Fattore Umano | Manna: «Più detenuti ma il governo taglia»


Ogni mese entrano in carcere altre mille persone, ad oggi quasi 68mila, ma le risorse per gli Istituti penitenziari si riducono in modo drastico. È la denuncia del segretario generale del LiSiAPP: «Con la manovra si rischia il collasso»


Più cresce il numero dei detenuti (ad oggi, mediamente i nuovi ingressi negli istituti penitenziari sfiorano i mille al mese) meno risorse si hanno a disposizione. Ma il paradosso continua, come denuncia Mirko Manna, segretario generale del LiSiAPP (Libero Sindacato Appartenenti Polizia Penitenziaria): «Il numero dei detenuti cresce a dismisura e il Governo taglia le risorse per il funzionamento (-22% delle spese per il pagamento del lavoro ai detenuti, -28% di budget per l’acquisto di nuovi arredi e -18% sugli investimenti per il funzionamento del lavoro agricolo)».


«La manovra – spiega Manna – prevede infatti un taglio per il ministero della Giustizia, che inciderà per quasi 44 milioni di euro, con una riduzione di ben 18,5 milioni al programma sull’amministrazione penitenziaria, di cui 7.402.666 euro sulle spese per la gestione delle strutture penitenziarie italiane». Una riduzione di risorse che fa immaginare uno scenario preoccupante in tempi molto brevi: disfunzioni alla vita “normale” del carcere a causa della diminuzione delle risorse per il personale di polizia penitenziaria, attività culturali e di recupero dei detenuti, pulizia degli istituti e utenze.


Le conseguenze saranno inevitabili e produrranno ulteriori difficoltà. Sarà quasi impossibile – insiste Manna – «garantire il funzionamento di strutture che sono quasi al collasso e non mancheranno problemi legati alla sanità penitenziaria». Infatti, il passaggio di competenze dal ministero della Giustizia a quello della Sanità non è ancora terminato e il Governo non trasferisce soldi a sufficienza alle regioni: una fase di transizione che peggiora una «situazione di perenne incertezza in cui si è costretti ad operare negli istituti penitenziari».


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