Lucia Annunziata: “Caro Silvio, sei sempre l’uomo perbene che ho conosciuto”

Pubblichiamo l’intervento di Lucia Annunziata, giornalista ed ex presidente della Rai, su Silvio Scaglia e la sua paradossale situazione giudiziaria


È un intervento significativo perché Lucia Annunziata, che conosce bene l’ingegner Scaglia, non ha voluto limitarsi ad una solidarietà di facciata o ad una manifestazione di generico garantismo, materia che si presta a strumentalizzazioni di vario tipo  nell’attuale congiuntura politica, più convulsa che mai. L’Annunziata ha voluto cogliere la testimonianza civile, anche nelle condizioni peggiori,  che sta offrendo l’indiziato Scaglia, pur consapevole della sua totale innocenza. Grazie Lucia, certe parole sono pietre.


Silvio Scaglia  è un indagato esemplare. Quanti, dopotutto, sarebbero tornati a casa, da un comodo paese oltremare, con un volo privato per accorciare i tempi, usando il proprio passaporto, e (soprattutto) senza accordi preventivi con nessun investigatore, senza patteggiare nulla prima di rimettere piede in Italia, dove, come è successo e come lui sapeva, lo attendeva la prigione?


Inutile nasconderselo, la giustizia è il terreno vivo su cui da anni passa, nel nostro paese da vari decenni, la più feroce, la più dolorosa, la più insoluta delle battaglie sociali e politiche. Nel grande mare delle inchieste che hanno segnato la nostra storia del dopoguerra – inchieste a volte giuste, a volte sbagliate, a volte necessarie, a volte superflue – abbiamo dovuto navigare tutti. Per ragioni professionali, spesso, come succede a noi giornalisti. Per ragioni politiche, come accade a chi scrive le leggi. Come orientarsi in questo mare è stata una vera sfida.


Per quel che mi riguarda, ho un rapporto di fiducia e di ammirazione per la magistratura. Uomini e donne che con lo stipendio di semplici servitori dello stato portano sulle loro spalle il destino di ognuno e tutti noi. Mi ha sempre fatto soffrire, dunque, l’attacco mosso a questi uomini e donne, perché un paese che dubita di chi amministra la sua giustizia perde ogni speranza di poter essere premiato o punito su questa terra. Dopotutto, la giustizia è innanzitutto un concetto morale, dunque divino, ben prima che umano, sociale o statuale.


Ho dunque sempre pensato che avere fiducia in coloro che amministrano la giustizia è in fondo solo un atto egoistico: la riaffermazione che possiamo vivere con la sicurezza che ci sono dei principi di ordine che ci difendono e ci indicano una direzione.


Per tutte queste ragioni, alla fine, l’atteggiamento che si ha nei confronti dei giudici è diventato per me definitorio. Come giornalista, considero dunque rilevante il modo come un imputato risponde alla legge. Il suo rispetto per questa legge, anche quando un caso sembra paradossale, è stato negli anni per me la chiave di volta per giudicare una persona e un imputato. Non è una affermazione da prendere alla leggera: pensatene cosa volete, ma un Andreotti che stringe la mano ai suoi giudici prima che il processo inizi, è una delle migliori lezioni che ci ha lasciato la vecchia Prima Repubblica.


Silvio Scaglia, per cui ho lavorato in un entusiasmante periodo in cui la rete credeva nell’informazione, e di cui ancora oggi penso che sia una delle migliori menti italiane, è stato, come dicevo, un esemplare indagato. La sua fiducia nella giustizia, è la mia. Il suo comportamento da solo lo definisce come una persona per bene. Il resto ce lo diranno, appunto, i giudici.


Lucia Annunziata



1.401 Commenti a “Lucia Annunziata: “Caro Silvio, sei sempre l’uomo perbene che ho conosciuto””

  • Salvatore Santamaria BZ:

    Non ho fatto studi giuridici. Diplomato 50 anni fa nel liceo scientifico mi sono sempre interessato di problemi scientifici. GALILEIANAMENTE. Con Galileo dico: le parole devono reggere alla prova dei fatti. Un sistema che è smentito dalla realtà è sbagliato e DEVE ESSERE cambiato o corretto. Non è un quastione di ETICA, parola della quale molti si stanno riempendo la bocca, le saccocce e vari distretti corporei. Ma di SCIENZA. Scondo assiomi che partono dal “2+2=4″. Assiomi che devono valere ANCHE E SOPRATTUTTO nel campo della GIUSTIZIA.
    >>> UN CITTADINO NON PUO’ ESSERE RISTRETTO IN CARCERE SE NON DOPO UN PROCESSO. La cosiddetta “custodia preventiva”, per accertati ed imprscindibili motivi, oltre che esere molto limitata nei tempi deve ESSERE AMMINISTRATA DA ALTRA STRUTTURA GIUDIZIARIA DIVERSA DA QUELLA INQUIRENTE E GIUDICANTE, UBICATA IN SEDE DIVERSA E CON PERSONALE DALLA CARRIERA SEPARATA.
    SI SONO DATI TROPPI POTERI ALLA MAGISTRATURA INQUIRENTE…

  • Francesco C.:

