Vivere a Londra? Un grave indizio. Così ha sostenuto il gip.


Cronaca di una inchiesta con tanti pregiudizi. E paradossali indizi



Vivere a Londra può costituire un “grave indizio” di colpevolezza? A quanto pare sì, se ci si chiama Silvio Scaglia e si finisce sotto la lente del gip Aldo Morgigni (in seguito “estromesso” dal ruolo con il rientro del giudice naturale Paolicelli), il quale nel ravvisare i “giustificati motivi” per tenerlo in carcere dopo il suo immediato rientro dall’estero, ha utilizzato come pezza d’appoggio anche la motivazione della residenza inglese del fondatore di Fastweb.



Si legge, infatti, nelle motivazioni per la convalida dell’ordinanza di custodia cautelare che: “Lo Scaglia è residente a Londra (UK) dove hanno sede alcune delle società utilizzate per la triangolazione nonché i soggetti di nazionalità britannica impiegati come “prestanome”. L’argomento, in sé, è ineccepibile. Ma da questo a dedurre che esista un nesso tra la residenza di Scaglia nella capitale del Regno Unito e il fatto che gli autori della truffa abbiano scelto di far “partire” l’operazione truffaldina da Londra ce ne corre. Anche perché le date non corrispondono.


Dati alla mano, Silvio Scaglia si trasferisce a Londra l’8 febbraio del 2007, come dimostra l’iscrizione all’A.I.R.E., ovvero il Registro dei Residenti Italiani all’Estero. Ben dopo l’esaurimento degli effetti della “truffa carosello”, a giudicare dalle risultanze dell’inchiesta. Non si è trattato, si badi bene, di un trasferimento “fittizio”, motivato da ragioni fiscali. Bensì di un trasferimento effettivo della famiglia Scaglia, motivato dalla volontà di seguire da vicino gli studi delle figlie dell’ingegnere, alla vigilia del loro percorso universitario. In quei mesi, del resto, entrava nel vivo l’operazione di cessione di Fastweb a Swisscom, resa pubblica il 12 marzo con l’annuncio dell’OPA della società svizzera. E Scaglia già aveva in cantiere nuove tappe della sua esplorazione professionale nei nuovi media, a partire da Babelgum, nella convinzione che Londra fosse la piattaforma ideale per il varo di iniziative multimediale di portata almeno europea, se non globale, ovvero un “hub” privilegiato per dare il via a nuove strategie di business nel settore.


Considerazioni che poco contano agli occhi del gip: a suo avviso Londra non è un centro finanziario di dimensioni internazionali, ma un porto/aeroporto di dubbia reputazione.


1.485 Commenti a “Vivere a Londra? Un grave indizio. Così ha sostenuto il gip.”

  • galeazzo scarampi:

    How pathetic.. Perhaps Morgigni ignores the exile of Giuseppe Mazzini in London (1837), or Karl Marx (1849)? Or even less John Knox three centuries earlier.

    Would be nice to ask if he knows of anyone ever going to exile in Milano.

  • Giuseppe Grassi:

    Non conosco personalmente Silvio Scaglia. Conosco invece da trent’anni un suo stretto collaboratore, CFO in E.biscom-Fastweb, ovvero Mario Rossetti, anch’egli ai domiciliari. L’amicizia con Mario, e la profonda conoscenza dei valori in cui Mario ha sempre creduto (quali l’onestà, la lealtà, il senso etico della vita) mi induce a pensare che in questa vicenda la magistratura abbia preso un grosso abbaglio nei confronti di entrambi. E’ ovvio che ci siano in giro tanti magistrati-investigatori validi, ma l’Italia non è nuova a casi di clamorosi errori giudiziari.Proprio in queste ore i giornali stanno ricordando il caso di Enzo Tortora, sulla cui vita un’inchiesta giudiziaria condotta superficialmente ha avuto effetti assai gravi.
    Sono certo che Scaglia e Rossetti dimostreranno presto la loro completa estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Ad entrambi va la mia piena solidarietà per la dolorosa vicenda che stanno vivendo. All’amico Mario, alla moglie Sophie e ai piccoli Giorgio, Louise e Leone, un grande abbraccio e un arrivederci a presto.
    Giuseppe Grassi

    • stefano:

      L’errore è una mancanza commessa in buona fede: il caso Tortora, come il caso Scaglia & Co., si fa difficoltà a definirli “errori” giudiziari: l’attuale situazione a mio parere dimostra molto di più, dall’incapacità e ottusità fino all’utilizzo del proprio lavoro a fini di potere. E questi non sono errori.

