Inchiesta Telecom Sparkle – Fastweb: “Morgigni si astenga, non è più giudice terzo”


Con una lettera depositata presso l’ufficio del gip, alcuni avvocati difensori chiedono che Morgigni rinunci al suo ruolo in caso di “giudizio immediato”. E preannunciano l’eventuale ricusazione.


L’iniziativa è portata avanti dall’avvocato Valerio Spigarelli, difensore di Aurelio Gionta (uno degli arrestati) con un documento di undici pagine, che porta, tra l’altro, la firma degli avvocati Antonello Giudice e Massimo Lauro (legali dell’ufficiale della Finanza Luca Berriola), Fabrizio Merluzzi (che assiste l’ex amministratore delegato di Telecom Italia Sparkle Massimo Mazzitelli), e di Ambra Giovene (che cura gli interessi dell’imprenditore Gennaro Mokbel e della moglie Giorgia Ricci).


Il gip dell’inchiesta Telecom Sparkle – Fastweb, dr. Aldo Morgigni, non è più nelle condizioni di esercitare il suo ruolo di “giudice terzo”, essendo venuta meno la sua “imparzialità”, sulla base di diverse sentenze della Corte Costituzionale. In particolare, qualora dovesse essere richiesto dai pm (come appare ormai solo questione di tempo ndr.) “il giudizio immediato nei confronti degli indagati”.


E’quanto sostengono gli avvocati difensori che, a tal proposito, hanno depositato presso l’ufficio dello stesso Morgigni una richiesta di “astensione fin da ora”, preannunciando anche una eventuale successiva “ricusazione”.


Come spiegano i legali: “La Corte Costituzionale, con più di una sentenza, ha integrato le norme sulla incompatibilità dei giudici e ha stabilito un principio generale che vale per tutti i casi”. Nel dettaglio: “il giudice che emette le misure cautelari (come nel caso di Morgigni ndr.) e svolge una qualunque attività durante la fase delle indagini…si trova in una situazione di “non terzietà”, essendosi già espresso nella materia”. Pertanto, si sottolinea ancora, come secondo la Corte Costituzionale “tale giudice non può svolgere alcuna attività che sia di valutazione di merito sulla successiva evoluzione del processo”.


In altre parole, in caso di richiesta di giudizio immediato, il gip Morgigni si ritroverebbe nei fatti “nell’identica situazione di un Gup che deve valutare nel merito”, non potendo però farlo in posizione di “terzietà”, essendosi già espresso come gip. Quest’ultimo punto, in particolare, va riferito ad un ulteriore elemento tecnico: affinché ci possa essere un giudizio immediato occorre che vi sia “una prova evidente”, sulla quale è compito del gip esprimersi. Ma – e qui sta il punto – su questo il gip Morgigni si è già espresso. “Quindi – si domandano i legali – che garanzie di terzietà restano per gli indagati, se si sa già, in partenza, che la richiesta dei pm di giudizio immediato non sarà rigettata?”


Tra l’altro, fatto da non trascurare, nelle scorse settimane il Tribunale di Roma aveva richiesto alla Corte d’Appello di confermare al gip Morgigni il fascicolo Telecom Sparkle – Fastweb (precedentemente assegnato al gip Paolicelli), adducendo, fra le altre, la motivazione che l’inchiesta “essendo complessa” esigeva che ad occuparsene (sebbene la dr.ssa Paolicelli avesse ripreso servizio) fosse ancora il gip Morgigni, per evitare di metterlo nelle mani di persona meno istruita e preparata sulla inchiesta.


In pratica si chiedeva che Morgigni rimanesse (come gip) in quanto giudice “a conoscenza della complessa materia e quindi in grado di esprimersi nel merito”. Ma, allora, concludono gli avvocati – se Morgigni si è già espresso “nel merito” come farebbe a rifarlo con una nuova giacchetta da “giudice terzo”? E tenuto conto che la Corte Costituzionale, espressamente (vedi sentenze), non lo ritiene compatibile?


