Scaglia “estraneo”: la verità viene a galla


La verità, prima o poi, viene sempre a galla: “Affaire Phuncards: Scaglia estraneo” (La Repubblica). Oppure: “Non fu Scaglia ad avviare le operazioni Phuncards” (Il Sole 24 Ore). O ancora: “Focarelli ai pm: mai visto Scaglia” (Mf).


Insomma è una rassegna stampa, quella che si è potuta leggere questa mattina, che comincia a fare chiarezza su alcuni punti decisivi della posizione processuale del fondatore di Fastweb, in vista della prima udienza che si terrà il 2 novembre presso il Tribunale di Roma. Cominciano ad emergere, infatti, dalla lettura degli interrogatori resi disponibili, quell’insieme di elementi (vedi documenti e mail) e di testimonianze che mettono in luce le verità (del resto sempre sostenute da Scaglia, fin dal 2007) che nei mesi scorsi erano invece finite nel “tritacarne” giudiziario.


Come riporta Repubblica, citando l’interrogatorio di Scaglia, ripreso anche in un comunicato dei legali difensori: “Nella fase del 2001-2003 mi occupavo di strategie generali. Non ho mai trattato personalmente di contratti commerciali”. Altrettanto il Sole 24 Ore sottolinea che: “Scaglia riteneva, come tutti in azienda, che l’operazione fosse lecita, ignorando che fosse un traffico fittizio. L’operazione fu bloccata dal Cda e dal comitato di controllo interno al fine di effettuare verifiche, in quanto produceva un flusso di cassa molto elevato, e riprese a settembre 2003 dopo gli opportuni approfondimenti condotti dal comitato di controllo”.


In proposito (e in particolare) è agli atti del processo una mail “dispositiva” di Emanuele Angelidis (in quella estate nominato amministratore delegato), che blocca l’attività delle Phuncards dopo le perplessità sollevate in sede di Cda (vedi verbale del 14 luglio 2003), che rimanda ai “necessari approfondimenti”. Approfondimenti che in effetti furono svolti dal Comitato di Internal Audit (presidente Carlo Micheli e manager operativo Paolo Fundarò), in seguito ai quali, come riporta ancora il quotidiano della Confindustria: “Carlo Micheli, che aveva a più riprese espresso perplessità sull’operazione, acconsente alla ripresa del ‘business delle carte prepagate’… anche dopo il parere positivo espresso da Guido Rossi”. Il tutto rinvenibile tramite una ulteriore mail del 30 luglio inviata dallo stesso Micheli e messa agli atti anche questa da Angelidis.


Di più: emerge dai verbali – come riporta fra gli altri il quotidiano Mf – quanto dichiara ai pm Carlo Focarelli: “Scaglia non l’ho mai incontrato in vita mia. Di Fastweb, nello specifico, conobbi, ma proprio di striscio, Emanuele Angelidis (ad nel 2003, anno in cui Phuncards fu attiva), Bruno Zito (ex responsabile grandi aziende di Fastweb) e qualcun altro”. Un elemento, quello degli inesistenti rapporti fra Scaglia e Focarelli, che riprende anche il quotidiano Avvenire, citando vari materiali, laddove si legge, in coda all’articolo: “Scaglia dunque non avrebbe preso alcuna decisione e sarebbe innocente”.


Insomma, eccoli gli elementi di verità e chiarezza, che fanno dire al collegio degli avvocati difensori, prof. Pier Maria Corso e prof. Antonio Fiorella: “Attendiamo fiduciosi il dibattimento in aula per dimostrare la totale innocenza del nostro assistito”.



5 Commenti a “Scaglia “estraneo”: la verità viene a galla”

  • stefano:

    Anche io confido nei buoni giudici, così come sono certo che chi ha lavorato su questo caso non è tra quelli

  • andrea:

    Cito da “Repubblica” del 9 settembre: “Guai in vista, almeno stando alle carte dell’inchiesta, anche per l’ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia che, in questi mesi, ha sempre detto di non sapere nulla della frode al fisco”

    Ecco come in realtà hanno “letto” le carte i giornalisti di quel megafono delle procure che è “Repubblica”. La nota del quotidiano segnalata nel post ( “Affaire Phuncards: Scaglia estraneo”) è in realtà riportata in modo così ambiguo che, letta senza attenzione, sembra quasi una dichiarazione dei legali di Scaglia anziché la testimonianza di uno dei test chiave in grado, da sola, di far crollare il castello di nulla costruito dal PM. Purtroppo è un film già visto e rivisto.
    Per farla breve: aspettiamoci nei prossimi ANNI un gioco al massacro da parte delle procure e dei loro giornalisti lecchini. Quando finalmente si celebreranno tutti i vari gradi di giudizio (non meno di una decina di anni, ad essere ottimisti) Scaglia potrà pure essere assolto, nessuno si ricorderà più di lui e della sua storia. Troppo pessimista? A chi confida nei buoni giudici, come Giovanni, consiglio di andare a vedere, tanto per fare un esempio, la vicenda processuale di galantuomini come il Tenente Canale, il più stretto collaboratore del giudice Borsellino. E’ stato assolto DOPO 16 ANNI di massacro mediatico. A cosa volete che serva ora?

    • giovanni:

      Vorrei ricordare che il PM Capaldo, secondo notizie diffuse dall’informatissimo sito Dagospia, è stato sorpreso poco tempo fa a pasteggiare con il direttore de “La Repubblica”. Certe cose non succedono per caso e nemmeno certe veline potrebbero, per caso, trov are tanto acritico spazio su quotidiani che si limitano a svolgere il ruolo di… Voce del Padrone.

  • giovanni:

    Dunque, in Italia si può essere privati della libertà per oltre sei mesi senza prove evidenti – e come potrebbe affermarsi il contrario dinanzi a queste “evidenze” – e solo perchè un magistrato, dopo che ti ha arrestato pretende unilateralmente i applicare un rito (quello immediato) invece di un altro. Credo che non abbia torto chi dice che certa magistratura, nell’interpretare ed applicare le leggi, abbia proprio passato il segno. Il problema che nessuno vuole affrontare, però, non è quello dei poteri dei magistrati (ché se vogliamo difenderci dai veri delinquenti non possiamo pensare inermi) ma della loro responsabilità dinanzi a condotte palesemente erronee.
    Continuo, tuttavia, a confidare nei buoni giudici, convinto che la maggioranza sia equilibrata e attenta ai diritti dei cittadini.

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Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World