Rassegna Stampa (6): Il caso Scaglia diventa un “caso”

 

Una lettera al direttore del settimanale Tempi ricostruisce alcuni aspetti della vicenda carceraria del fondatore di Fastweb

In particolare, ricordando ciò che scrisse la moglie Monica Aschei Scaglia il 14 maggio 2010 al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Una “corretta” precisazione verso un articolo comunque esemplare, di quelli che si vorrebbe leggere più spesso, su come funziona la custodia cautelare (pena preventiva?) nel nostro Belpaese.

 

 

«Volevo segnalare un particolare non da poco sulla vicenda giudiziaria di Silvio Scaglia, che nel vostro articolo nel numero 13 vi è sfuggita: Scaglia è uscito dal carcere per andare agli arresti domiciliari solo quando la moglie, credo ormai esasperata, ha scritto una lettera al presidente della Repubblica per sapere le ragioni per le quali suo marito si trovasse ancora in galera, pur mancando i requisiti di legge per la sua permanenza in loco (no pericolo di fuga: è tornato apposta per farsi arrestare da uno Stato estero privo di accordi di estradizione con l’Italia; no reiterazione del reato: i fatti incriminati risalivano ad anni precedenti; no inquinamento delle prove: non lavorava più in Fastweb da un paio d’anni). Napolitano rispose alla lettera e, dopo il solito melenso peana sull’autonomia e indipendenza della magistratura che gli impedivano qualsivoglia intromissione, scrisse che avrebbe preso informazioni: ebbene, qualche giorno dopo Silvio Scaglia uscì dal carcere. Ho voluto ricordare questo episodio perché emblematico della deriva arbitraria e disumana a cui si riduce un potere autoreferenziale senza limiti e contrappesi, qual è divenuto oggi quello giudiziario italiano». Un caro saluto. Luca Cantatore via internet.

 

La risposta:

«Fate finta che Dio non esiste. La vita degli uomini è di 70-80 anni. Vediamo quale Giudice dirà l’ultima parola».


 

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World