Silvio Scaglia? Negli Usa sarebbe stato libero



“Silvio Scaglia? Negli Usa sarebbe stato doppiamente libero: niente carcere e nemmeno grane giudiziarie”.


Alessandro Bernasconi, docente di diritto penale processuale all’Università degli Studi di Brescia non ama le generalizzazioni, soprattutto in materia di diritto. Ma sta di fatto che negli Stati Uniti difficilmente un pubblico ministero si sarebbe preso la briga di riaprire un’inchiesta  infruttuosa, già archiviata una volta. E se anche lo avesse fatto, tempo una settimana e Silvio Scaglia sarebbe tornato a casa.


Professore, la giustizia americana come si sarebbe comportata con Silvio Scaglia?

“La discrezionalità dell’azione penale nel sistema di common law è molto forte e la cosiddetta double jeopardy impedisce a un magistrato di perseguire una persona più volte per lo stesso reato con garanzie più forti rispetto al principio del “no bis in idem” del sistema italiano. Difficilmente dopo una prima archiviazione, l’inchiesta sarebbe stata riaperta”.


E se qualcuno avesse voluto insistere?

L’attività inquirente negli Usa è spesso il primo gradino della carriera politica e ben pochi avrebbero perso tempo su un fascicolo già istruito e chiuso. Se poi fosse successo, magari sarebbe anche scattato l’arresto ma la detenzione non sarebbe stata certamente così lunga.

Ovvero?

Se l’arrestato si mette a disposizione dei giudici e offre ampie giustificazioni, viene subito scarcerato. Se non le offre, scatta la libertà su cauzione. Un istituto non riservato ai ricchi ma accessibile a tutti grazie all’esistenza di adeguati sistemi assicurativi. Difficilmente poi si sarebbe arrivati a un processo: negli Usa il patteggiamento e l’abitudine a cercare un accordo tra le parti è molto forte.

Torniamo in Europa: il caso Scaglia in Gran Bretagna…

Il sistema britannico è simile a quello americano, intriso di discrezionalità, e la prima archiviazione avrebbe seriamente ipotecato la possibilità di una nuova inchiesta. Detto questo, se il magistrato ritiene un fatto grave può anche chiedere la custodia cautelare, ma producendo prove inequivocabili di reato.

Quanto dura?

Le prove vengono esaminate da un giudice entro due o tre giorni e un gran peso nella decisione assume la pericolosità sociale del soggetto. Certamente il sistema giurisprudenziale non consente abusi: la giurisprudenza consolidata bloccherebbe qualsiasi detenzione prolungata finalizzata ad ottenere una confessione, ma … C’è anche un ma..

Quale?

Questi distinguo vanno fatti cum grano salis. Ogni caso è diverso, ha le sue sfumature. Non si possono fare paralleli semplicistici tra i vari sistemi giuridici. Pensiamo ad esempio agli abusi di carcerazione in Inghilterra negli anni ’70, per contrastare il terrorismo nordirlandese. Molto peggio dell’Italia negli anni del terrore.

Facciamo un salto nel continente. In Francia e Germania Scaglia sarebbe ancora in carcere?

I sistemi giudiziari “continentali” sono simili e tedeschi e francesi si avvicinano molto a noi nell’accesso e nell’uso della custodia cautelare. Il punto è capire se i “cugini” sarebbero davvero arrivati all’arresto.

Quali sono le sfumature?

In Francia esiste infatti l’ opportunità di perseguire” e la magistratura dipende dal ministero della giustizia, quindi da un responsabile politico. In Germania esiste la discrezionalità soltanto per i cosiddetti reati “bagatellari” e manca la figura del pubblico ministero professionale perché a esercitare l’azione penale sono i funzionari di polizia. Che dire, dipende. Certamente, le possibilità di bloccare una seconda indagine dopo l’archiviazione della prima sono molto più forti che in Italia.

Photo by chrisindarwin


18 Commenti a “Silvio Scaglia? Negli Usa sarebbe stato libero”

  • fabrizio sgariglia:

    Chiara non te la prendere, ci saranno sempre persone invidiose dell’intelligenza e del successo altrui e che godono dei soprusi come questo. Quello che conta è che Silvio esca presto ed a testa alta da questa storia, come sono certo succederà…
    coraggio Silvio…

  • battista:

    a proposito di un commento letto oggi a riguardo di un ministronon troppo carino,essendo io un ex artigiano edile ora in pensione ricordo che mi è successo parecchie volte di fare ristrutturazioni di case che prima valevano poche lire e dopo decuplicavano il valore,col senno di poi dicevano che era stata regalata.vi ricordo che vittorio sgarbi vende case a un euro,andate a comperarla ristrutturatela cosi poi quando è finita ci sarà chi vi denuncia dicendo che è stata pagata da qualche mafioso,peccato che non si vede il colosseo.nb se i miei commenti non vi garbano eliminateli ciao

  • battista:

    certo è che tutti quei soldini li ha guadagnati col sudore della fronte,non mi meraviglio che abbia tanti amici ,di sicuro se guadagnava 1000 euro al mese(con sudore vero)avrebbe avuto molto meno solidarieta.