30 Commenti a “Inchiesta Telecom Sparkle – Fastweb: “Morgigni si astenga, non è più giudice terzo””

  • John Percival:

    How likely is the court going to rule that the judge handling the case thus far, be removed from the trial? If the case goes to immediate trail and the judge remains the same, does that mean a conviction is a foregone conclusion given the judges noted interest in the case? And if conviction is rendered by this same judge, do the convicted persons have the right of appeal? And are they free from prison and/or house arrest during the trial and appeal process? A really confusing legal system!

  • stefano:

    e aggiungo un articoletto che niente centra con Scaglia & C., ma che la dice lunga
    http://www.iltempo.it/latina/cronaca_locale/latina/2010/06/13/1169343-carcere_sbaglio_risarcito.shtml

    • Bruno:

      Morgigni…. Aldo Morgigni…. Aldo Morgigni… un nome che suona familiare… Forse solo casualità? … Omonimia? Mah! pensiamo ad altro, altrimenti sale l’orrore (lo sdegno c’è già da tempo)

  • stefano:

    A me piacerebbe di più una richiesta tipo “Morgigni si astenga – non è più giudice e basta”..

  • HENRICO58:

    Leggo e riporto senza commenti.
    Colpo di scena nel processo “Damasco 2″ per le infiltrazioni mafiose a Fondi. Dopo il rinvio a giudizio disosto dal gup Aldo Morgigni lo stesso giudice è stato ricusato dai due principali imputati, Carmelo Tripodo e Aldo Trani. La ricusazione è stata discussa ieri in Cassazione e lo stesso Procuratore generale, D’Onofrio, ha appoggiato la richiesta per incompatibilità perché Morgigni ha firmato altri atti legati a procedimento simili poi accorpati. Questa decisione potrebbe mettere in pericolo anche il processo nei confronti di altre 24 persone rinviate a giudizio il cui processo inizierà il 20 ottobre al Tribunale di Latina. Non è escluso, infatti, che anche gli altri imputati possano invocare l’illegittimità del rinvio a giudizio proprio in virtù della ricusazione del giudice.”

    • stefano:

      Commento io: se la mania di protagonismo di Morgigni mette in pericolo un processo, rendendo non valido un rinvio a giudizio, si apre un’ulteriore problema. Se lui non conosce (o misconosce) i limiti della sua attività ed il raggio della sua effettiva competenza, significa non solo che eccede nel protagonismo, ma che non sa fare il suo lavoro, che consiste anche nel sapere e rispettare i limiti di competenza che la legge impone. Quindi se ne dedurrebbe un’inquietante alternativa: o non sa fare il suo lavoro, o viola la legge apposta per farlo come vuole lui (salvo poi inficiare il lavoro fatto dagli altri). Ma chi viola la legge.. non dovrebbe essere rinviato a giudizio?!

  • HENRICO58:

    Non nutro simpatia per il “modus operandi” del GIP dott. Morgigni. Non ha mai dato l’impressione di giudice autonomo dai PM del quale è stato molto spesso cassa di risonanza mediatica. Condivido perchè ragionevole il principio dell’esclusione di un magistrato che si è già precedentemente pronunciato nella stessa materia perchè collide con il principio di terzietà, con ben rilevato dalla Corte Costituzionale. Non mi trovo d’accordo invece se alla frase alla frase “a conoscenza della complessa materia e quindi in grado di esprimersi nel merito”, si vuole attribuire il significato di ammissione come riportato successivamente: “Ma, allora, se Morgigni si è già espresso “nel merito” come farebbe a rifarlo con una nuova giacchetta da “giudice terzo”?”. A mio sommesso parere la prima esprime delle potenzialità , idoneità ecc. (in grado di esprimersi nel merito). Altra cosa si desume, invece, dai comportamenti. Ma questo è un altro discorso.

    • giovanni:

      Ciò che afferma è assolutamente logico, nel mondo delle persone normali, che sono anche quelle che, messe dinanzi all’evidenza di un loro errore, hanno la forza intellettuale di ammetterlo e di chiedere scusa, riparando, per quanto possibile, al malfatto. Ma possiamo mai ritenere che i magistrati di questo processo esprimano queste capacità e la relativa serenità d’animo?

  • giovanni:

    Dopo quel che ho letto delle motivazioni della Cassazione su Silvio Scaglia nutro seri dubbi che esistano ancora giudici in grado di garantirci da certi illogici voli pindarici giudiziari. Povera Italia!!!

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World