Oggi la terza udienza del Processo Carosello

La decisione dei giudici sulle parti civili e le prime eccezioni preliminari, in particolare sul decreto di “giudizio immediato” che diversi legali difensori ritengono “illegittimo”. Questi i due temi che dovrebbero tenere banco, salvo possibili sorprese.


Potrebbe essere la prima “sorpresa” del Processo Carosello. Nelle ultime ore, infatti, la questione relativa alla richiesta di Fastweb, Swisscom Italia e Telecom Italia Sparkle di essere ammesse come parti civili, registra qualche complicazione. Il motivo è il seguente: dopo le eccezioni a tale richiesta sollevate dai legali degli imputati (principalmente sui presupposti di “infondatezza” e “carenza di legittimazione”) gli avvocati delle tre società di tlc hanno depositato in tribunale delle ulteriori (corpose) memorie a sostegno della propria tesi.


Ma lo hanno fatto (ed è questo il punto), con argomentazioni che si possono definire “nuove”, non presenti cioè nella richiesta originaria. Da qui il delicato tecnicismo giuridico (in realtà pregno di sostanza): si tratta di argomentazioni di cui si può tenere conto oppure sono da considerare “fuori termine”, cioè frutto solo delle eccezioni sollevate? E, se è così, sono ammissibili? Anche perché gli avvocati degli imputati potrebbero, a questo punto, chiedere un secondo “termine a difesa”, ovvero il tempo di esaminare approfonditamente tali memorie, per presentare a loro volta nuove contro-argomentazioni.


Cosa succederà? Toccherà al collegio del giudici decidere. Quindi due ipotesi: 1) anche nella terza udienza troverà spazio il tema della ammissibilità o meno di alcune parti civili (questione che non dovrebbe riguardare anche le Amministrazioni Pubbliche); 2) i giudici potrebbe ritenere di essere già in grado di dirimere la materia, quindi comunicare l’ammissibilità o meno di alcuni soggetti già in apertura, e porre poi al centro dell’udienza altre questioni preliminari.


Questioni preliminari fra cui spicca certamente, in primo piano, lo stesso decreto di “giudizio immediato” alla base dell’attuale processo. Un rito richiesto (e ottenuto) dai pm, considerato però “illegittimo” da diversi legali difensori degli imputati, secondo i quali il dibattimento, in realtà, avrebbe dovuto svolgersi con rito ordinario, soprattutto per gli imputati che devono rispondere di presunto reato tributario, non privati quindi della loro libertà personale (cosa che invece è) essendo scaduti il 24 agosto scorso i termini della custodia cautelare.


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