Visita di Stracquadanio a Mario Rossetti: L’ho trovato lucido e determinato

Maurizio Belpietro, direttore di Libero, lo aveva annunciato proprio dalle pagine di silvioscaglia.it: “Presto dedicherò ampio spazio a Mario Rossetti”. Promessa mantenuta: il quotidiano pubblica oggi un articolo sull’ex direttore finanziario di Fastweb, raccontando la visita che ha potuto fargli a Regina Coeli, Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl.


Rossetti è ormai in prigione da più di 90 giorni, tre mesi durante i quali la prova più dura è stata quella di “non poter passare neanche un minuto di tempo con la moglie e i tre figli (Giorgio di 9 anni, Luise di 8 e Leone di 2)”. Racconta ancora il parlamentare: “la prima volta che l’ho visto a Rebibbia l’ho trovato spaventato e incredulo. Ora invece è lucido e determinato”. Il colloquio è avvenuto in una stanza del raggio G12 del carcere romano, alla presenza del direttore, del vicedirettore e di un ispettore della Penitenziaria. “Nonostante tutto – ha detto Rossetti – ho ancora fiducia nell’Italia, nelle istituzioni”.


Tra le mura della cella – scrive ancora Libero – Rossetti “divora libri”. “Ma il manager – aggiunge – si sta anche interessando di organizzazione carceraria”. E soffre, certamente molto, la sua condizione di detenuto in custodia cautelare: un’ora d’aria al giorno invece di due, la possibilità di andare in biblioteca solo quando non c’è nessuno”.


“Stracquadanio – prosegue Libero – è convinto che Rossetti voglia raccontare la sua storia. E che, come è successo a Scaglia, voglia iniziare un percorso che proseguirà anche fuori. “Il carcere preventivo è come un’ustione, una ferita che non si rimargina”, ha detto al deputato. Chiedendo, poco prima che lo riaccompagnassero in cella di “salutargli gli amici con i quali non ho più avuto modo di parlare”.


Forza Mario.


34 Commenti a “Visita di Stracquadanio a Mario Rossetti: L’ho trovato lucido e determinato”

  • Sergio Luciano:

    Il protrarsi della carcerazione di Mario è al di là del surreale, è uno scandalo che deve finire immediatamente e che non dovrebbe mancare di produrre conseguenze professionali serie su chi ne è responsabile

    • Giuseppe Grassi:

      Sono d’accordo con Lei, la carcerazione di Mario va al di là del surreale. Quando questa storia è iniziata, ero convinto che ogni equivoco si sarebbe chiarito in pochissimi giorni. E invece siamo ad oltre 90 giorni di carcerazione preventiva. Quello che mi rammarica di più è sapere che, durante questo lungo periodo di detenzione, Mario è stato ascoltato dagli inquirenti una sola volta (o forse due, così ha riportato la stampa). La sproporzione tra la durata della carcerazione preventiva (96-97 giorni) ed il numero di interrogatori (1-2) deve far riflettere tutti quelli che hanno a cuore le sorti della giustizia italiana.
      La ringrazio per questo intervento di sostegno a Mario. Avendolo conosciuto sui banchi del liceo, e poi frequentato per 33 anni, mi mancano le sue telefonate. Spero che questo incubo finisca presto.
      Forza Mario.

    • Talita:

      Mah! Purtroppo io trovo il tutto più che reale.

      Dai tempi di “Mani pulite”, la custodia cautelare in carcere in mancanza di elementi che la richiedano, è stata quasi codificata.

      Serve a FIACCARE l’indagato – specie se “appetitoso“ – di modo che parli: ma con sintassi gradita agli inquisitori.

      Se invece l’indagato-vip non si fiacca, generalmente ha un’unica via d’uscita: la decorrenza dei termini.

  • Patrizia P.:

    Non so dopo tutto questo tempo quale possa essere lo stato d’animo più adatto ad esprimere questa situazione che tutti seguiamo con affetto e trepidazione: impotenza,sbigottimento,determinazione,rabbia,paura..attesa,ingiustizia,preoccupazione,e poi ancora…. una grande speranza: speranza che presto finisca questo buio e che si possa rivedere la luce!E che la luce presto la possano rivedere anche i bambini che non capiscono cosa sta succedendo,ma che rivogliono il loro papà nel quale mai nulla e nessuno ha fatto perdere un solo briciolo di fiducia! Coraggio,siamo proprio in tanti ad aspettare il termine di questa assurda vicenda!!!

  • luigi:

    Sì, sono d’accordo con Talita, prima o poi usciranno e parleranno ma i giudici non pagheranno mai per quello che hanno fatto ed è questa certezza che li spinge a prendere certe decisioni.

