Osservatorio Corte Europea dei Diritti Umani: Italia da tempo sotto la lente della Corte


“Cominciamo col dire che se migliaia di detenuti italiani facessero ricorso alla Corte di Strasburgo otterrebbero due cose: la condanna del governo italiano e un congruo risarcimento”.  A dichiararlo, senza timore di smentita, è l’avvocato Anton Giulio Lana, presidente dell’Osservatorio CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’uomo). “L’Italia – aggiunge – è da tempo sotto la lente della Corte per violazione dell’articolo 3 della Convenzione”.

 

Avv. Lana, ci spieghi meglio?

L’articolo 3 fa riferimento, tra le altre cose, alle condizioni di detenzione. Ad esempio, all’eccessivo sovraffollamento di un carcere che, a certe condizioni, può determinare un “trattamento degradante”. In particolare nel 2009 c’è stata la pronuncia della Corte europea che ha condannato l’Italia a mille euro di risarcimento nei confronti di Izet Sulejmanovic, un cittadino bosniaco in prigione per furto, ricettazione e falso. E’ una condanna che stabilisce un precedente: non si possono tenere troppe persone in celle piccole, sovraffollate, con servizi indecenti.


Avv. Lana, quindi ci potrebbe essere un ricorso in massa…

Teoricamente sì, per tutti quelli che vivono condizioni di degrado simili a quelle di Sulejmanovic. E sappiamo che sono la maggioranza dei detenuti italiani. Purtroppo va aggiunto che la Corte è vittima del suo successo, ogni anno i ricorsi crescono vertiginosamente e per arrivare a sentenza ci vogliono tre o quattro anni. Inoltre registro molta disattenzione dei media su questo. Infine molti avvocati non hanno la mentalità per condurre simili battaglie.


Ma perché l’Italia è stata condannata?

Perché Sulejmanovic è stato detenuto in due celle dove disponeva rispettivamente di 2,7 e 3,5 metri quadrati. Una condizione giudicata “degradante” dalla Corte.


Eppure adesso i detenuti sono quasi 70.000, un record della storia della Repubblica…

Appunto, si potrebbero fare decine di migliaia di ricorsi. Vorrei precisare: non contro questo governo, ma contro tutti i governi che hanno lasciato marcire i problemi


Cioè?

La giustizia in Italia è lenta, questo è il punto. Per accelerarla bisognerebbe investire in cancellieri, segretari, computer, e pure in giudici. E invece si fanno leggi. Chiunque arriva fa qualche legge, come se non ne avessimo abbastanza. Io dico: meno leggi e più risorse. Altrimenti è una presa in giro.


Gli eccessi di custodia cautelare nascono anche da questo?

In qualche modo ne sono una conseguenza. Non dico che sia sempre così, ma troppo spesso abbiamo assistito a un uso abnorme della carcerazione preventiva, a una distorsione dei suoi meccanismi.


Che fare?

Lo ripeto, anche se sono consapevole che rischia di essere una provocazione poco ascoltata. Ma se qualcuno prendesse l’iniziativa di un ricorso di massa, di decine di migliaia di ricorsi, forse qualcosa si smuoverebbe.


29 Commenti a “Osservatorio Corte Europea dei Diritti Umani: Italia da tempo sotto la lente della Corte”

  • Bruno:

    Strani questi governanti italiani (tutti, direi) che ignorano inviti, osservazioni sui Diritti Umani (una delle cose più moralmente elevate pe gli abitanti di queto pianeta, direi anche la più importante in assoluto) ben sapendo che stanno violando la legge non mettendo a posto nulla, e poi sono pronti a genuflettersi alla UE (ed anche questa che bacchetta a destra e a manca secondo convenienza) in merito all’età pensionabile delle donne, “altrimenti ci sanzionano!” Non temono e ignorano sanzioni sui Diritti Umani, ma si preoccupano di far lavorare di più le donne.
    Senso delle priorità (da parte di tutti) ZERO.

    • Talita:

      Bruno,
      però non si risolve niente dicendo “Piove, Governo ladro!” o anche che i politici sono tutti uguali.
      Secondo me, non sono tutti uguali. Per niente.

      Il problema delle carceri non è nato oggi e neppure da un anno. È un problema antico, oggi aggravato dall’immigrazione selvaggia consentita fino a due anni fa e alla presenza sul nostro territorio di immigrati che delinquono: per vivere oppure per vocazione.

