“Frode Carosello”. Slitta l’udienza


Si riprenderà il 16 febbraio: dopo Fabio Arigoni, sarà interrogato Augusto Murri


Slitta ancora l’inizio della fase dibattimentale del processo per la “Frode Carosello”. L’ottava udienza, che doveva essere dedicata all’audizione del primo teste convocato dalla Procura, Fabio Arigoni, è stato rinviato per il legittimo impedimento del difensore, impegnato in un interrogatorio di garanzia al tribunale di Napoli. Non si terrà nemmeno l’udienza già prevista per il 3 febbraio prossimo.


Il calendario del processo, dunque, slitta al 16 febbraio prossimo. Solo in quell’occasione, quindi, il collegio esaminerà le eccezioni presentate dalle difese sulle prove prodotte dalla Procura. Poi, nella stessa mattinata, inizierà la testimonianza di Fabio Arigoni, già Ad di Telefox, cui seguirà quello di Augusto Murri.


20 Commenti a ““Frode Carosello”. Slitta l’udienza”

  • monica:

    Grazie Carlo “grande”. Grazie per le tue parole e per la tua solidarieta’.Silvio, come tutti sanno,non ha mai fatto show off di se stesso . Le persone che hanno lavorato con lui sanno di che “pasta” e’ fatto e lo ammirano per questo. Il resto….tutta invidia…invidia per le sue capacita, per la sua tenacia, per la sua intelligenza e ovviamente per i suoi risultati.
    Che peccato!
    Un abbraccio
    Monica

  • andrea:

    Possono sbattere in galera un innocente ma non possono condannarlo senza presentare lo straccio di una prova. E quando saranno costretti ad assolverlo (ahimè fra moltissimi anni) il sig. Ciro sarà uno dei tanti a doversi vergognare.

  • Buongiorno a tutti,
    vedo con piacere che ci sono anche persone che non condividono le cose che vengono dette a favore dell’ ing. Scaglia
    Persone le quali non hanno lavorato con lui, che non sanno quanto curava prima la persona e poi gli affari.
    Persone che non hanno idea di cosa voglia dire portare per primi la “banda larga” in casa delle famiglie.
    Persone che non conoscono gli sforzi fatti per creare un’azienda che oggi remunera circa 3.500 (tremilacinquecento) dipendenti.
    Persone che pensano che diventare ricchi significa solo aver rubato.
    Persone che hanno tutto il diritto di dissentire di tutto e di tutti.
    ………..Fermiamoci un attimo e riflettiamo come noi potremmo stare, in questo momento, dopo 350 giorni di libertà negata senza uno straccio di prove.
    Distinti saluti.

  • aniram:

    A Ciro,
    e non solo l’Ing Scaglia santo subito, ma anche gli altri imputati/incarcerati!
    Perchè ammesso, e non concesso, che quanto lei dice possa essere un reato, forse lei non ha
    ben capito quel’è il punto!
    Il punto è che queste persone a causa di un impianto accusatorio, giusto o ingiusto che sia,
    sono state incarcerate e continuano ad essere incarcerate, anche dopo che l’inchiesta è terminata,
    privandole cosi del diritto di liberta e di adeguata difesa. Le ricordo che stanno scontando ormai da un anno una pena detentiva, per la quale non solo non si è ancora sentenziato, ma il processo ha avuto le sue
    battute iniziali solo questi giorni ( e chissà per quanto andrà avanti )
    Bene le se lei crede che le pene vadano scontate prima ancora che siano accertate da un processo ………..
    beh………. forse lei e appena arrivato dal medioevo.

  • ciro:

    quanti paladini del padrone prezzolati. pubblicate anche il commento precedente

  • ciro:

    Da quando è stato arrestato il sig. Scaglia avete iniziato una campagna di beatificazione a suo favore che sicuramente lo farà diventare santo e martire. Dimenticate però o meglio fate finta di dimenticare che questo signore che volete far passare per guru di internet e grande imprenditore in realtà è uno che ha fondato Fastweb mettendoci dentro qualche milione di euro e si è portato via dalla stessa un MILIARDO circa di euro senza creare un solo euro di valore per gli azionisti!!! Provate a ricordare le sue mirabolanti promesse sugli utili e i dividendi che avrebbe distribuito. Quanto ha distribuito? ZERO! Provate a ricordare il prezzo di collocamento delle azioni a 160€ e il prezzo di vendita quando se ne sbarazzato: 47euro se non erro. Provate a ricordare e a motivare il dividendo straordinario di 300 Milioni di euro nel 2006 che mr. Scaglia ha sottratto dalle casse della società. Provate a spiegare perchè mr. Scaglia dopo la vendita ha chiuso baracca e burattini ed è andato via dall’Italia. C’è ne sarebbero molti di quesiti imbarazzanti ai quali sono certo non darete risposta ma perlomeno abbiate il buon gusto di smetterla con questa campagna di beatificazione e martirizzazione.