    • Talita:

      Caro Luigi,
      l’avverbio “mai” dovrebbe essere cancellato dal dizionario.
      Anzi, lasciato solo nella frase idiomatica “Mai dire mai”.

      Siamo ormai abituati ad ascoltare lo slogan che ogni indagato si impone, come se fosse un mantra o un esorcismo: “Ho fiducia nella Magistratura”.
      Naturalmente, nella quasi totalità dei casi, significa “Non ho per niente fiducia nella Magistratura, ma comincio fin d’ora a pararmi le terga”.

      È evidente che oggi sono rimasti solo gli “ultimi giapponesi” ad avere fiducia nella Magistratura.
      Pensiamo al periodo “glorioso” di ‘Mani pulite’ (1992-1993): i sondaggi di allora asserivano – quasi concordemente – che i magistrati riscuotevano la fiducia del 95% della gente.
      Una percentuale bulgara.

      Successivamente si cominciò a capire che le mani non erano poi tanto pulite e si cominciò a pagare l’idiozia del Parlamento, che – per salvare la faccia dei politici (soprattutto dei pochi rimasti “miracolosamente“ indenni, tanto da dover rendere il favore) – cancellò l’immunità dei parlamentari, consegnando nelle mani dei magistrati la prerogativa di far cadere a piacimento i Governi.

      Oggi – secondo Eurobarometro, l’istituto di sondaggi della Commissione europea – solo un terzo degli Italiani ha fiducia nella magistratura.
      Il che significa che i due terzi non ne hanno affatto.
      E non potrebbe essere altrimenti, seppure a scapito dei magistrati che si comportano bene.

      Dunque, da una parte i magistrati dovranno tener conto della loro prevalente impopolarità (e, osservando con attenzione, si vede chiaramente che sono cagionevoli rispetto all’opinione pubblica); dall’altra parte, il Governo deve finalmente attuare le riforme della Giustizia che ha promesso.

      Aspettiamo tali riforme, prima di dire “mai”.
      Come pure il Governo non dovrà ritrarsi rispetto a quanto promesso.

      L’altroieri Sallusti, nel “Giornale”, ha bastonato i nostri governanti acquiescenti e/o pavidi, ossia
      «quei signori della maggioranza, alcuni anche esponenti di primo piano della corte di Berlusconi, convinti che non toccando gli stipendi dei magistrati si avrà in cambio una tregua nell’assalto giudiziario al centrodestra. È da diciotto anni che si calano le braghe inutilmente. Sarà così anche questa volta».

      Ecco, finiamola col calarci le braghe!

  • Juri Panunzi:

    Chi ripagherà i figli di quest’uomo l’assenza di ben tre mesi del proprio padre, torturato con la privazione della propria libertà senza prove.
    Ma è credibile che la politica non possa intervenire o non ha responsabilità? Se è cosi facile, finire in galera di chi è la responsabilità, se è vero, ed è vero, che basta la perversa idea del magistrato che ti metto dentro “perchè non puoi non sapere”, perchè mandi affan—- un vigile che ti tartassa ingiustamente, perchè ti sei coltivato due cannette in casa, oppure come nel caso degli stranieri in Italia se non lavori per legge diventi “pericoloso”. Allora il punto è come fa la politica ad essere credibile, su un caso che oltre che umano è tutto politico ad erigersi a difesa del Dottor Rossetti e dei tanti nella stessa posizione?
    In questo paese passa solo la “legge” del più forte questi sono i risultati. Il clima è avvelenato le leggi a personam sono appunto a personam e non riguardano ne Rossetti ne la moltitudine carceraria.
    Il destino degli innocenti è subire la strage fin dai tempi dei racconti biblici.
    Ma attenzione perchè l’innocenza si può perdere in ogni momento. Continui la politica a fregarsene delle persone, nella storia in senso materiale ci sono corsi e ricorsi e sono cadute molte teste, anche coronate.
    Signor Rossetti sono con lei, nel suo dramma, accetti tutti gli attestati di solidarietà anche quelli più pelosi possono essere molto utili lei può essere il caso emblematico per far cambiare lo stato delle cose così come stà sperimentando amaramente sulla sua pelle. Tenga duro e poi parli, parli per chi non ha voce quando avrà risolto il suo caso personale.
    Con stima.
    Juri Panunzi

  • chiara carrara:

    caro Mario, la mia lettera è tornata indietro, spero di dartela presto personalmente.
    Marco e io ti pensiamo molto, se ti può confortare ti siamo vicini anche con la preghiera .
    un abbraccio e un pensiero affettuoso a Sophie e bambini
    chiara

  • Talita:

    Ecco! Adesso non potremo più dire che i magistrati non brillino per sensibilità.

