Il Riformista: Scaglia vittima di uno schema ideologico



Vi ricordate di Silvio Scaglia?”. Non è una domanda retorica quella che Alberto Mingardi rivolge dalle colonne de Il Riformista alla vigilia del processo del fondatore di Fastweb che si aprirà martedì prossimo. Perché in questo periodo è calata una sorta di congiura del silenzio nei confronti dell’imprenditore, forse perché, suggerisce Mingardi, “dall’inizio delle indagini ad oggi non sono emersi nuovi elementi. Altrimenti lo sapremmo


Come avevamo appreso con dovizia di particolari delle ricostruzioni degli inquirenti circa il meccanismo delle frodi carosello. E del teorema, semplice, degli inquirenti: Scaglia non poteva non sapere”. “L’opinione degli inquirenti è che la truffa fosse nota anche ai piani più alti. Idea che si fonda su un cristallino dato di fatto: l’obiettivo di Scaglia, che era l’azionista di riferimento, era di massimizzare il profitto. Quindi qualsiasi cosa che fosse nell’interesse economico dell’azienda era anche il suo. Pertanto, visto che il carosello portava quattrini, non poteva non esserne informato”. In realtà l’interesse economico  è tutto da dimostrare: Fastweb non ha riscosso il credito Iva; Scaglia non ha venduto azioni nel periodo contestato; il compratore, Swisscom, era perfettamente a conoscenza delle contestazioni fiscali nei confronti della società.


Ma, a parte questa non secondaria considerazione, Mingardi rileva che: 1) “nove mesi di custodia cautelare, quanto ne sono stati inflitti finora a Scaglia, appaiono incomprensibili anche a chi avesse una totale fiducia nella giustizia italiana”; 2) “le aziende sono bestie assai più complicate” di quanto non supponga il teorema degli inquirenti. “Nello stesso tempo fare l’esame del sangue ad ogni singola controparte pare al di là della vocazione di qualsiasi ditta”. Perciò, a proposito della supposta complicità di Fastweb con l’organizzazione criminale, va la pena di notare che “quando vado a comprare un paio di scarpe da ginnastica il venditore non mi chiede se mi servono per una rapina in banca”.


Insomma, sintetizza Mingardi, “non è proprio ovvio che Silvio Scaglia sia l’Erik Priebke dei colletti bianchi”. “Ma sta lo stesso agli arresti da nove mesi”. Con un danno comunque rilevante perché “il clamore mediatico delle indagini spesso fa a pugni con il silenzio ovattato delle assoluzioni”. L’unico antidoto, in questi casi, consiste nell’informare sulla reale (in)consistenza delle accuse dissipando.


8 Commenti a “Il Riformista: Scaglia vittima di uno schema ideologico”

  • Cesare:

    L’uomo che sa aspettare: il saper attendere presuppone un gran cuore e una ancora più grande pazienza. Non bisogna mai affrettarsi né appassionarsi.
    Se uno riesce ad essere in primo luogo signore di sé stesso, lo diverrà poi anche degli altri.
    Nel trascorrere del tempo, bisogna sapersi indirizzare al centro dell’occasione. Il prudente indugio ammannisce i successi e matura i segreti.
    La stampella del tempo giova più ed è più efficace della clava ferrata di Ercole. Dio stesso non punisce subito, e il proverbio dice che non paga il sabato.
    Famoso detto è questo: “Il tempo ed io valiamo per due”.
    La stessa fortuna premia la prudente attesa con la grandezza del guiderdone.

