Casati: l’operazione Traffico telefonico era un business in linea con il mercato e del tutto normale


L’ex responsabile Wholesale di Fastweb: era un’attività non-core, perfettamente in linea con il mercato per il margine prodotto e dai bassi costi di investimento


La procedura seguita per le operazioni commerciali con Diadem ed I-Globe, i due terminali del cosiddetto “Traffico telefonico”, non presentava alcuna anomalia rispetto agli altri contratti normalmente conclusi da Fastweb. È questo, in sintesi, il risultato dell’interrogatorio di Fabrizio Casati, dal 2004 al 2010 responsabile dell’Area Wholesale di Fastweb, al quale riportava Giuseppe Crudele.


Casati, rispondendo alle domande del Pubblico Ministero Giovanni Bombardieri nel corso dell’udienza numero 40, ha rilevato che: a) è assolutamente nella norma, in contratti di questo tipo, adottare il sistema di pagamento “a cascata” che tutela l’azienda dai mancati pagamenti; b) che il ruolo svolto da Fastweb è stato di puro transito del traffico attraverso la sua infrastruttura di rete, tra Diadem a monte ed I-Globe a valle.


In sostanza, secondo il teste Casati, dal punto di vista di Fastweb il “traffico telefonico” non lasciava emergere alcuna perplessità rispetto ad analoghe operazioni commerciali. Le condizioni economiche e contrattuali, del resto, erano state ricalcate su quelle praticate dagli incumbent.


È vero, infine, che seppur si trattava di operazioni che non facevano parte del “business core” dell’azienda producevano un discreto margine a fronte di bassi costi di investimento perché sfruttava l’infrastruttura di rete già esistente.


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