I manager di Telecom Italia: per TIS era un business normale


Dopo Cicchetti e Mangoni, lunedì in aula la testimonianza del presidente Franco Bernabé

 

Il traffico telefonico gestito dalle società coinvolte nell’inchiesta “Iva telefonica” assicurava senz’altro volumi rilevanti a Telecom Italia Sparkle, perciò il cliente veniva seguito con la dovuta attenzione. Quando sono emersi i primi dubbi sulla natura dell’operazione, a valle dell’Audit (successivo alle notizie stampa di fine 2006 su un possibile coinvolgimento di I-Globe in una frode fiscale) e dopo ulteriori controlli supportati da illustri pareri legali e fiscali, TIS ha dapprima calmierato sostanzialmente il traffico (aprile 2007) e poi lo ha interrotto completamente (maggio 2007).


Questa la sintesi delle deposizioni di alcuni alti dirigenti del gruppo Telecom Italia, sentiti ieri in aula, in qualità di testimoni nel corso del processo sull’“Iva telefonica” in corso presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore.


A rispondere alle domande del PM sono stati: Oscar Cicchetti, Responsabile delle Strategie di Telecom Italia, Andrea Mangoni, dal 1° luglio 2009 nel gruppo TI a capo dell’Area Administration, Finance and Control & International Development di Telecom Italia e presidente di Telecom Italia Sparkle, Federico Maurizio D’Andrea, all’epoca dei fatti a capo dell’Audit & Compliance Services di Telecom Italia SpA (struttura di controllo interno), e attualmente Responsabile Audit. I tre testi hanno ribadito il comportamento corretto dei vertici e dei dirigenti di TIS a partire dall’amministratore delegato Stefano Mazzitelli.


Nella giornata di ieri, infine, è stata completata la deposizione di Claudio Castellani, presidente e socio di maggioranza di Intermatica, società che, attraverso Crosscom, affittava gli archi di numerazione ad I-Globe.


Castellani, esperto di servizi Premium ha offerto una ampia ed esauriente descrizione del funzionamento di tali servizi, dell’istradamento rigido necessario per il completamento delle chiamate sui fornitori di contenuti, del VoIp, del funzionamento dei contratti di Code Borrowing (affitto di numerazioni) e delle dinamiche commerciali e competitive sottostanti, in generale e per questa specifica operazione.


La deposizione ha messo in luce la normalità delle relazioni commerciali, le enormi dimensioni del mercato mondiale dei servizi Premium, la presenza di competitors nell’ambito dei servizi di Code Borrowing e la linearità dei comportamenti.


Nel corso del controesame dell’avvocato Merluzzi, Castellani ha segnalato un episodio, avvenuto alla fine del 2006, a proposito della linearità dei comportamenti dei manager TIS: al Castellani che portava in dono due orologi a Mazzitelli e Comito veniva risposto dagli stessi che per prassi aziendale non potevano accettare regali di quel tipo e che pertanto, ringraziando, glieli avevano restituiti.


Il processo riprenderà lunedì 17 con un teste d’eccezione: Franco Bernabé, attuale presidente di Telecom Italia. Dopo di lui, sarà la volta di Carlo Baldizzone, Responsabile Area Amministrazione e Controllo di Telecom Italia Sparkle in qualità di Chief Financial Officer. Chiuderà la giornata l’inizio della testimonianza di Gianfranco Ciccarella, già Responsabile dal 2005 dell’area network di TIS che rispondeva della sua attività direttamente all’Amministratore Delegato Stefano Mazzitelli. Per completare la sua testimonianza, che probabilmente occuperà più sedute, sono state previste altre due udienze, fissate per il 18 e 21 ottobre.


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