      A gennaio scorso il Governo ha decretato lo stato d’emergenza nelle carceri per tutto il 2010 e ha approvato il “Piano carceri”, prevedendo nuove strutture di detenzione, un maggior numero di agenti e specifiche misure deflattive.
      Se ti interessa approfondire:
      http://www.nannimagazine.it/articolo/Carcere-in-un-decreto-i-4-pilastri-per-combattere-il-sovraffollamento

      Ad aprile scorso il Governo ha proposto un alleggerimento della popolazione carceraria mediante la concessione dei domiciliari in sostituzione dell’ultimo anno di detenzione.
      Se ti interessa, vedi:
      http://www.newnotizie.it/2010/04/17/carceri-il-governo-propone-i-domiciliari-contro-il-sovraffollamento/

      E che è successo?
      Una sollevazione isterica dell’opposizione + stampa pelosa, che si sono messe a gracchiare che il Governo vuole introdurre un indulto o un’amnistia camuffati.

      Dunque, in Italia, il Governo propone e l’opposizione+altri poteri più o meno occulti dispongono.
      E finora non si è fatto nulla, anche perché è noto che la situazione nazionale e internazionale non è delle migliori, cosicché c’è molta altra carne sul fuoco e si sente costantemente puzza di bruciato.

      Insomma su questo e altri temi, il Governo dovrebbe essere appoggiato e coadiuvato dall’opposizione: ma così non è.
      Né si può chiedergli di risolvere in quattro e quattr’otto una situazione ormai incancrenita.

      Quanto a voler far lavorare di più le donne, come tu dici:
      a) non vedo perché le donne debbano lavorare meno degli uomini. Se davvero si vuole la parità di trattamento, escluso ricorrere alle ridicole “quote rosa” e controproducente è voler lavorare meno dei maschi.
      Occorre che le donne non pretendano salamelecchi e altri benefit incomprensibili, ma pretendano invece la parità in tutti i settori della società;

      b) i nostri politici nicchiano eccome di fronte all’aut-aut dell’Ue, tanto è vero che si stanno già proponendo periodi di abbuono per ogni figlio procreato.
      Il che mi sembra altrettanto ridicolo, visto che le donne già godono di un congruo periodo di astensione dal lavoro per maternità.

      • Bruno:

        Talita, avrei dovuto forse riferirmi anche ai politici TUTTI (quindi comprese le opposizioni come dici tu). Sulle pressioni esterne (media ecc) pur dovendo in parte ascoltarle, i governi e i politici dovrebbero comunque, se credono in ciò che fanno, tirare avanti, grazie anche ad una trascvedrsalità che doverbbe esserci su certi argomenti su cui non si dovrebbe che essere d’accordo.
        In merito alla parità delle donne, diamo atto che molte lavoratrici sono anche madri di famiglia ed a loro “competono” (più o meno d’ufficio) certi oneri lavorativi supplettivi oltre a quelli per cui sono retribuite da un datore di lavoro.
        Senza esagerare o offendere nessuno, varrebbe la pena usare una frase esemplificativa che molti portatori di handicap fisici dovrebbero usare spesso: “Se vuoi (rubarmi) il mio parcheggio, rubati anche il mio handicap”.
        E qui mi fermo per non uscire dal seminato.

        • Talita:

          Bruno,
          essendo una donna, ti posso assicurare che le donne sono mooolto forti.
          E anche organizzate, concludenti ed efficaci.

          Non ci servono il paternalismo, le “quote rosa” o l’istigazione a frignare.

          Ci serve solo il riconoscimento del nostro valore e delle nostre indubbie capacità: dentro e fuori casa.

          E occorre, infine, che i maschi si prendano la loro parte di responsabilità: anche in àmbito domestico.

          (A scanso di equivoci, non sto parlando da femminista, ma da femmina.)
          Ti ringrazio per l’attenzione e ti saluto.

  • John Percival:

    I do hope one of the positive outcomes from this episode will be the enactment of laws in Italy severely restricting the ability of judges to issue arrest warrants without probable cause. While all countries have imperfect mechanisms for enforcing the law, this arbitrary power of these judges to incarcerate someone for an extended period without formal submission of incriminating evidence is an abuse of power.

  • giovanni:

