Custodia cautelare: “Idee contro il disastro”

PARLAMENTARI E OPERATORI DI GIUSTIZIA  A CONVEGNO

E CUPERLO (PD) LANCIA UN’INTERROGAZIONE URGENTE


Il rischio della reiterazione del reato deve essere riferito a circostanze attuali. Ovvero non dovrà più essere opposto, senza un riferimento specifico, il “generico pericolo di reiterazione del reato” per giustificare il protrarsi della carcerazione del reato. E’ il nucleo delle “Idee contro il disastro” avanzate dal professor Luca Marafioti, ordinario di procedura penale presso l’università Roma tre, nell’ambito del convegno promosso dalla Camera Penale del Foro di Roma, cui hanno partecipato i parlamentari Gaetano Pecorella (pdl), Lanfranco Tenaglia (Pd) e Rita Bernardini (Radicali), oltre al direttore di Rebibbia, Carmelo Cantone, del carcere di Terni, Franceso Dell’Aira, del presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma, Giovanni Tamburino e  di Eustachio Vincenzo Petralia, della Direzione Generale dell’Esecuzione Penale Esterna  DAP.


Intanto, il deputato del Pd Gianni Cuperlo ha depositato ieri un’interrogazione urgente al ministro di Grazia e Giustizia sul caso dei tre dirigenti di Telecom Sparkle (Stefano Mazzitelli, Massimo Comito ed Antonio Catanzariti) detenuti da 135 giorni.

“Il 25 giugno – si legge – la Suprema Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza cautelare in base alla quale è stata disposta la custodia in carcere rispetto alle misure applicate ordinando il rinvio degli atti al Tribunale per un nuovo giudizio, ma la procura si è opposta alla scarcerazione”.  “L’interrogante – conclude l’interpellanza, dopo aver sottolineato le condizioni fisiche e psichiche dei detenuti – chiede se il Ministro non ritenga urgente adottare misure a tutela dei diritti inviolabili del cittadino, quale quello alla salute, in considerazione dell’evidente incompatibilità delle condizioni fisiche di Stefano Mazzitelli con il regime carcerario, anche considerando l’estrema dilatazione dei tempi della detenzione a scopo cautelare”.


4 Commenti a “Custodia cautelare: “Idee contro il disastro””

  • giovanni:

    L’interrogazione pone, per vero in modo non del tutto chiaro e diretto, una questione sostanziale: dopo che la Cassazione ha annullato, ritenendola malamente motivata, l’ordinanza del Tribunale del Riesame presieduto dal fantasmagorico D’Arma, per quale motivo si devono tenere sequestrate in carcere delle persone che di certo NON v’è più alcun motivo di tenere in carcere.
    Se, poi, fosse vero che per l’Ing. Antonio Catanzariti l’annullamento tocca pure la sussistenza dei gravi indizi, atteso che nonostante il “sequestro carcerario” e tutte le mirabolanti indagini intervenute da febbraio ad oggi non sono uscite nuove prove che lo “inchiodino” – come i Torquemada nostrani fortemente vorrebbero – alle sue molto PRESUNTE responsabilità, mi viene da chiedere perchè insistere nella carcerazione?
    Per torturarlo?
    E comunque come potrebbe mai, al pari di Stefano Mazzitelli e Massimo Comito, inquinare le prove o reiterare il reato?
    Sono le domande che da tempo ci stiamo ponendo – e che pure alcuni parlamentari hanno posto – anche per il caso di Silvio Scaglia e per Mario Rossetti, con risultati che, sia per i manager Fastweb sia per quelli di Telecom-TIS, dimostrano solo l’ottusità e la protervia di una magistratura che non è in grado di assolvere decentemente al suo ruolo di garante dei diritti del cittadino.
    Ma, d’altronde, cosa possiamo aspettarci da PM e Giudici che, pur di aprir la coda del pavone e senza troppi scrupoli per la tenuta logica dei loro scritti, sembrano pensare più agli effetti mediatici delle loro azioni che a quelli umani?

