Archivio di maggio 2013

Udienza 139: in aula la difesa di Breccolotti

Limitazione del danno. É questa, sostanzialmente, la linea scelta dal collegio difensivo di Breccolotti al processo per l’”Iva Telefonica” che si celebra presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduto da Giuseppe Mezzofiore


Muovendo da un lungo e puntiglioso riepilogo di quanto emerso dal processo (soprattutto la deposizione De Lellis e le intercettazioni, ambientali e telefoniche) i difensori hanno sostenuto che le movimentazioni di denaro ricavate dalle operazioni “Phuncard” e “Traffico Telefonico”, altro non sono che episodi marginali nell’ambito della vita dell’azienda di Breccolotti, così come la frequentazione con gli altri protagonisti della vicenda legata al giro di frodi fiscali (frequentazione che parte solo dai primi anni Duemila). Proprio la natura di questi episodi, secondo la difesa, consente di far ritenere secondario il ruolo di  Breccolotti nella vicenda.


La difesa, lungi dal contestare la partecipazione del Breccolotti all’attività di emissione/utilizzazione di fatture false (attività che, al contrario, è stata sostanzialmente ammessa dai difensori), ha invece contestato la sua partecipazione all’associazione a delinquere nonché la sussistenza del riciclaggio che pure, dal punto di vista giuridico, sarebbe da qualificare come «autoriciclaggio» (condotta, questa, non prevista come reato  allo stato attuale della legislazione).


Perciò, i difensori hanno chiesto al Tribunale di ritenere la responsabilità dell’imputato esclusivamente per il reato di concorso in frode fiscale, riqualificando così i fatti contestati  al loro assistito.


La conclusione delle arringhe del collegio difensivo di Giorgia Ricci, che era stata programmata per oggi, 17 maggio, è stata questa mattina rinviata al prossimo 13 giugno.


Il Tribunale ha quindi riprogrammato la calendarizzazione delle prossime udienze:


  • 3 giugno: arringa difesa di Carlo Focarelli
  • 4 giugno: arringa difesa di Silvio Fanella
  • 14 giugno: arringa difesa di Gennaro Mokbel
  • 15 luglio: conclusioni difesa di Gennaro Mokbel


Il 17 luglio sono previste le repliche dei PM e il 19 luglio le controrepliche delle difese.

«Gionta non aveva un ruolo di rilievo»

L’arringa dell’avvocato Spigarelli: «Al mio assistito contestato il reato di autoriciclaggio». Che non esiste. Il processo prosegue giovedì


Il codice penale non contempla il reato di «autoriciclaggio». Ma ad Aurelio Gionta, già titolare della Global Phone Network la pubblica accusa contesta di aver occultato e riciclato per sé il denaro proveniente da un reato commesso a monte. Insomma, l’autoriciclaggio. È questo uno dei punti chiave dell’arringa dell’avvocato Valerio Spigarelli davanti al Collegio della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore: a Gionta, secondo la difesa, è stato dunque accollato un «non reato». Nelle sue conclusioni al processo per l’“Iva Telefonica”, la difesa ha anche effettuato una disanima dei principi alla base del giusto processo, prima di sollevare la contestazione sul presunto «autoriciclaggio».


Il legale ha poi contestato l’esistenza del reato associativo per il suo assistito. Non ci sono elementi, né prove testimoniali o intercettazioni telefoniche, che possano avvalorare quest’accusa nei confronti di Gionta. Ancor meno, a giudicare dall’esame del materiale prodotto nel corso delle indagini, risulta un ruolo di grande rilievo nell’organizzazione del titolare della Global Phone Network, così come gli viene attribuito dalla pubblica accusa.


Il processo prosegue giovedì 16 maggio con le arringhe dei difensori di Luca Breccolotti e di Giorgia Ricci.

Da Il Foglio: Roma, processo “Iva Telefonica”


«Colosimo ha solo esercitato il suo ruolo di avvocato»

Vibrante arringa dei difensori di Paolo Colosimo. «Non esiste l’aggravante del metodo mafioso». Lunedì tocca alle conclusioni di Aurelio Gionta

 

L’avvocato Paolo Colosimo non ha oltrepassato i limiti dei suoi doveri professionali. La vibrante arringa del collegio difensivo di Colosimo è stata senz’altro la nota dominante dell’udienza di ieri, 9 maggio, del processo per l’“Iva Telefonica” che si celebra presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, in cui si sono tenute anche le conclusioni della difesa di Maria Teresa La Torre. Davanti al Collegio presieduto da Giuseppe Mezzofiore gli avvocati Bruno Naso e Giuseppe Giansi hanno respinto le accuse rivolte a Paolo Colosimo, già legale di Fabio Arigoni, ex amministratore di Telefox Italia e Telefox International.