    V’è pure un problema di pessima gestione degli orari delle udienze e del personale di cancelleria ed esecutivo (quest’ultimo sì carente, ma solo perchè una serie di concorsi interni agevolati ha consentito, come in molte altre amministrazioni, di trasformare, con semplici procedure, dattilografi in impiegati di concetto), oltre che dei servizi di registrazione delle udienze (tra i più costosi ed ineficienti del mondo). Se il Governo stipulasse contratti di lavoro ed accordi sugli orari davvero funzionali, probabilmente la giustizia (penale, ma anche civile ed amministrativa)potrebbe lavorare almeno 12 ore al giorno, ovvero dalle 08.00 alle 20.00. Il che sarebbe il minimo, visto che le Forze di polizia lavorano (e producono lavoro) per 24 ore al giorno. Invece nelel nostre aule giudiziarie dopo le 14 si assiste al deserto.
    Probabilmente anche gli avvocati dovrebbero riorganizzarsi, ma se la domenica, quano allo stadio i poliziotti allo stadio e per le strade lavorano, e con loro anche gli avvocati, per vero, vi fosse una Sezione del Tribunale aperta, probabilmente non dovremmo spendere fiumi di danaro in carcerazioni preventive, accompagnamenti e chi più ne ha più nemetta. E, soprattutto, si sfoltirebbe una miriade di processi “bagatellari” che sono il miglior paravento per agitare la bandiera del “sovraccarico” delle strutture giudiziarie.
    Ci vorrebbe, insomma, un po’ di spirito imprenditoriale nella gestione degli Uffici giudiziari, alla Tarfusser di Bolzano, insomma.
    Oggi, però, in troppi uffici giudiziari sembra quasi di assistere ad una di quelle scene del Titanic: nel salone delle feste si continua a danzare mentre la nave affonda.

    • Ricordo negli anni settanta, ” una vita fa ” ad avere il diritto di andare in tribunale in Canada a contestare un semplice divieto di sosta nella ” Night Court “( alle otto di sera ) perché di giorno lavoravo, ed avere presente di fronte al Giudice anche il poliziotto che scrisse la multa.
      Allora non esistevano ancora i computer, ma il giudice aveva di fronte a se il mio casellario giudiziario di automobilista ed era perfettamente in grado di capire che tipo di guidatore ero……
      Basta un po’ di organizzazione e buona volontà, ma per chi lavora per lo stato in Italia tutto è dovuto e i diritti del cittadino contano poco o nulla.

  • Talita:

    Non sono mica tanto d’accordo con l’opinione dell’avvocato Lana, quando dice che “La giustizia in Italia è lenta, questo è il punto. Per accelerarla bisognerebbe investire in cancellieri, segretari, computer, e pure in giudici. E invece si fanno leggi. Chiunque arriva fa qualche legge, come se non ne avessimo abbastanza. Io dico: meno leggi e più risorse. Altrimenti è una presa in giro.”

    E vorrei sottoporre alla sua attenzione il seguente articolo
    _______
    “Magistrati italiani superpagati – Spesi male i soldi della Giustizia” di Franco Talenti (‘Italia Oggi’, 3 novembre 2009)
    (…)

    Per giustificare lo stato disastroso della macchina giudiziaria (circa 9 milioni di cause arretrate, tempi biblici per ottenere una sentenza, 156° posto nella graduatoria mondiale dell’efficienza su 181 Paesi, dietro a Tonga), a volte il sindacato unitario delle toghe (Anm) sostiene che è colpa della scarsità dei mezzi economici messi a disposizione dal governo.

    Falso.
    Anzi, è vero il contrario.

    Per riformare la giustizia, obiettivo spesso declamato e finora mai attuato dal governo Berlusconi, NON SERVE SPENDERE PIÙ SOLDI, ma spenderli meglio e soprattutto risolvere il problema della governance, rimettendo in discussione lo strapotere del sindacato dei magistrati e del Csm.

    Secondo uno studio della Cepej (European commission for the efficiency of Justice), l’Italia spende per la giustizia lo 0,26 per cento del pil, che è molto di più di quanto spende la Francia (0,19 per cento).
    Per il funzionamento della giustizia (tribunali, pubblici ministeri e gratuito patrocinio per i non abbienti), la spesa pro capite dello Stato è di 70 euro in Italia, contro i 53 della Francia, dove per la giustizia funziona.

    La spesa complessiva per la giustizia in Italia non è mai diminuita, ma è sempre aumentata, come ben documenta il saggio di Stefano Livadiotti “Magistrati L’ultracasta“: dai 5 miliardi 187 milioni di euro del 1997 si è passati ai 7 miliardi 608 milioni del 2008, con un aumento degli stanziamenti del 46,8 per cento in 11 anni.

    La macchina giudiziaria italiana è più estesa e capillare che negli altri Paesi europei. L’Italia dispone di 1.292 tribunali, contro i 1.136 della Germania,i 773 della Francia, i 703 della Spagna e i 595 della Gran Bretagna.
    Ma, allora, perché la giustizia italiana è così inefficiente?
    Semplice. I soldi ci sono, ma sono gestiti male. Abbiamo molti tribunali e molti magistrati, ma questi ultimi non solo sono mal dislocati ma LAVORANO ANCHE POCO, molto meno dei loro colleghi europei, mentre sono pagati tantissimo, più che nel resto d’Europa.

