Udienza 26: Phuncard, non fu Fastweb a evadere l’Iva


Il mancato versamento, semmai, sarebbe attribuibile a Cmc o a Telefox. Ma Focarelli replica: noi abbiamo pagato e c’é la prova documentale


Se qualcuno ha evaso l’Iva, a proposito del traffico delle Phuncard, il colpevole va cercato alla Cmc o alla Telefox International. Ma tale reato non può comunque essere contestato a Fastweb. È questo, sottolineano i legali, il principale risultato che si ricava dalla ricostruzione analitica del “tragitto virtuale” delle stesse Phuncard, compiuta ieri nel corso dell’udienza numero 26 del processo “Iva telefonica”, dal capitano della Guardia di Finanza Luca Meoli da cui non è emersa traccia di una partecipazione di Fastweb al reato.


Meoli, il protagonista delle indagini che hanno portato alla scoperta della presunta evasione, ha ieri completato la ricostruzione del complesso viaggio dei flussi finanziari delle Phuncard, destinato a render possibile l’evasione dell’Iva.


Una ricostruzione contestata da Carlo Focarelli che ieri ha voluto replicare con una dichiarazione spontanea: l’Iva, ha sostenuto, venne regolarmente versata a suo tempo dalle società che facevano capo al suo gruppo.


La deposizione di Meoli proseguirà nell’udienza del 17 maggio, quando si comincerà ad affrontare il capitolo del “traffico telefonico”, relativo sia a Fastweb che a Telecom Italia Sparkle. Ma è quasi scontato che la testimonianza dell’ufficiale occuperà almeno le due udienze successive, quelle del 23 e del 25 maggio.


18 Commenti a “Udienza 26: Phuncard, non fu Fastweb a evadere l’Iva”

  • Francesco:

    ammetto d’essere sempre più confuso, non essendo un tecnico del settore gia il reato a tratti mi sfugge ed ora l’IVA appare pagata. La mia solidarietà va a chi ha sofferto comunque il carcere a fronte di uno scenario di responsabilità quanto meno nebuloso.

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