Colleghi e superiori in campo per Berriola. «È corretto e leale»


Il processo per l’“Iva Telefonica” è ripreso con i testi dell’ufficiale della GdF. Nessun mistero dietro la cena al “Filadelfia”. Il 28 settembre in aula le testimonianze chieste dai difensori di Gennaro Mokbel e Giorgia Ricci


Una sera di novembre del 2007, il senatore Bruno Erroi, il Tenente Colonnello Carlo Luciano e il Colonnello Michele Dell’Agli andarono a cena con il maggiore Luca Berriola al ristorante Filadelfia di Roma il cui proprietario, secondo la Procura, era Gennaro Mokbel. Ieri i tre testi, di fronte al Collegio della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, hanno testimoniato che: si trattò di una comune riunione conviviale; il conto fu regolarmente pagato dai commensali; probabilmente la cena non fu organizzata dal maggiore Berriola.


È uno dei passaggi-chiave dell’udienza con cui ieri è ripreso il processo per l’Iva telefonica con l’audizione dei testi di Berriola non ascoltati prima della pausa estiva. Diversi ufficiali delle Fiamme Gialle hanno testimoniato sulla correttezza professionale del maggiore: il generale Antonio Maria Rubino, sotto cui Berriola ha prestato servizio nel 2006/07; il collega Carlo Luciano, che ha lavorato al fianco dell’imputato al reparto Tutela Mercati; il Colonnello Lucandrea Buffoni, collega del maggiore al reparto Tutela Finanza Pubblica dal 2008 al 2010.


L’udienza si è conclusa con l’audizione del primo teste prodotto dalla difesa dell’avvocato Paolo Colosimo. L’esame delle testimonianze proseguirà l’8 ottobre (assieme ad altri testimoni di Berriola). Prima però ci sarà, il 28 settembre, la sfilata delle testimonianze prodotte da Gennaro Mokbel e Giorgia Ricci.


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