    Leggiamo:
    «L’Associazione Nazionale Magistrati non ha intenzione di proclamare oggi uno sciopero contro le misure previste nella manovra finanziaria, ma non è escluso che si possa arrivare ad una forma di protesta così dura se “le misure nei confronti dei magistrati fossero caratterizzate da iniquità e ingiustizia sia nei confronti di altre categorie sia all’interno della stessa magistratura, con un danno SOPRATTUTTO PER I MAGISTRATI PIÙ GIOVANI”. Questa la posizione espressa dal segretario del sindacato delle toghe, Giuseppe Cascini, nel corso della riunione del ’parlamentino’ convocato in via straordinaria proprio per discutere della manovra, per questa mattina».
    (Il Giornale, 29 marzo 2010)

    Sono davvero commossa!
    Soprattutto dalla preoccupazione dell’Anm per i magistrati più giovani.

    E allora colgo la palla al balzo, invitando l’Anm a preoccuparsi anche per:
    - Giorgio Rossetti, 9 anni
    - Luise Rossetti, 8 anni
    - Leone Rossetti, 2 anni.

    Giovani anche loro. Anzi, bambini.

  • Talita:

    Incollo qui un messaggio che ho inviato al blog di Stefano Filippi e che non riscrivo, in quanto ripeterei esattamente le stesse parole.

    Il punto è: perché la genia dei magistrati-aguzzini – e dunque fatti salvi quelli che aguzzini non sono – non prevarrà?
    ____________
    Perché fin qui hanno vinto alcune battaglie: non ultima la salvaguardia dei loro stipendioni, grazie all’aiuto disinteressato di Napolitano (ma non aveva detto che i sacrifici si sarebbero dovuti distribuire equamente?! Mah!) e perfino di Gianni Letta.
    Ma non vinceranno la guerra, perché – vivaddio – esiste una categoria di persone con le palle.

    Ieri “Libero” ci ha informati della visita in carcere di Giorgio Stracquadanio a Mario Rossetti.
    (Un grazie a Stracquadanio, che si sta interessando a fondo di questa faccenda. Come dovrebbe fare qualsiasi persona perbene. E lungimirante, soprattutto!)

    Dunque, dopo tre mesi di carcere – INGIUSTO – Mario Rossetti si presentava così: “Jeans, scarpe da tennis, maglia blu e maglietta bianca che spunta dal colletto, volto curato, barba fatta”.

    L’Uomo è intatto. E parlerà.
    Non ancora, però. Ha detto: «Vorrei scrivere, ma non riesco ad ottenere un pc».
    Giustamente il Pc è considerato un’arma impropria.

    E non è l’unica cosa che Rossetti non ottiene.
    Lui “come detenuto in custodia cautelare ha paradossalmente meno diritti degli altri. Un’ora d’aria invece di due, accesso alla biblioteca solo quando gli altri non ci sono, difficoltà ad avere qualsiasi extra”.
    Massì, incrudeliamo quanto possibile, finché è possibile!
    Ma prima o poi Rossetti uscirà.
    E parlerà.

    Parlerà anche Silvio Scaglia, tuttora MURATO in casa, perché non abbia contatti con l’esterno.
    Ma pure lui uscirà. E pure lui parlerà.

    E mi viene in mente un omonimo: Silvio Pellico, che con il suo scritto “Le mie prigioni” inferse agli Austriaci una sconfitta ben peggiore di una guerra persa, e fu un germoglio dei moti risorgimentali.
    Per la libertà e contro qualunque tirannia.

    Ecco perché non prevarranno.

  • Giuseppe e Maria Teresa G.:

    Caro Mario,
    siamo contenti che tu sia lucido e determinato, preghiamo sempre affinchè il tuo dramma si concluda presto, speriamo in settimana. E, soprattutto, ci auguriamo che Tu possa tornare combattivo come sei sempre stato!
    Un abbraccio a Sophie e bambini.

  • stefano:

    Oggi se riesco parlo col mio legale. Io non sono parte interessata di nessun procedimento relativo alla situazione fastweb-telecom: voglio capire se esiste un sistema per mettere pressione a sti aguzzini.

  • ALBI:

    Ciao Mario. Speriamo tutti che sia la tua ultima domenica in carcere. Un abbraccio forte. Albi, Franca e Gio

  • marco p.:

    Un abbraccio alla sua famiglia, a sua moglie e ai suoi figli nella speranza che questo incubo finisca. Subito.

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World