Slitta per ora la richiesta di rito immediato

I RICORSI DEI LEGALI RESTANO QUINDI NEL CASSETTO

Lunedì 26, Scaglia “festeggia” i 5 mesi di custodia cautelare.


Il dottor Giancarlo Capaldo, pm dell’inchiesta Fastweb-Telecom Sparkle,  non ha inoltrato nemmeno oggi all’ufficio dei Gip la richiesta di rito immediato per i 56 indagati. Anzi,  sembra assodato che il magistrato, protagonista delle inchieste più delicate che riguardano la procura romana, sia intenzionato a prendersi una decina di giorni, almeno, prima di chiudere l’istruttoria per compiere alcune indagini. Questo ha  fatto sì che i diversi legali abbiano riposto nel cassetto le varie richieste di ricusazione nei confronti del Gip Aldo Morgigni (in vacanza da oggi)  e, naturalmente, i vari ricorsi contro la richiesta del giudizio immediato, già ventilata in più occasioni dal pubblico ministero (anche sui quotidiani), ma che ora risulta assai meno sicura.


Gli inquirenti, per esempio, una volta valutata la difficoltà di non ottenere il rito immediato (per cui è necessario produrre “una prova evidente”)  nei confronti degli indagati, in particolare per gli imputati di sola evasione fiscale, potrebbero aver scelto un’altra strategia processuale optando, per una parte degli indagati, per il rito normale. In questo caso,  ci sarebbe la prospettiva della liberazione dopo sei mesi di custodia cautelare per la decorrenza dei termini: ovvero, per Silvio Scaglia, il 26 agosto prossimo.


C’è da chiedersi, però, al di là delle tattiche procedurali, che utilità possa avere per gli inquirenti protrarre fino ad allora la custodia cautelare di Silvio Scaglia, dal 17 maggio agli arresti domiciliari in quel di Ayas dopo quasi 90 giorni in carcere. Al di là del fatto che quest’arco di tempo è stato senz’altro sufficiente per condurre ogni tipo di verifica.


E’ davvero difficile, a questo punto,  sostenere che Scaglia, per cui non sussiste il rischio di fuga o di inquinamento delle  prove, possa  “reiterare il reato”.


6 Commenti a “Slitta per ora la richiesta di rito immediato”

  • giovanni:

    Il problema non è solo quello della sciatteria e superficialità di un lavoro investigativo e della mancanza di capacità d’approfondimento e controllo della Procura, ma anche quello del conformismo sconfortante di chi dovrebbe incarnare il momento di garanzia “terza” per l’indagato. GIP (indipendentemente dalla figura dell’ottimo Morgigni), Tribunali Riesame (indipendentemente dall’apporto essenziale dei D’Arma) e la stessa Corte di Cassazione (che qualche dubbio, in alcuni casi, però, sembra esserselo posto) sembrano incapaci di scrivere quello che a un lettore nemmeno troppo esperto appare fin troppo chiaro leggendo le posizioni di taluno degli indagati: questa roba è autentica spazzatura giudiziaria! Prevale il conformismo, il timore di “non andare sui giornali” per aver smontato un’indagine presentata dalla Procura con tanta pompa. E quel che è più grave è che quasi tutti gli avvocati sembrano come “rassegnati” a questo andazzo, incapaci di denunciare un sistema nel quale le garanzie per i cittadini onesti sono annullate.
    A fronte di ciò, poi, il pluripregiudicato Pino Pelosi, come effetto di reazione violenta, provoca la morte di una persona e dai magistrati di Roma viene messo subito agli arresti domiciliari…

  • stefano:

    Io continuo a considerarlo un reato di sequestro di persona e come tale dovrebbe essere denunciato. Non è che se il sequestro di persona lo fa un giudice non è reato. Non è che se il furto (della libertà, della dignità della persona) lo fa un giudice allora non è reato. Se è così, dovevano dirmelo prima: avrei fatto il concorso da giudice, così potevo dire di essere un uomo onesto (se i reati non sono reati, allora siamo onesti no?!)

  • Cesare:

    … ma è ovvio, inizia il periodo di ferie (anche se in genere le ferie non sono un diritto ma sono concesse dal datore di lavoro, fatte salve le esigenze di servizio)e così la Legge compie il suo corso.

    Trascorrono i 6 mesi previsti appunto dalla legge, “gli imputati, vittime di truffa” riacquistano automaticamente la libertà, e così la giustizia ha fatto il suo corso senza anticipazioni nei tempi di scarcerazione che potrebbero essere interpretati come palese “ammissione” di mancanza di prove a sostegno della carcerazione preventiva.

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World