Iva 2003: da Fastweb oltre 45 milioni all’Erario


I verbali della deposizione (3 maggio 2011 – udienza 25) del capitano della GdF, Luca Meoli, confermano che la società versò interamente l’imposta dovuta sulle Phuncard. Mentre non vi è alcuna evidenza del “teorema” dei PM sulla presunta consapevolezza dei top manager della frode fiscale


È una ricostruzione complessa, articolata, documentata, che ha richiesto anni di accertamenti. Sono 148 pagine (file 1) e costituiscono la prima parte della deposizione (3 maggio 2011 – udienza 25) del capitano della GdF, Luca Meoli, al processo per l’Iva Telefonica. Un passaggio rilevante ai fini dibattimentali, poiché il capitano Meoli è stato tra i protagonisti delle indagini che hanno portato alla scoperta della presunta evasione fiscale.


In questo primo caso si tratta dell’Operazione Phuncard (2002-2003), le carte prepagate per accedere via web a servizi a valore aggiunto, da cui si sarebbe originata una “circolarità” di flussi finanziari (tramite triangolazioni tra varie società italiane ed estere) volti ad evadere l’imposta. Ebbene, Fastweb ha saldato tutti i suoi conti con l’Erario, oltre 45 milioni di euro. Al tempo stesso, non emerge alcuna accertata responsabilità del top management di Fastweb, su cui si fondano invece le accuse dei PM: la presunta consapevolezza che si stava “sotterraneamente” consumando una frode fiscale. I libri contabili e i bilanci di Fastweb non fanno una piega. E il teorema del “non potevano non sapere” resta tutto da dimostrare.



Dalla deposizione del 3 maggio 2011 – udienza 25

 


COSA É L’OPERAZIONE PHUNCARD


DICH: «(…) Noi abbiamo individuato due operazioni: l’operazione Phuncard” e l’operazione “Traffico telefonico”. Che cos’è l’operazione Phuncard. Parliamo dell’oggetto della prestazione. L’oggetto della prestazione è l’accesso a contenuti protetti dal diritto d’autore attraverso l’inserimento… attraverso il collegamento via internet e l’inserimento di un codice su un sito internet. (…)».


FASTEWB HA PAGATO L’IVA? “SÌ, OLTRE 45 MILIONI”


DICH: «(…) Quindi ricostruire esattamente (il soggetto, ndr.) su cui incombe l’obbligo tributario, non è stato possibile, nel senso che sicuramente qualcuno avrebbe dovuto versare l’IVA. Sulla base dei rapporti contrattuali è Telefox Srl (…) Sulla base della documentazione contabile rinvenuta, una dei due soggetti o Telefox o CMC-Web Wizard avrebbe dovuto versare l’IVA».

PM: «Le risulta se è stata… lei ha detto che si è creato quindi un credito d’IVA per Fastweb».

DICH: «».

PM: «Le risulta se Fastweb ha provveduto successivamente al pagamento dell’IVA? Ha provveduto a sanare la propria posizione IVA nei confronti dell’Erario, all’Agenzia delle Entrate? (…)».

DICH: «In relazione all’attività svolta, alla concessione dell’utilizzo dei dati fiscali, sono state effettuate delle verifiche nei confronti di Fastweb e anche nei confronti di Telecom Italia Sparkle. Emerge come (…) per l’anno 2003 Fastweb abbia pagato l’IVA più le sanzioni e gli interessi per un importo di 45 milioni di euro».



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