  • fabrizio sgariglia:

    sono veramente indignato con il sitema Italia, con la nostra politica inconcludente e con quella parte della magistratura che è più attenta alla scena politica che agli interessi dei cittadini. Silvio è in prossimità dei 3 mesi di carcere preventivo, un’enormità di giorni che una persona innocente si vede espropriare dalla sua libertà!! è terribile, pensate al suo stato d’animo consapevole della sua innocenza ed a quello dei suoi cari! si perchè è di innocenza che si tratta,
    come me tutti quelli che lo conoscono ne hanno la certezza.

  • marco:

    essendo gli stati unit un paese piu serio dell italia

    li il vostro silvietto si sarebbe gia preso 100 o 150 anni di meritata galera

    dove il processo sarebbe finito in un anno e il patrimonio gia tutto sequestrato

    continuate a leccare il sedere al vostroo amico il quale vi ha fatto ampi favori a scapito dei cittadini

    • Giovanna e Umberto Aschei:

      Marco,
      leggendo quello che hai scritto mi viene da pensare che tu non sia minimamemte informato sui fatti, che non hai letto neanche un’articolo a riguardo e che parli solo per dar fiato alle trombe…
      Scrivere mi “fate pena” e le altre cose che non cito, mi sembra molto riduttivo e infantile.
      Esprimere un giudizio, più o meno severo, presuppone parlare con dati di fatto alla mano, prove e certezze.
      Se ti senti così forte nei tuoi giudizi cerca di associare delle motivazioni serie e non dare solo fiato alle trombe che non serve a nulla.
      La prossima volta, articola meglio il tuo pensiero, almeno così avremo qualcosa di concreto su cui discutere.
      Ciao e stai sereno.

  • Franco Torre:

    E’ ormai convinzione diffusa e certamente auspicabile che per Silvio Scaglia scatterà la decorrenza dei termini riguardo alla carcerazione preventiva in atto.

    Anche in questo caso – non è il primo né certamente l’ultimo – sarà questa norma “garantista” del diritto del cittadino ad avere un riscontro giudiziario esercitato entro limiti noti, a sbloccare la vicenda.

    Dunque sarà nuovamente un fatto tecnico – quello che spesso libera i delinquenti di professione e sempre umilia le persone per bene – a decidere per la dovuta libertà.

    Al resto del dramma hanno poi partecipato con metodo i Media, tanto attenti e spregiudicati nei titoli iniziali, quanto assenti successivamente, ma torneranno…

  • Franco Pagliassotto:

    La palese violazione delle regole relative alla carcerazione preventiva e non è questo certo il solo caso, fa davvero temere il peggio. I tanti fatti clamorosi degli ultimi anni non hanno evidentemente insegnato nulla. Quando il “caso” assume rilevanza mediatica l’appetito del collegio inquirente diventa incontrollabile; l’impianto accusatorio viene giustificato e mantenuto per dimostrarne la validità: a prescindere dalla norma, dall’accusato e dai fatti. La questione non riguarda un concetto di persecuzione soggettiva, riguarda semmai la “necessità”, da parte della magistratura, di dimostrare oggettivamente e a qualunque costo che la strada imboccata sia quella giusta.

  • Ar Piersaverio:

    Forse il Presidente Napolitano aveva presente anche il caso di Silvio Scaglia nel sollecitare la Magistratura ad agire in modo da recuperare la fiducia e la credibilità tra i Cittadini.Oppure aveva presente la pratica perversa di “tangentopoli” di carcerare per fiaccare la resistenza di un indagato per reati presunti o commessi ed estorcere autoaccuse “liberatorie”, purchè fosse, dallo stato di detenzione.Nel celebrare 150 di Unità d’Italia dovrebbe anche forse ricordare che in Italia ancora non si può celebrare la CERTEZZA DEL DIRITTO per i Cittadini

  • lorenzo:

    La giustizia va riformata al più presto così com’è pagano solo gli innocenti e i loro familiari,necessita anche una modifica alla loro amatissima “associazione a delinquere” usata in modo improrio e con molta
    facilità dove naturalmente gli conviene a loro.
    Che schifo…

  • stefano:

    Il problema vero è che anche in Italia, secondo la legge italiana, Scaglia non dovrebbe essere in carcere.. Comincia ad essere evidente la dicotomia tra certi magistrati e l’applicazione della legge: sono palesemente fuori legge. Il Charles Bronson de Il giustiziere della notte ispirava simpatia, questi ispirano disprezzo.

  • Cesare:

    a mio parere ing. Scaglia, anche se domani, tra 10 giorni, tra un mese (o quando ci si ricorderà che le persone in un regime democratico hanno dei diritti (e qualcun altro dei doveri), gli si concederanno (sic!) gli arresti domiciliari, dovrebbe rimanere in carcere…. fino a quando non gli si faranno le scuse x tutto ciò che è accaduto a lui ed ad altri malcapitati presi a caso (?).
    In questo modo non avrà perso tempo ma sarà testimonial ed aiuto x tante persone imprigionate e dimenticate in… attesa di giudizio.

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Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World