    Sono d’accordo con tutti i commenti, un pò meno con quello che scrive Lucia Annunziata. E’ evidente che l’idea dei magistrati (o di gran parte di essi) che ha la sig.ra Annunziata è lontana dalla realtà. Sono ben altri i criteri che li guidano, soprattutto quelli dei magistrati inquerenti: voglia di protagonismo, ricerca di notorietà, pregiudizio, ricerca di conferme alle proprie tesi anzichè della verità, negazione delle circostanze più evidenti (se a favore dell’indagato!), ecc.
    Provate a chiedere alle numerose, troppe, “vittime della giustizia” italiana….
    Comunque, pur non conoscendolo, sono anch’io convinto che Silvio Scaglia, purtroppo solo dopo una lunga battaglia (che sta già combattendo e che dovrà ancora combattere), riuscirà a dimostrare la sua totale e già evidente innocenza!

  • Cesare:

    Condivido pienamente che la Magistratura (i Giudici in senso lato e di ogni nazione),debbano essere persone sagge, non di parte, severi tutori dell’etica, fattore che rende il genere umano diverso ed unico rispetto al mondo animale.

    La fiducia di ing. Scaglia in questo assunto ha fatto sì che senza esitazioni rientrasse in Italia per essere messo in “gabbia”, ben conscio delle imputazioni “bestiali” e pur facendo parte di un ben differente giardino zoologico.

    Tipico comportamento di chi crede nella Giustizia, nella Libertà e nella Democrazia, novello Attilio Regolo che rientra per dare pronta testimonianza e di esempio ai giovani di come l’obbedienza ed il rispetto dello Stato e della propria Nazione debbano essere anteposti alle proprie esigenze, anche di libertà.

    Ma, sempre riprendendo la storia romana, dovremmo attenderci, a fronte di palese ammissione di errore, di assistere a comportamenti alla Muzio Scevola,anche perchè errare è umano, ma continuare a perseverare è proprio diabolico.
    E se quanto prima la “tremenda ed incomprensibile” detenzione coatta di ing. Scaglia sarà revocata, vorrà dire che invece della mano, qualcuno si sarà scottato solo qualche dito.

  • marina:

    Anch’io come la dottoressa Annunziata ho fiducia nella Giustizia, in quella raffigurata bendata a con la bilancia in mano. Non credo pero alla Giustizia, quella italiana rappresentata dai giudici italiani. Pagati forse poco (bah), ma poco sono pure pagati i nostri medici e i nostri insegnanti. Quello che sta succedendo a Roberto Scaglia e a tutti gli altri imputati dovrebbe far scrivere ben altre parole alla signora Annunziata. A me sembra un voler salvare capra e cavoli. Sicuramente Silvio Scaglia si è comportato in maniera esemplare e che cosa ne ha ricavato?Un arresto che continuerà ancora per mesi e mesi. Con che epilogo? Io non so se tutti questi imputati hanno o non hanno commesso reati, ma credo che SEI MESI di detenzione preventiva siano una sberla in faccia alla Giustizia. Cara Signora , al di la di definire questo o quello persone per bene, vogliamo chiederci in quale stato psico fisico tutte queste persone e le loro famiglie si trovano? La difficoltà che hanno nel preparare la loro difesa? Nel vedere passare i giorni senza in realtà poter programmare il proprio futuro? perché il loro futuro è solo poter uscire da questa storia. Io vorrei vedere i vari giornalisti, forse con la Signora Annunziata in testa, non riconoscere a parole l’onesta del Signor Scaglia, ma insorgere e mantenere vivo quanto sta succedendo a queste persone che stanno già pagando per un qualcosa che non è ancora stato accertato. Ha ragione quando dice che i giudici portano sulle loro spalle il nostro destino nel malaugurato caso incappassimo nelle loro mani. Ma anche a lei Signora Annunziata la storia pare così assurda come pare a me? Crediamo si nella Giustizia ma in quella fatta e amministrata come “un buon padre di famiglia”

  • stefano:

    Io resto dell’idea che la fiducia nella giustizia è cosa diversa dalla fiducia in alcuni giudici, evidentemente fuori controllo (lo dimostra l’abnormità di certe decisioni). E la fiducia nella giustizia deve passare giocoforza per la chiarezza di fronte a certe forzature. Il concetto di giustizia è certamente a priori, ma i giudici appunto “amministrano”, non sono essi stessi la fonte, l’origine. I recenti fatti paiono invece dimostrare il contrario: laddove il diritto non incontra il loro favore, essi lo piegano ad uso e consumo delle proprie esigenze. Una sorta di “fine giustifica i mezzi” che risulta essere pericoloso e che snatura la funzione stessa del giudice come amministratore della giustizia e applicatore di leggi che altri hanno scritto, che piaccia loro o meno. In buona sostanza, mi fido dei giudici che fanno i giudici: quando si ergono a moralizzatori della societá, quand’anche abbiano ragione (e non dimentichiamo che nel nostro caso NON ce l’hanno), sono al di fuori della sfera di loro competenza, quindi la loro capacità è per me altamente in discussione, la loro professionalità di dubbia efficacia, l’esito del loro lavoro poco credibile e, ultimamente, pericoloso per tutti.

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World