    L’orario di lavoro dei magistrati italiani è da Paesi di Bengodi.
    Il loro monte di lavoro annuo, pari a 1.560 ore (una media molto generosa, che considera anche il sabato come giorno di lavoro), è inferiore al monte annuo che, tra pubblico e privato, si raggiunge in Italia: 1.800 ore (1.750 nei Paesi Ocse).

    In compenso, i magistrati italiani sono pagati non bene, ma benissimo.
    La retribuzione media salita da 97.090 euro l’anno nel 2003 a 107.429 euro nel 2005, con uno scatto del 10,6 per cento in tre anni. Così il magistrato italiano ha uno stipendio lordo superiore del 41,4 per cento rispetto al collega tedesco e del 16,1 per cento rispetto a quello francese.

    LA PRODUTTIVITÀ, INVECE, È CROLLATA ANNO DOPO ANNO.
    I fascicoli chiusi «pro capite» dai giudici italiani sono passati da 654 nel 2001 a 533 nel 2006.
    La media delle udienze è di appena 16 nelle corti d’appello nel civile e nelle cause di lavoro, mentre nel penale si arriva a 28 udienze: attenzione, trattasi di una media non mensile, bensì ANNUALE!

    Un bilancio completo non può ignorare il trattamento principesco che si sono riservati i membri del Csm.
    A conti fatti, questo è l’organismo giudiziario più ricco in Europa. Ha un budget annuo di oltre 30 milioni di euro (bilancio 2007), e ha in organico 270 persone, compresi 64 autisti per 54 berline blu.

    Giusto per fare un confronto, il Csm francese funziona benissimo con appena 11 dipendenti, e solo 3 autisti.

    Quanto agli stipendi, siamo al top della pubblica amministrazione. Il vicepresidente (il più alto in grado dopo il Presidente della Repubblica, che presiede anche il Csm) intasca 16.516 euro al mese, che è lo stipendio del primo presidente della Cassazione.
    Gli altri consiglieri sono equiparati ai presidenti di commissione della Cassazione e intascano 14.264 euro al mese.

    A conti fatti, poiché al Csm vige una settimana cortissima e NON SI LAVORA PIÙ DI 12-15 GIORNI AL MESE, si tratta di uno stipendio di mille euro al giorno di impegno effettivo.

    Ma questo è solo l’inizio.

    A Palazzo dei Marescialli, sede del Csm, è stato infatti messo a punto un sistema di benefit che non ha eguali al mondo.

    Un elenco, certamente incompleto, comprende: auto blu con autista, rimborso dei pasti, diaria per i viaggi-scampagnata all’estero, rimborso delle spese di viaggio (aereo, treno, vagone letto, taxi), sanità privata per il consigliere e per i suoi familiari.

    In più, ci sono i gettoni di presenza per ogni riunione. Ovvero: 306 euro per ogni seduta dell’assemblea plenaria, 351 per la commissione disciplinare, 144 per il comitato di presidenza e per le altre commissioni.
    Incredibile a dirsi, i gettoni sono cumulativi anche nella stessa giornata.

    Così, sommando nello stesso giorno un’assemblea plenaria e una partecipazione alla commissione disciplinare, ecco 657 euro in più nello stipendio.
    Se la plenaria non è prevista, è possibile partecipare a due commissioni di lavoro (lavoro? si fa per dire) e sommare i relativi gettoni.

    Per la partecipazione non è necessario fare parte della commissione che si riunisce: basta entrare nella stanza, fare atto di presenza per dieci minuti-un quarto d’ora, giusto il tempo di farsi registrare e conteggiare il gettone.
    Poi si può uscire tranquillamente per lo shopping per le vie della capitale, e tornare dopo il pranzo (rimborsato a piè di lista) per un’altra riunione di commissione, stazionarvi altri dieci minuti, e intascare un secondo gettone. Anche se non tutti, fortunatamente, fanno così.

    Di fronte a queste cifre e a questi metodi, si prova un forte senso di indignazione di fronte a certe “tirate” (soprattutto quelle morali) del Csm contro le proposte avanzate in Parlamento e dal governo per riformare la giustizia.
    A conti fatti, il Csm è al vertice di un apparato che costa molto, ha una produttività del tutto insufficiente, discredita l’Italia e provoca, con la sua lentezza, danni irreparabili alla società e all’economia nazionale.

    Un Csm e un apparato giudiziario siffatti, prima si riformano, meglio sarà per tutti.
    http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/View.aspx?ID=2009110314109223-1
    _______
    Le maiuscole sono mie, ma il problema è ben esposto anche dalle minuscole.

    Per cambiare questa situazione occorrono LEGGI: anche se ne abbiamo già troppe.
    Ma non leggi “una scarpa e una ciabatta” come stanno facendo a proposito delle intercettazioni.

    Prendo a prestito da Cicerone: “Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”.

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World