Reati economici: la proposta del PM Ielo


Il magistrato della Procura di Roma al convegno Confindustria di Capri lancia l’idea di concentrare nelle sedi di corte d’appello le procure e i tribunali distrettuali che si occupano di illeciti finanziari. Ma intanto la “nuova” 231 è ferma al palo



“Perché non realizzare procure e tribunali distrettuali che si occupino di reati economici, concentrandoli nelle 25 sedi di corte d’appello, esattamente come oggi accade con le Direzioni distrettuali antimafia?”. Se lo è chiesto, nel corso del recente convegno della Confidustria a Capri un ospite d’eccezione: il PM Paolo Ielo della Procura di Roma.


“Perché una cosa – ha aggiunto Ielo – è occuparsi di reati economici e finanziari un paio di volte l’anno, altro è dedicarsi a tempo pieno a questi temi. Nel nostro mestiere l’autoformazione è fondamentale, e la si ottiene solo con la continuità”.


Quanto alle risorse umane necessarie per realizzare queste sezioni speciali, secondo Ielo, si potrebbero recuperare tagliando 65 dei 165 tribunali italiani: ovvero quelli che operano con meno di 15 giudici, i quali potrebbero essere poi accorpati in altre sedi. Una proposta sensata, che merita di essere seguita anche perché arriva dalla stessa procura di Roma che ha indagato sulle frodi carosello. Fu lo stesso procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo a riconoscere, nell’intervista concessa al quotidiano Libero il 15 maggio scorso, che in materia di reati di questo tipo, “non c’è quel background che invece abbiamo per combattere il terrorismo e la mafia”.


Che cosa implica dunque questo “minor background”? Nel caso della truffa ai danni dell’ingegner Scaglia e di Fastweb il risultato è che la vittima, secondo una presunzione basata sul principio che il capo azienda “non poteva non sapere” diventa immediatamente complice, anzi il “perfetto” coautore di un raggiro ai danni dello Stato (raggiro giustamente perseguito) da cui, però, non ha tratto alcun profitto. Vorrà pur dire qualcosa? Ben venga perciò, come chiede anche un rappresentante della Procura della Repubblica, una formazione adeguata per contrastare i comportamenti criminosi.


Nel frattempo, il testo di riforma della 231, ovvero della legge sulla responsabilità penale delle aziende, la cui revisione dovrebbe avere come elementi fondanti l’inversione dell’onere della prova (toccherebbe cioè al magistrato inquirente dimostrare che il modello di controllo interno non ha funzionato) e la creazione di “modelli” di controllo standard certificati da soggetti autorizzati, è fermo al Dipartimento affari legislativi del Ministero della Giustizia. E non si sa quando farà passi avanti. Insomma è ferma al palo.


13 Commenti a “Reati economici: la proposta del PM Ielo”

  • Nicola:

    c’è qualcuno che ancora pensa di vivere in un paese libero e democratico piuttosto che in un regime condotto dai magistrati?

  • Amilcare:

    Silvio non é solo ad essere perseguito con mezzi di ” evasione fiscale ”
    Interessante il parallelismo russo di mikhail khodorkovsky
    http://www.businessinsider.com/mikhail-khodorkovsky-closing-statement-2010-11

  • giovanni:

    l’unica proposta che ci aspettiamo è una legge sulla responsabilità dei magistrati che riconduca la disciplina ai principi generali che valgono per tutti i dipendenti pubblici e una disciplina delle bnullità che sanzioni più marcatamente gli errori continui, frutto di sciatteria e neghittosità dei magistrati di ogni ordine e grado.

  • Giulio:

    Non sarei tanto ottimista sulla bontà della proposta di Ielo, e tempo sempre gli scopi a cui tendono le iniziative e le proposte delle procure.
    In questo caso concentrare i reati economici in sezioni penali speciali nelle sedi delle Corti d’Appello potrebbe anche significare riservare nelle mani della magistratura più schierata, nell’obiettivo di meglio colpire le categorie imprenditoriali e professionali ad essa invise.
    Diceva Andreotti che a pensar male si commette peccato ma spesso si ha ragione.

    • Amilcare:

      E si caro Giulio tribunali speciali per reati economici come nell ex Unione Sovietica
      Cosi si potrebbe definire con piu precisione chi poteva non sapere e chi non poteva non sapere.

    • stefano:

      Concordo sul rischio di un’ipotesi di questo genere: la concentrazione di potere ha sempre un lato oscuro che prima o poi salta fuori. Sarebbe semplicemente meglio che, per certi reati, ci fosse una preparazione specifica. Nel mondo funziona così: se le cose le sai fare le fai e lavori; se non le sai fare, vai a casa (oppure fai come certi magistrati)

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