Murri: “Le Phuncard esistevano per davvero. E funzionavano”


Decima udienza, prosegue la testimonianza dell’Ad di Suade


È iniziata stamane la decima udienza del processo sulla “frode Carosello”. Davanti ai Giudici della Prima Sezione penale presieduta dal dottor Giuseppe Mezzofiore è ripreso l’interrogatorio di Augusto Murri, già amministratore della Suade, una società creata appositamente per la gestione delle Phuncard.


Murri, imputato in procedimento connesso, ha sostenuto che le Phuncard non erano fittizie, bensì esistevano per davvero ed erano perfettamente funzionanti. “L’operazione Phuncard non mi sembrava illecita: le carte esistevano. Anzi le ho viste produrre con una macchinetta”. Il teste ha poi descritto il sistema di funzionamento che consisteva nell’emissione di una scheda con un codice che dava accesso ad un servizio online. “Le schede venivano spedite in Svizzera e da lì commercializzate”. A domanda sulla distruzione delle schede stesse Murri ha precisato: “Si trattò di un episodio isolato relativo ad una sola partita”.


Come già sostenuto venerdì scorso, lo stesso Murri ha voluto precisare che, per l’organizzazione criminale ideatrice della truffa, Fastweb rappresentava una “sponda” necessaria per far circolare rapidamente i quattrini. Ma una sponda inconsapevole. Murri, interrogato dal pubblico ministero ha infatti testualmente affermato che “Fastweb era da noi utilizzata come società sponda per far girare velocemente i quattrini”. Alla domanda se a Fastweb fossero consapevoli del ruolo della società, Murri ha così risposto: “Non credo sapessero. Altrimenti non si sarebbero prestati”.


Non c’è stato il previsto inizio dell’interrogatorio di Dario Panozzo per indisposizione del teste.


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