Fattore Umano | Amnistia, Pannella chiede incontro con Napolitano


Dopo la visita di Benedetto XVI a Rebibbia e il “pacchetto giustizia”, resta intatta l’emergenza carceri

 

Dopo la visita di Benedetto XVI a Rebibbia e il “pacchetto giustizia” presentato dal Guardasigilli Paola Severino, che ha aperto all’ipotesi amnistia («purché lo chieda il Parlamento»), il tema degli «istituti di clemenza» (indulto ed amnistia, per l’appunto) restano al centro del dibattito sulla giustizia. A ricordarlo sono stati gli stessi detenuti di Rebibbia che hanno rilanciato la richiesta di «amnistia» al passaggio del Pontefice, in presenza del ministro di Giustizia, in visita pastorale nel carcere romano.


Lo ha sottolineato Marco Pannella, rivolto al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel corso della consueta conversazione con Radio Radicale. «Caro Presidente, io la devo vedere. Dovremo pure inventare, nel senso buono di “trovare”, qualcosa. I carcerati a Rebibbia – ha proseguito – hanno gridato dalle celle quello che nessuno ha potuto nemmeno mormorare per un secondo, nemmeno con un sinonimo di amnistia, nella cerimonia ufficiale: la nostra proposta “amnistia per la Repubblica” non è una metafora. Se è una Repubblica dal comportamento criminale, noi vogliamo che attraverso lo strumento dell’amnistia si avvii un processo strutturale delle ragioni per le quali siamo condannati per la durata inaccettabile dei processi, per il sovraffollamento di cause e processi, oltre che per la condizione delle carceri». «Una situazione che non può certo dirsi sanata con il decreto legge approvato venerdì scorso». «In questo senso – ha aggiunto – i provvedimenti che il ministro Severino ha annunciato interessano forse qualche migliaio di detenuti. Siamo qui per dire: siamo coerenti».


Pannella, chiede di essere ascoltato dal Capo dello Stato, sostiene Emma Bonino, «non perché Napolitano non conosca il problema, ma perchè forse gli sfugge la manipolazione che di questo problema viene fatta, e verrà fatta. Mi sembra che siamo già avviati sul solito dibattito con presupposti falsi». «Già mi immagino che, come accadde per l’indulto, saranno chiamati in tv solo coloro che sono contro il decreto varato dal Governo». «L’intero dibattito sulle carceri e la giustizia nasce falsato – conclude la parlamentare radicale – basta vedere i titoli dei giornali (“A noi le tasse, i ladri fuori”), in un misto di voglia di manette, populismo, disinformazione creata, che caratterizza da lungo tempo il nostro Paese».


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