    • giovanni:

      Gentile Signore, premetto di non avere e non aver mai avuto nessun interesse in comune con l’ing. Scaglia. Non credo proprio di poterne avere men che mai in futuro. Non sono un suo amico. L’ho detto altre volte ma, vista l’acredine con la quale Lei manifesta il Suo pensiero credo sia meglio ribadirlo, a scanso di equivoci.
      Tanto detto, non posso far a meno di rimarcare che Lei sembra confondere una vicenda imprenditoriale – quella di Fastweb (fondazione, gestione, immissione sul mercato, vendita)- che nulla ha d’illecito (e che io non ho i Suoi elementi per criticare così ferocemente, ma che penso possa essere oggetto di più ampia ed approfondita analisi) con una vicenda penale dai contorni ben diversi e che con quella imprenditoriale NON appare così intimamente collegata: un’associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla frode fiscale, per riassumere.
      Il tipo di accusa che viene mosso all’Ing. Scaglia, volendo tradurre in termini che forse possono essere più largamente chiari, è questo: il locatore dell’appartamento in cui terroristi stranieri hanno tenuto sequestrato un avversario politico è responsabile di associazione a delinquere transnazionale per scopi terroristici e di eversione, nonchè di sequestro di persona, poichè non poteva non sapere che nella casa che lui ha dato in affitto si stava commettendo quel reato.
      Ovvio che il povero proprietario aveva rispettato tutte le regole per l’affitto dell’appartamento e non conosceva nessuno che si trovasse all’estero, ma ai giudici questo non importa: lui è colpevole lo stesso. Una specie di responsabilità oggettiva, collegata al bene del quale altri, a sua totale insaputa, si sono serviti per commettere un grave illecito.
      Vede, caro signor Ciro, a questo punto, qualunque sia il giudizio che Lei vuole dare sulla (lecita) condotta imprenditoriale dell’Ing. Scaglia (e nel quale io NON voglio entrare), non potrà non convenire con me che questo modo di fare giustizia penale in Italia fa rabbrividire e che dobbiamo essere tutti preoccupati per i “principi” che la Procura di Roma vuole affermare in questo processo.
      Nemmeno Torquemada osò giungere a tanto, tanto è vero che, prima di condannare qualcuno, sia pure con la tortura qualche prova di colpevolezza, formalmente, la acquisiva al fascicolo. Qui, invece, nonostante la tortura di quasi un anno di privazione della libertà, non vi sono prove di sorta ai fascicoli, ma la cosa grave è che tanti fingono di non accorgersene.
      In conclusione, Le auguro di cuore, signor Ciro, che nè Lei nè i suoi cari incappiate mai in questa dolorosa macchina dell’assurdo, un Leviatano che divora la vita e gli affetti di persone ingiustamente accusate e di quanti ad esse sono legati da vincoli d’amicizia o di parentela.

    • Paul:

      Io non sono un paladino di Scaglia, Ciro. Sono un imprenditore, che non ha mai lavorato o preso soldi dall’Ing. Lo considero un genio nel suo campo. Ha dato lavoro a migliaia di persone, creando da zero un impero. Ho visto scavare i marciapiedi a milano per tirare le fibre ottiche. Prima di fastweb una linea a 640kb la pagavamo 30 milioni di lire, due anni dopo una 10megabit la pagavamo 5 milioni. Anche Marconi è finito a Londra qualche anno fa.
      I prezzi di collocamento di allora erano una bolla, lo sai benissimo.

    • stefano:

      @ciro: sarei davvero curioso di sapere se l’attenta analisi di Scaglia imprenditore è frutto delle sue competenze professionali o di qualche articolo di giornale (chissà perché sono convinto della seconda ipotesi). Comunque, a scanso di equivoci, ribadisco quanto detto da altri: ammesso e non concesso che lei dica cose suffragare da fondamento, cosa centra questo con l’accusa attualmente in piedi ed il carcere preventivo di un anno, l’evidente abuso legislativo che i magistrati hanno perpetrato per Scaglia e gli altri? Lei non può, neanche avendo ragione, dire che visto che uno ha tradito la moglie deve andare in carcere per omicidio, solo perché lo ritiene un cattivo soggetto moralmente discutibile. Se no, alla stessa stregua, mutatis mutandis, io ho ben diritto a far incarcerare lei solo perché non la pensa come me. Inoltre, le chiederei di moderare i termini del linguaggio: io non sono prezzolato da nessuno (dalle mie parti la gente come lei ha imparato ad usare le parole per il loro significato, onde evitare spiacevoli conseguenze).

  • luigi Boschin:

    4 Marzo 2035,
    La Corte di Cassazione dopo due processi di appello, ha definitivamente prosciolto l’ing. Scaglia dalle accuse di frode fiscale a lui mosse all’inizio di questo secolo.
    Adesso l’ Ing. Scaglia ormai ottantenne potrebbe continuare la sua avventura imprenditoriale per la modernizzazione del paese.
    Ricordate la larga banda ? Ormai sorpassata dalle attuali tecnologie di telecomunicazione a campo magnetico e ricevitori nanotecnologici sottocutanei, offerti dal gigante asiatico China Mobile.

  • Paul:

    Legittimo impedimento un par di ciufole. Questo sarebbe l’avvocato difensore? Far slittare di almeno 16 giorni l’udienza? Che vergogna.

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Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World