REPUBBLICA: Reati, titoli e foto impunite



“Dai furbetti del quartierino a Fastweb. Senza intercettazioni reati impuniti”. Così titola “Repubblica” uno dei tanti servizi contro il disegno di legge sulla disciplina delle intercettazioni telefoniche.


In realtà, nel servizio si parla solo delle telefonate tra Gennaro Mokbel e l’ex senatore Nicola di Gerolamo. Non si fa cenno a intercettazioni, che non esistono, che riguardino direttamente od indirettamente la persona dell’ingegner Silvio Scaglia.


Potrebbe essere una superficiale, ma non per questo meno colpevole, svista del titolista, portato a confondere la “frode carosello” con il caso Fastweb. Ma, in realtà, la confusione è assai più grave:  a corredo del servizio, infatti, compaiono le foto di Giampiero Fiorani e di Stefano Ricucci, quali “testimonial” dell’inchiesta sui furbetti del quartierino.


Ma chi ti sceglie “Repubblica” per illustrare i dialoghi telefonici sulla “spartizione del cucuzzaro”, per usare il gergo dello stesso Mokbel? Ma è chiaro, la foto dell’ingegner Silvio Scaglia con la seguente didascalia: “l’inchiesta su Fastweb (nella foto l’ex ad Silvio Scaglia) va in porto con l’ascolto delle telefonate”.


Dal che un ignaro lettore può legittimamente dedurre che:

1) Scaglia è stato colto con le mani nel sacco grazie alle intercettazioni;

2) Esiste un legame diretto tra le attività della mala romana e i “colletti bianchi”.


E’ grazie a questa superficialità che si possono tenere in vita, davanti all’opinione pubblica, teoremi giudiziari che non hanno avuto il sostegno di uno straccio di  fondamento, nonostante le limitazioni alla libertà personale dell’ingegner Scaglia (recluso agli arresti in val d’Ayas) e di Mario Rossetti, ancora a Rebibbia dopo 88 giorni.


Cari colleghi, complimenti:   è così che si costruiscono i “mostri”.  Tanto, ad insultare chi è alla gogna, non si corre alcun pericolo: foto e titoli sono destinati a restare impuniti.





5 Commenti a “REPUBBLICA: Reati, titoli e foto impunite”

  • Bruno:

    Sono rimasto amnche io esterrefatto stamane dall’accostamento della foto di Silvio Scaglia al contenuto dell’articolo, il cui titolo richiamava il “caso Fasteweb”. All’interno ci si riferiva invece a ben altri personaggi di questa vicenda. Nell’articolo, dal titolo, dalla foto poi sembra di vedere la versione giornalistica delle decisioni dei giudici: non abbiamo riscontri che Silvio Scaglia abbia a che fare con questa vicenda, ma per forza deve averli. Di questo passo e con simili concetti, quanto signori che non possono non sapere siedono nei palazzi del potere? Il giornalista poi prenderà le distanze, chiamerà in causa qualche grafico, la fretta e chissà che altro. Ma pagine del genere non nascono in 5 minuti a seguito di un evento di cronaca dell’ultimo istante prima di andare in stampa.

  • Talita:

    Rilassiamoci un po’ con la nota di Filippo Facci (Libero, 19 maggio 2010) sull’usuale andazzo di “Repubblica”
    _________
    Molti giornali, sabato, hanno pubblicato stralci del libro-intervista di Paolo Guzzanti a Carlo De Benedetti in cui il boss di Repubblica si scagliava contro Massimo D’Alema: «Io credo che abbia fatto tantissimi errori e non capisca più la sua gente, come il caso Puglia insegna. In quanto a Berlusconi, il mio giudizio su di lui come uomo politico è estremamente negativo, ma almeno ha fatto qualcosa. D’Alema, e quelli come lui, non hanno fatto niente».
    Neanche Repubblica ha fatto niente: è tra i pochi quotidiani che non ha pubblicato una riga di quanto sopra. Pazienza.
    Il problema è che D’Alema poi ha risposto a De Benedetti: «Anche dalla nostra parte sono tanti gli imprenditori che vorrebbero condizionare la politica, fare i Berlusconi di sinistra… Ma sono berluschini, Berlusconi di serie B».
    Oddio, che fare? Repubblica non aveva messo l’uscita di De Benedetti, ora come faceva a mettere la risposta di D’Alema? Allora Repubblica, ieri, ha fatto questo: niente, neanche stavolta.
    Però, cacchio, nello stesso giorno c’era pure la notizia che avevano arrestato Flavio Fasano, sodale pugliese di D’Alema: e come faceva Repubblica a mettere la notizia dell’arresto di Fasano senza menzionare D’Alema e quindi anche la sua risposta a De Benedetti?
    Allora Repubblica, per non sbagliare, ha pubblicato quello che ha ottenuto da mesi di inchiesta sul caso Noemi.
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    Ora si potrebbe aggiungere che, per vivacizzare la monotonia del menu e stimolare l’appetito dei lettori, “Repubblica” ha pensato bene di giocherellare un po’ con i titoli e con le foto.

    Vabbe’, c’entrano come i cavoli a merenda, ma qualche affamato disposto a deglutire tutto si trova sempre.

  • Talita:

    Non riesco a crederci.
    Qualcuno di voi si meraviglia ancora per gli articoli di “Repubblica”?!

    Non è detto, però, che i bulletti debbano restare impuniti.
    Silvio Scaglia dia mandato ai propri legali di querelare.
    Di solito, chi non ha onore da difendere teme solo per il proprio portafoglio.

  • stefano:

    1. Repubblica si ciba dell’ingenuità della gente, ma soprattutto della cieca ideologia che le permette di sopravvivere (quanti soldi prende Repubblica dallo Stato?)
    2. Qualche commento fa ho citato i salotti buoni: eccone un bell’esempio. L’intellighenzia radical-chic dei repubblichini è la sposa perfetta della casta giudiziaria. Si giustificano e alimentano l’un l’altra

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World