Mazzitelli: cinque periti a suo tempo hanno assolto TIS


L’Ex AD di TIS: Anche i nuovi vertici di TI esclusero un possibile rischio fiscale. Giovedì in programma l’interrogatorio di Massimo Comito e Antonio Catanzariti


La Procura della Repubblica, al contrario di quanto chiesto nell’ultima seduta del processo, ha rinunciato ieri a proseguire l’interrogatorio di Stefano Mazzitelli, ex AD di Telecom Italia Sparkle. L’udienza del processo per l’”Iva Telefonica”, ripreso ieri presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore, ha così registrato solo la prosecuzione del controinterrogatorio del Capitano dei ROS Francesco De Lellis.


Ma l’udienza è anche servita a fare il punto sulle attività che sia in Telecom Italia Sparkle che presso Telecom Italia sono scattate non appena è emerso il rischio di possibili profili di responsabilità fiscale per l’azienda dopo l’avvio delle indagini della Guardia di Finanza. Stefano Mazzitelli ha fatto presente che, oltre alle indagini ed ai controlli interni, l’azienda ha messo a disposizione il materiale a diverse strutture professionali esterne e alla società di revisione del gruppo Telecom (cui nel marzo 2008 è stato riconosciuto un supplemento rispetto al prezzo concordato per la revisione, vista la mole di lavoro supplementare), per verificare l’eventuale rischio di infrazione fiscale. Tutti i periti esterni hanno escluso il rischio che l’azienda potesse essere chiamata a rispondere per un’eventuale “frode fiscale”.


Lo stesso Mazzitelli ha rilevato che il nuovo vertice di Telecom Italia non ha ritenuto nel 2008 (bilancio 2007) di procedere ad accantonamenti o svalutazioni per l’eventuale rischio nonostante in quel periodo avesse proceduto a stanziare «maggiori fondi per rischi vari» nell’ordine di centinaia di milioni, come è consuetudine in occasione di cambi di gestione quando, ed era il caso di Telecom Italia, esistono riserve sufficienti. Anche questa, ha fatto notare l’ex AD di TIS, è una prova che il comportamento dell’azienda era stato considerato regolare, anche nel caso fosse emersa una frode Iva perpetrata da altri soggetti. Eppure, sulla base dello stesso materiale messo a disposizione dalla società ai cinque periti esterni, come ha confermato il Capitano della Guardia di Finanza Luca Meoli, le conclusioni della Procura sono state ben diverse (anche se ricordiamo nella CNR della GdF i dirigenti di TIS non sono stati considerati indagabili per il reato associativo, ndr).


Giovedì il processo continua con la testimonianza di due altri manager di Telecom Italia Sparkle, Massimo Comito ed Antonio Catanzariti. Lunedì, dopo l’ultima parte della testimonianza del capitano De Lellis, toccherà a Rosario e Maria Teresa La Torre, accusati di aver fatto da prestanome per immobili (anche un ristorante) che in realtà farebbero capo a Gennaro Mokbel.


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