Dov’è finito Silvio Scaglia?


L’ingegnere diventa un simbolo della malagiustizia



“Sono troppe le storie di imprenditori che vengono sbattuti sui giornali per un paio di giorni e poi finiscono nell’oblio. Nessuno ad esempio riesce a capire se Silvio Scaglia, il manager di Fastweb, sia ancora agli arresti domiciliari nella sua villa in Val d’Aosta che guarda il Monte Bianco”. Scriveva così ieri Dagospia e, oggi, Claudio Borghi sul Giornale – a proposito del sequestro disposto dalla Procura di Milano di un’area contigua agli spazi previsti per l’Expo 2015 per il sospetto di inquinamento – scrive: “Può essere che questa volta la Procura abbia ragione e i danni ci siano, ma è un fatto che questo potere di invasività economica dell’autorità giudiziaria legato ad una mancanza di responsabilità per il suo operato spaventa molti imprenditori che pur vorrebbero investire in Italia. Si pensi per esempio alla carcerazione di Silvio Scaglia ed addirittura al ventilato commissariamento di Fastweb: quando (e se) si arriverà a sentenza per quei fatti? Chi aveva ragione?”.



Insomma, il caso di Silvio Scaglia è ormai diventato un esempio di scuola del mal funzionamento della giustizia italiana nelle sue forme peggiori. A partire dall’uso improprio della carcerazione preventiva usata come pena preventiva da infliggere senza processo. Una modalità sempre più comune, usata in questo senso anche, in un dibattito televisivo, da personalità al di sopra di ogni sospetto, come il direttore de Il Riformista Antonio Polito. Un esempio dell’inefficienza italica. Un po’ come la Salerno-Reggio Calabria o le piene del Seveso che allagano mezza Milano ad ogni acquazzone senza che la macchina pubblica sappia trovare un rimedio.


Non è una consolazione per il cittadino privato della sua libertà e dei suoi diritti, come l’ingegner Silvio Scaglia. Soprattutto se si ha la sensazione, nonostante i nostri sforzi, che sulle ingiustizie perpetrate nei confronti di Scaglia che si è consegnato spontaneamente alla giustizia senza indugi, sia calata una cortina di indifferenza. O, peggio, di silenzio. Per evitare che si consumi questo crimine nel crimine, il Blog di Silvio Scaglia ha programmato un’iniziativa online in vista dell’apertura del processo, il prossimo 23 novembre. Con un obiettivo: informare perché l’ignoranza, in questo caso, è complice della malagiustizia.


2 Commenti a “Dov’è finito Silvio Scaglia?”

  • giovanni:

    Scusate, ma io non capisco i giornalisti. Continuano a farsi domande sull’Ing. Scaglia (non se ne sono mai fatte troppe su altri sfortunati protagonisti – loro malgrado – di questa triste e nemmeno poi troppo complicata vicenda), ma nessuno sembra essere in grado di aprire e leggere l’ordinanza, gli atti che ne sono seguiti (compresi quelli de libertate) e di ricostruire la “storia” delle persone per giudicare direttamente della colpevolezza o dell’innocenza degli imputati, ovvero della sussistenza reale di gravi indizi, sulla base delle “prove” raccolte. Si limitano ad esprimere pigramente dubbi generici o le altrettanto pigre ed assiomatiche certezze delle veline, senza prendersi cura di leggere né in superficie né tra le righe le motivazioni.
    Insomma, mentre per casi di cronaca sanguinolenti ci si divide spesso tra colpevolisti ed innocentisti, con scarnificazione delle indagini, degli investigatori e dei PM, in questi casi – che riguardano persone perbene vittime di truffa e di indagini che con un eufemismo potremmo definire approssimative – l’opinione pubblica è o non informata o mal informata.
    E’ vero che qui sono in ballo “attori” che non ricordano nemmeno alla lontana i personaggi a tinte fosche di certi romanzi gialli, che tanto piacciono al “popolino”: Silvio Scaglia, all’udienza del 2 novembre, era elegante, cordiale e attentissimo; il dott. Rossetti provato, ma ancora qualche volta sorridente; il dott. Mazzitelli, teso ed ipercinetico, ancora sembrava chiedersi come fosse possibile per lui trovarsi in quella situazione; l’ing. Comito, con un’irrefrenabile voglia di esternare tutto quello che deve aver rimuginato in questi mesi, nelle lunghe pause non ha fatto che parlare con le molte persone che lo circondavano (esclusi, come ovvio i coimputati; meglio precisarlo, altrimenti i maghi della Procura potrebbero usare questo post come prova contro di lui); per lo più silenzioso ma attento all’evolversi surreale della giornata e dell’udienza “convocata per sbaglio” l’Ing. Catanzariti, tra tutti i manager FASTWEB e di TIS quello che risulta aver subito più a lungo l’ingiusta umiliazione della detenzione carceraria. Ora, altrettanto ingiustamente, tutti si trovano agli arresti domiciliari con divieti di colloquio ancora validi.
    E’ la sconfitta della Giustizia, soprattutto se si pensa che GIP, Tribunali e Corti fingono di non vedere i limiti davvero macroscopici di indagini in cui gli indizi più che provati sono presunti ed, in alcuni casi, addirittura frutto di chiara operazione di manipolazione logica.
    In questi frangenti, l’unica consolazione per chi segue questo caso e crede nella Giustizia è quella di potersi sfogare su questo sito, con la speranza che altri, incuriosendosi, capiscano cosa significa cadere nelle trappole dell’italica giustizia (con la g minuscola).

  • stefano:

    Io sinceramente tra i togaparty e l’anonima sarda degli anni 70-80 non ci vedo sta gran differenza in termini di modalità: persone sequestrate per mesi, con stillicidi di notizie per i parenti e rinvii con nuove richieste.
    Il fine dell’anonima erano i soldi; quello dei togaparty?! fama, potere (che comprendono entrambi i soldi alla fine). In molti dell’anonima alla fine hanno pagato per ciò che hanno commesso. Abbiamo speranza anche per i togaparty?!

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Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World