Dopo il no della cassazione

I legali di Scaglia dichiarano:

“Un’occasione persa  per distinguere le singole posizioni

Scaglia vittima della truffa.  Il “non poteva non sapere” contrasta con i principi della legge.

Ci riproveremo al Tribunale del Riesame il 6 luglio”

Rinviata al tribunale del Riesame la posizione dei tre indagati di Telecom Sparkle


La Cassazione ha respinto la maggior parte dei ricorsi contro il regime di custodia cautelare presentati dagli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla frode carosello che ha coinvolto Fastweb e Telecom Italia Sparkle. In particolare, i giudici della terza sezione della Cassazione hanno ritenuto legittimi gli arresti domiciliari in val d’Aosta  inflitti dal 17 maggio scorso a Silvio Scaglia. In attesa delle motivazioni della sentenza, si deve render atto che il collegio della suprema corte ha aderito al teorema dell’accusa per cui Scaglia, come altri inquisiti, “non poteva non sapere”. Al contrario, i difensori del fondatore di Fastweb, Piermaria Corso e Antonio Fiorella,   rilevano che questa formula “contrasta con i principi del nostro ordinamento”.


“Troveremo  chi ci saprà ascoltare – continuano i difensori – Il prossimo appuntamento per noi è al tribunale del Riesame il prossimo 6 luglio, dove si discuterà l’appello contro l’ordinanza del Gip che ha concesso gli arresti domiciliari al nostro assistito. Sull’esito della sentenza ha pesato il fatto che la Suprema Corte abbia dovuto ancorare il suo giudizio alla situazione probatoria esistente al 17 marzo, situazione ampiamente superata da nuovi fatti quale l’interrogatorio di Scaglia del 12 aprile e la relativa produzione documentale depositata per l’occasione ”. “ Nel frattempo – concludono i difensori – non sono emersi nuovi elementi utilizzabili dall’accusa contro l’ingegner Scaglia vittima, come Fastweb, di una truffa ben congegnata”.


La Cassazione ha altresì respinto i ricorsi della maggior parte degli indagati, tra cui Mario Rossetti, ex manager di Fastweb.  E’ stato invece disposto l’annullamento con rinvio a nuova decisione del Tribunale di Roma dei provvedimenti cautelari a carico di tre dirigenti di Ti Sparkle (Antonio Catanzariti, Massimo Comito e Stefano Mazzitelli). Sono state confermate , al contrario, le misure cautelari nei confronti di Bruno Zito , pure lui ex di Fastweb,  del maggiore della Guardia di Finanza Luca Berriola, di Gennaro Mokbel e della moglie Giorgia Ricci, di Antonio Ricci e dell’avvocato Paolo Colosimo. I supremi giudici hanno infine rigettato il ricorso di Aurelio Gionta e di Manlio Denaro mentre è deciso l’annullamento con rinvio per gli inglesi Edward Dines e Anthony O’Connor, coinvolti neolla parte dell’inchiesta sul riciclaggio.


1.397 Commenti a “Dopo il no della cassazione”

  • [...] per il no.  La posizione dei due era tornata all’attenzione del tribunale del Riesame dopo la sentenza della Cassazione dello scorso 25 [...]

  • Pietro Boero:

    LO DISSE TORTORA DOPO ESSERE STATO PROSCIOLTO DALLE INGIUSTE ACCUSE ………
    ….NOI ITALIANI SIAMO TUTTI IN LIBERTA’ PROVVISORIA….
    LA PRESUNZIONE DI INNOCENZA I NOSTRI GIOUDICI NON SANNO CHE COSA E’!!!
    TIENI DURO INGEGNERE E NON CEDERE A COMPROMESSI GIURIDICI!
    PER ME SONO PASSATI 20 ANNI E SOLO OROA POSSO PROVARE I FALSI CHE AVEVANO FATTO PER INCASTRARMI GIUDICI E INVESTIGATORI.-

  • stefano:

    Io insisto con l’idea di antagnod..

  • giovanni:

    Cari amici, la Cassazione ha, tuttavia, annullato con rinvio per i tre manager di Telecom. In un caso, perticolarmente, sembra che l’annullamento abbia messo in crisi tutto il costrutto accusatorio, minando la credibilità del teorema “sapeva anche se è dimostrato che non sapesse”, tanto caro ai Morgigni e ai D’Arma di turno.
    Credo che non siano lontani i tempi in cui anche per Silvio Scaglia e per tutte le altre persone perbene coinvolte in questa davvero drammatica storia giudiziaria tornerà la luce.
    Quel che, però, chiedo è il perchè quando un avvocato sbaglia perde i clienti e va a fare un altro mestiere, ma quando sbaglia un magistrato questi può continuare impunito a combinare danni e fare carriera. Al termine dei processi, carte alla mano, bisognerebbe potergli fare causa ed ottenere da loro (e non dallo Stato) il dovuto risarcimento.

  • Bruno:

    Leggendo i commenti della redazione sull’azione dei giudici, l’impressione e’ che tutti i magistrati coinvolti abbiano già decretato colpevolezza e condanna per gli indagati. Alla faccia dei diritti d’innocenza.
    Come mai quando un criminale e’ condannato (veramente) la parte cive viene risarcita solo con ulteriore giudizio civile ?
    Sempre i cittadini a soccombere.

  • Cesare:

    è perfettamente inutile meravigliarsi od arrabbiarsi x quanto avvenuto.
    Nessuna organizzazione e mai nella storia ha saputo riconoscere i propri errori e problemi dall’interno.
    Vale purtroppo la regola universale del “cane non mangia cane”.
    Unica possibilità è che finalmente sul caso Fastweb (Scaglia/Rossetti) intervenga il tanto auspicato e promesso intervento della classe politica italiana con invio di ispezione da parte del Guardasigilli.
    Nel contempo se proprio si vuole continuare a sostenere tesi del tipo “non poteva non sapere” si potrebbe aprire un fascicolo a carico di Ponzio Pilato (a posteriori, visto che dopo 2000 anni le prove dovrebbero essere state raccolte).

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Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World