  • John Percival:

    Silvio’s living in London is irrelevant to the case being made against him and as this blog correctly points out, his living there was a family driven decision and had absolutely no connection to these alleged crimes committed by the Italian mafia. I do wonder if the Italian establishment is aware of how damaging this entire case has been to reputation of Italy in terms of foreign direct investment in the country. The power of the prosecutors to make specious charges without foundation will definitely adversely affect the level of capital committed to the country in the future. A pity.

    • They do not care about the reputation of Italy, they care only about their power and their guaranteed career
      That is until Italy will default and their salaries and pensione will come to’ an END

  • Ignazio:

    il vero indizio? FARE IMPRESA IN ITALIA – DARE LAVORO IN ITALIA
    …deprimente!

  • stefano:

    La materia dove sicuramente eccellono è la geometria: teoremi e postulati loro non solo li applicano, ma più di qualche volta se li inventano.. Pitagora ed Euclide facevano i PM?!

  • giovanni:

    Il vero problema è come questi signori siano diventati PM e GIP nel settore penale. E già, perchè mentre per fare il giudice civile o l’amministrativo un buon “secchione” può bastare, per fare l’investigatore occorre conoscere delle tecniche che questi signori hanno certo dimostrato di non padroneggiare e, soprattutto, avere l’attitudine a mettersi ogni giorno in discussione, confrontandosi con la realtà, conoscendo e ascoltando le persone che si hanno dinanzi, e tra queste anche gli stessi sospettati, con grande umiltà e rispetto. L’investigatore deve essere come lo scienziato: sempre alla ricerca di una verifica per delle tesi che non devono mai essere assiomi. Quando Scaglia, Mazzitelli, Comito, Catanzariti sono stati interrogati, oggi sappiamo che hanno detto delle cose che avrebbero dovuto essere oggetto di verifica e/o approfondimento. Invece scopriamo che “loro” interrogavano solo per una sorta di pro forma, gratinicamente fermi nelle loro erronee convinzioni iniziali. Male, così non si investiga, ma si fanno solo sprecare soldi al cittadino e si producono danni morali e materiali. E colpa maggiore hanno i GIP, che dovrebbero sottoporre al vaglio critico le “prove” prodotte dai PM e mandare a ramengo quanti argomentino con scarsa serietà.
    Ma il problema si pone anche a monte: la prima garanzia dovrebbero essere le Forze dell’ordine, nelle quali chi esercita le funzioni di polizia giudiziaria dovrebbe essere adeguatamente preparato, anche in termini di “igiene logica”, per farlo, Risulta, invece che si possa diventare investigatori solo per regale investitura e senza aver superato alcun corso per poter assolvere consapevolmente alle tremende responsabilità che tale lavoro comporta. E’ questa catena di incompetenza, superficialità, spocchia e neghittosità (e qualche volta calcolo “latu sensu” politico) che mette in moto processi mostruosi come quelli di cui sono vittime le persone perbene.

    • sonia:

      fai sempre un’analisi tristemente veritiera degli eventi,è evidente che, a differenza di chi dovrebbe, leggi le carte in maniera lucida e senza pregiudizi. già nell’ordinanza, per alcuni degli imputati,erano presenti fatti e circostanze clamorosamente non vere,confutate dalle difese che potevano essere facilmente verificate dagli “investigatori”…ma come si interrompe questa catena?

  • Amilcare:

    Ma si, se non via a messa la domenica, ti sei fatto qualche milione e non sei allineato con il sistema e vuoi fare studiare i figli all’estero sei un reazionario e vai INCARCERATO.
    In alternatva patteggi e sarai perdonato !
    Sani principi di cattocomunismo.

  • stefano:

    Dunque.. I Toga Party di musica sanno poco, in geografia arrivano al sei stiracchiato (considerano Londra più o meno come Corleone), in storia faticano parecchio (vista la non corrispondenza delle date).. Chissà come li hanno passati i concorsi.. Col gratta e vinci?!

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Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World