  • Talita:

    Come funziona la nostra Giustizia?
    Noi la vediamo dal di fuori e supponiamo, ci scandalizziamo, ci incavoliamo, chiediamo che sia riformata eccetera.
    Tutto bene. Facciamo ciò che ci è possibile.

    Ma ben più interessante è ascoltare gli addetti ai lavori.
    Per esempio quel giudice Corrado Carnevale già soprannominato “ammazzasentenze” e variamente accusato di collusione con la mafia: mediante il comodissimo (per i giudici) giocattolino del “concorso esterno in associazione mafiosa”.
    Alias un aborto giudiziario, non contemplato nei nostri Codici, che è stato inventato al solo scopo di condannare SENZA PROVE.

    Ora si dà il caso che il giudice Carnevale sia stato assolto a Palermo – dopo i rituali decenni di processi, falsi pentiti e varie – da ogni accusa.
    Cosicché l’ottimo Andrea Marcenaro l’ha intervistato per ‘Panorama‘ (“Giudici controcorrente: Corrado Carnevale”, 6 giugno 2010).

    Carnevale – 80 anni: ossia l’età media in cui si riesce a essere assolti in Italia – è un tipico (o atipico? Mah!) siciliano alla Sciascia, con una cultura sincretistico-beffarda, che dalla Magna Grecia si è trovata via-via di fronte alle cupe tradizioni della mafia.
    E nell’intervista – tutta da leggere – dice moltissimo e allude anche di più.
    Concordo con lui e, ancora prima, concordo con Leonardo Sciascia e con Giovanni Falcone, che si espresse con molta chiarezza in “Cose di Cosa nostra“, scritto a quattro mani con Marcelle Padovani.

    Uno dei punti salienti delle dichiarazioni di Carnevale è il seguente:
    ____________
    “Le racconto un episodio, capitato molti anni fa.
    Spinoso, perché riguardava Licio Gelli.
    Era accusato di strage per l’attentato alla stazione di Bologna. Verrà poi condannato per calunnia, che è una cosa leggermente diversa dalla strage.
    In camera di consiglio eravamo in cinque.
    Lessi le 40 pagine della requisitoria che lo accusava di strage. Poi chiesi l’opinione dei quattro consiglieri:
    «È acqua fresca» mi risposero tutti e quattro.
    «Allora la annulliamo», dissi.
    «E che? Vogliamo andare a finire sui giornali?» fu la risposta.
    Votammo, persi quattro a uno.
    Da allora nella magistratura italiana nulla è cambiato.”
    ____________
    E se lo dice lui!
    A cui si deve aggiungere che evidentemente allora “andare a finire sui giornali” era una vergogna, mentre oggi – seppellito qualsiasi pudore – fa molto comodo e prelude a guadagni da re Mida e avanzamenti in carriera.

    Il metodo, però, è sempre quello. Le PROVE sono un optional.
    Per il resto, buona lettura! È davvero illuminante.

  • Talita:

    Scusate, ma mi viene da ridere (amaro).

    Mi chiedo perché questa interrogazione URGENTE non sia stata presentata già da molto tempo: per esempio, quando erano in gattabuia Silvio Scaglia e Mario Rossetti.
    Uhm… Per caso sussiste qualche differenza sostanziale tra Fastweb e Telecom?

    Per caso vi si possono intravedere collegamenti con quanto sta succedendo al Tribunale di Milano, a proposito della posizione giudiziaria di Tronchetti Provera?
    (Vedi gup di Milano Mariolina Panasiti a proposito dell’inattendibilità come teste del signor Tronchetti.)

    Per caso si teme – giustamente, peraltro – che i sequestrati in carcere possano fare rivelazioni vere o false su Telecom?

    E poi mi chiedo con quale coerenza il Pd sia sempre, costantemente, irriducibilmente contrario a ogni riforma della magistratura.
    Ora vedo un’eccezione al suo usuale comportamento tetragono.
    E – pur non concordando con la scuola di pensiero secondo cui il sospetto è l’anticamera della verità – tuttavia questa interrogazione URGENTE mi dà da pensare.

    Anche se mi unisco al coro sull’illegalità con cui determinati magistrati utilizzano la custodia cautelare.
    E non solo quella.

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