
    Che conferisce fama al tuo nome.
    Che ti procura passaggi ai tiggì.
    Che ti assicura consulenze.
    Che ti consente di scrivere libretti e libercoli.
    Che, insomma, riempie le tue saccocce.

    C’è ancora qualcuno che abbia dubbi sulla morte dello Stato di diritto?
    Al massimo, ha ormai subìto la metamorfosi in zombi.

  • Come si può pensare di essere giudicati in un paese dove la Suprema corte di Cassazione esprime giudizi di questo tipo come successo ieri , riporto da RAI news 24 :

    “La moglie ha un carattere forte e non si lascia intimorire da minacce e percosse?
    Non sussiste il reato di maltrattamenti contestato al marito violento. Lo si evince da una sentenza con cui la Cassazione ha annullato senza rinvio “perchè il fatto non sussiste” la condanna a 8 mesi di reclusione (condizionalmente sospesa) inflitta ad un uomo dalla Corte d’appello di Milano per maltrattamenti in famiglia.”

    Quindi in Italia minacce e percosse a una moglie dal carattere forte NON costituiscono reato.

    Siamo nel 2010, una sentenza di questo tipo negli Stati Uniti porterebbe ad una rivoluzione in piazza, in Italia tutto tace…..

    Non credo che la strada della ” giustizia ” porterà a un giusto fine dei questa vicenda. La società italiana non percepisce la gravità della situazione, e solo una piccola parte dell’opinione pubblica si rende conto dello stato in cui versa la ” giustizia “. Del resto l’impegno di chi governa é rivolto alle attenzioni dei problemi giuridici di uno solo….

    Paradosso dopo paradosso.

    • Talita:

      Signor Boschin,
      magari lei crede che – risolvendo i problemi giuridici di uno solo – non si risolvano conseguentemente i medesimi problemi giuridici di tutti.

      Liberissimo di pensarlo, beninteso!
      Ma non mi sembra una posizione del tutto razionale.

      D’altra parte Albert Einstein disse:
      “È più facile disgregare un atomo che un luogo comune”.

      • Quelli che interessano anche a lui sicuramente, tanti altri che riguardano ad esempio la carcerazione preventiva, come in questo caso, e il diritto fallimentare, che risale alle leggi del periodo fascista, non se ne sente certo parlare, non sento proposte di “liberalizzare “.
        In Italia puoi andare ancora in galera per anni e anni se credono che come imprenditore tu abbia distratto dalla fallita società. ed è ancora un arma letale che distrugge tanta imprenditoria e frena gli investimenti dall’estero, e chi ti giudica sono degli impiegati statali a cui della imprenditoria interessa molto poco, perché comunque sei classificato come un ladro e uno speculatore da certi ideali. Fino al oggi non ho sentito il Silvio proporre cambiamenti, se non con insistenza sui suoi problemi specifici, e ripeto,l’uomo é simpatico, capace e schierato dalla parte del liberismo.

        • Bruno:

          Condivido, con qualche riserva sull’aspetto “letale verso l’imprenditoria”, ma è questione di opinioni, null’altro.

        • Talita:

          “Liberalizzare” applicato a certi giudici?!
          Le cui leggi e comportamenti non risalgono al periodo fascista, ma – a quanto pare – al periodo trogloditico.

          Ormai il marcio è tale che si deve necessariamente procedere mediante l’applicazione di toppe patchwork.
          Ciò fino a quando non si attuerà la radicale riforma della magistratura, che stiamo tutti aspettando.

          Riformata la magistratura, tante storture svaniranno come per magia.

  • Bruno:

    “….se n’è occupata la cronaca..” Evidentemente quel giudice è più adatto al ruolo mediatico, ha saputo attrarre l’attenzione dei media, e quindi è più importante, per l’Ufficio Marketing della Procura, che vada avanti lui.
    Semplice, no?
    Disarmante è invece una definizione sottotono, lo so, ma stiamo esaurendo la terminologia….

  • Cesare:

    insomma, che attende il Guardasigilli ad inviare ispezione?

    Possibile che, nonostante la cagnara che è stata fatta (x altri problemi) ed un poco x questo argomento in Parlamento (da parte di alcuni “eletti” che si sono pubblicamente impegnati a fare interpellanze), non si decide finalmente ad esercitare i propri doveri – atto dovuto nei confronti di noi, cittadini italiani?!.

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World