L’avvocato Polo Colosimo non può essere accusato di associazione per delinquere, hanno sostenuto i difensori, perché la sua azione non è andata oltre i doveri professionali nei confronti del suo assistito. Le accuse contro Colosimo, che senz’altro ha assolto il suo compito con grande passione, rischiano di insidiare il principio di difesa. Assieme al reato associativo finalizzato al riciclaggio cade l’aggravante del metodo  mafioso. Anche perché, come attestano i risultati di altro processo, non poggia su basi reali il collegamento con il clan Arena su cui poggia l’accusa.


Il processo riprenderà lunedì 13 maggio con l’arringa dei difensori di Aurelio Gionta.


«Cherubini ha avuto solo un ruolo formale»

La difesa dell’ex amministratore di Globestream Ltd.: l’imputato estraneo alla gestione commerciale e finanziaria dei numeri Premium. Il 9 si prosegue con le arringhe di Colosimo e La Torre

Giuseppe Cherubini, sulla carta era amministratore di Globestream Ltd., ma non ha mai avuto alcun ruolo, se non puramente formale, nelle attività oggetto del processo sull’”Iva Telefonica”. É quanto hanno sostenuto ieri, nell’udienza che si è tenuta presso la Prima Sezione prima penale del Tribunale di Roma, i suoi difensori.
Nell’arringa, davanti al Collegio presieduto da Giuseppe Mezzofiore, i legali di Cherubini hanno sottolineato come, tra il 2000 ed il 2004, non ci siano stati rapporti tra il loro assistito e Carlo Focarelli. Anche i testi sentiti durante il processo, del resto, hanno confermato l’estraneità di Cherubini alla vicenda Phuncard. L’incontro tra Cherubini e Focarelli, che lo coinvolge nell’operazione dei numeri Premium, è perciò successivo. Cherubini, sostengono i suoi difensori, ha l’impressione  di trovarsi di fronte ad un mercato vero, cioè realmente esistente ed operativo. Cherubini del resto, sebbene amministratore di diritto di Globestream, non ha mai compiuto alcun atto di gestione o di amministrazione. La sua, dunque, era una carica puramente formale, senza alcun contributo in operazioni commerciali. Tutte le movimentazioni finanziarie, ha evidenziato il collegio difensivo,  sono state disposte dal Focarelli. Inoltre, le intercettazioni telefoniche hanno dimostrato l’effettiva estraneità del Cherubini alla gestione (gli altri soggetti direttamente coinvolti non lo menzionano mai).
In sintesi, dall’istruttoria non sono emersi elementi da cui dedurre un ruolo sostanziale di Cherubini nell’attività di Globestream. Date queste premesse di fatto, i difensori hanno tratto le conseguenze giuridiche: la giurisprudenza di cassazione afferma infatti che rispetto all’amministratore di diritto, in presenza di un amministratore di fatto, non è sufficiente richiamarsi alla carica formalmente rivestita, ma occorre comunque «dimostrare l’effettiva consapevolezza delle condotte ipoteticamente illecite poste in  essere dall’effettivo gestore» (Cass. Sez. V, 25.10.2012 n. 8775).
Prima dell’intervento dei legali di Cherubini è stato aggiornato il calendario delle conclusioni dei difensori. Il processo prosegue il giorno 9 con le arringhe dei legali di Paolo Colosimo e di Maria Teresa La Torre.
Si proseguirà poi così:
Maggio
13: arringa dei difensori di Aurelio Gionta
16: arringhe dei difensori di Luca  Breccolotti e Giorgia Ricci
17: Prosegue l’arringa di Giorgia Ricci
Giugno
3: arringa dei difensori di Carlo Focarelli
4: arringa difesa di Silvio Fanella
13 e 14: conclusioni della difesa di Gennaro Mokbel

L’Angolo di Vincino | Processo “Iva Telefonica”


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