  • aniram:

    A me pare che il titolo dato all’articolo sia azzeccatissimo. Chi si ricorda di Silvio Scaglia? e di tutti gli altri che sono agli arresti e, dei quali forse non ci ricordiamo neanche i nomi? IO da semplice donnetta di casa, vorrei fare i complimenti alla redazione, che con determinazione porta avanti la sua battaglia. Peccato, che il blog, anche se certamente seguito, sia scarsamente commentato, e soprattutto non porti a scambi di idee tra i lettori. Vedo su molti giornali, come molti lettori si accapiglino nel commentare le varie notizie. Qui invece un silenzio quasi assoluto! So che sicuramente siamo quasi tutti daccordo sull’ingiustizia riservata a queste persone, se non altro per la lunga e al momento immotivata detenzione preventiva. Alla loro impossibilita di potersi difendere in modo adeguato, vista la detenzione che subiscono. E come dice la Signora Sophie, questo è un caso di dimensioni eccezionali, sia per il numero di persone tirate in ballo che per la mole di documentazione; come possono quindi preparare la loro difesa, se hanno difficolta nel consultare documenti e conferire con i loro legali? Dove è finito il diritto alla propria difesa?
    Mi spiace vedere che all’intervista della signora Sophie, è seguito un solo commento. Sono sicura che avrà ricevuto lettere e telefonate di solidarietà, ma perchè non dimostrarlo pubblicamente ? Sotto sotto abbiamo forse paura?
    E qui mi ricollego alla lettera scritta dalla giornalista Lucia Annunziata. Lettera che in effetti non ho mai digerito.
    Si perche da una persona cosi, con il sua passato giornalistico, non ti aspetti una lettera che non dice niente, ti aspetti una presa di posizione netta e non un colpo al cerchio e uno alla botte, tanto per non andare contro alla magistratura ma un domani poter anche dire “mi sono spesa per il caso” Eh no non si fa !
    E per la signora Sophie, avevo gia commentato la lettera della Signora Monica, anche per lei mi ripeto con le stesse parole.

    • sole:

      NESSUNO….. LA FRODE CAROSELLO DEL SECOLO E’ FINITO NEL RIPOSTIGLIO… IN SECONDA FILA… A PARTE UN NOME ORAMAI ASSOCIATO A QUALSIASI COSA ACCADA IN ITALIA…. IL RESTO DELLE PERSONE ARRESTATE SONO LASCIATE A MARCIRE NEL DIMENTICATOIO…PERICOLO DI FUGA E REITERAZIONE DEL REATO SONO LE RISPOSTE DEI MAGISTRATI…
      Il problema è che si spera che con questa pressione di custodia cautelare e prigionia (che sia arresti in carcere o domiciliari ..sempre privazione della libertà e dignità dell’essere umano).
      Mi chiedo ancora cosa ne sarà di tutte le famiglie e società distrutte da supposizioni??? Le persone parlano mormorano leggendo articoli eclatanti sui giornali o in tv…. ma non sapranno mai la verità al 100% di come sono state svolte le cose… e di quanta incompetenza ci sia. Mi auguro che la gente non parli solo ..ma che REAGISCA veramente per combattere questo abuso di potere e di ignoranza SOVRANA. E’ facile giudicare quello che riportano i giornalisti… sempre da prendere con le pinze… pensare di essere derubati di qualcosa e criticare aspramente… ma mettetevi sempre dall’altra parte della medaglia e sapendo di essere innocenti vi trovate senza nulla.. tutto sequestrato e indagato… a voi provarlo…

  • stefano:

    Aggiungo un distinguo doveroso: le veline non taroccano i concorsi..

  • stefano:

    Vittima di uno schema ideologico, di pressapochezza professionale, di evidente incompetenza giuridica e gestionale, di bramosia di fama a con poco sforzo e di disonestà intellettuale.
    No.. Scaglia non è il Priebke dei colletti bianchi, ma siamo sicuri che i togaparty non siano le veline della giustizia? In fondo il loro comportamento è molto simile: non sanno fare niente, ma tutta Italia li ritiene fondamentali in tv.. Magari tra un po’ li troviamo a fare i testimonial per una marca di shampoo con uno storico slogan “perché io valgo”

Lascia una replica per sole

Newsletter
Iscriviti alla newsletter di silvioscaglia.it




ebook il caso scaglia

Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World