Truffe Carosello: perché Scaglia “poteva non sapere” (4)


Il Comitato di controllo comunica al Cda che il business delle Phuncards è “regolare”, al punto che il presidente del Comitato dà il suo “via libera” all’attività con una mail. Ma il fatto che Scaglia non diffidò dei “controllori” (e di chi avrebbe dovuto controllare i controllori) per i PM si capovolge in una sorta di “prova logica” contro di lui.


Dopo aver esaminato il documento (Executive Summary) che il Comitato di controllo presieduto da Carlo Micheli (Internal Audit) sottopone al Cda del 29 agosto, dove si specifica che gli approfondimenti  hanno accertato la sostanziale “regolarità fiscale e corretta impostazione nel bilancio” del business delle prepagate (Phuncards), può essere utile dare conto per esteso del parere legale dello Studio Guido Rossi per come perviene allo stesso Cda.



Si legge testualmente al punto quattro (iv): “per le ragioni sopra indicate, non ritengo che l’attività sottoposta al mio esame possa considerarsi illecita o comporti rischi particolari, vista anche la sua accertata regolarità fiscale e corretta impostazione nel bilancio della società, come acclarato oltre che dal parere che mi è stato sottoposto anche dalla conforme opinione dei sindaci e dei revisori”.


Insomma il business delle “Phuncards”, in quel momento (luglio – agosto 2003), carte alla mano, appare: 1) lecito; 2) regolare; 3) conforme. Appare tale a tutti i livelli di verifica, interni ed esterni, della governance di una società quotata quale è e.Biscom SpA. E come tale, infine, viene riportata al più alto livello societario, il Cda.


Scaglia nel suo interrogatorio del 12 aprile 2010 illustra ai PM questo passaggio decisivo:


Silvio Scaglia: “(…) lo vorrei leggere insieme a voi un attimo, lo vorrei leggere insieme a voi, scusate. Questo dice: tali analisi hanno confermato la liceità della attività in parola, sia in particolare per quanto riguarda la relativa regolarità fiscale e contabile e la secondarietà rispetto al business di Fastweb. Quindi ci conferma che l’organo che ha la responsabilità del controllo aziendale rispetto al Consiglio di Amministrazione, torna dal Consiglio e dice: ‛Noi abbiamo fatto gli approfondimenti, gli approfondimenti che abbiamo fatto confermano’”.

PM Bombardieri: “Quali sono… quali sono gli approfondimenti che sono stati fatti?”.

Silvio Scaglia: “Questi che dice prima”.

(…)

Silvio Scaglia: “Fundarò (manager operativo dell’Internal Audit, ndr.) conferma che sono stati condotti incontri di approfondimento con il Gruppo CMC”

PM Bombardieri: “Gli incontri di approfondimento con il Gruppo CMC che cosa sono? Che significa… ”.

Silvio Scaglia: “Ma poi nella presentazione di Fundarò c’erano dei dettagli in più e diceva che sono state fatte delle… ”.

PM Bombardieri: “No, il dettaglio in più… è che è stato sentito Focarelli… ”.


Siamo ad un punto chiave delle “accuse” mosse a Silvio Scaglia: per i PM il documento che attesta al Cda la regolarità a tutti i livelli del business delle prepagate “non dice niente”. Mentre per Scaglia “dice molto”.


PM Bombardieri: “Per lei era sufficiente? Ne prendiamo atto”.

Silvio Scaglia: “Scusi, dice moltissimo, dice moltissimo, perché… ”.

PM Bombardieri: “Non dice cosa è stato fatto, che accertamento è stato fatto”.

Silvio Scaglia: “Scusi, aspetti, dice moltissimo, perché c’è un Consiglio di Amministrazione che… ha un organo (il Comitato di controllo, ndr.), che è presieduto da una persona indipendente rispetto alla operatività”.


Insomma secondo i PM Scaglia avrebbe dovuto “non accontentarsi” di quello che riportava il Comitato di controllo. Avrebbe dovuto diffidare. Avrebbe (forse, chissà?) dovuto pretendere un controllo aggiuntivo su come il Comitato di controllo faceva i controlli. Di più: sulla stessa linea logica, Scaglia avrebbe dovuto diffidare di tutti: 1) la prima linea del top management; 2) i consulenti “esterni”; 3) i sindaci e i revisori.


Ma c’è un particolare che non torna in questo filo logico, sintetizzabile in alcuni interrogativi:

  1. Perché ben un mese prima del Cda del 29 agosto, precisamente il 30 luglio, il presidente del Comitato di controllo dr. Carlo Micheli, si sentì nella condizione di poter scrivere una mail che dava il “via libera” a riprendere il business delle Phuncards, precedentemente sospeso da Angelidis proprio per i necessari approfondimenti?
  2. Perché non negare il suo “via libera”?
  3. Perché non pretendere ulteriori approfondimenti, oltre a quelli già espletati dai manager che lui stesso dirigeva?
  4. Se tali manager avevano soltanto “bevuto un caffè”- come dice il Pm Bombardieri – il primo ad accorgersene chi doveva essere?


Ma ecco il testo della mail delle ore 19.37 (depositata agli atti del processo dall’allora Ad, Emanuele Angelidis) scritta da Micheli a Scaglia, Angelidis e Rossetti:

“Ho ricevuto oggi il parere del Prof. Rossi a proposito del business delle carte prepagate. Credo sia opportuno presentarlo al prossimo Cda (come in effetti avvenne, ndr.) del 29 agosto, vista la richiesta di approfondimenti emersa durante l’ultima riunione del Comitato di controllo. Non vedo controindicazioni a proseguire durante il mese di agosto in attesa del Cda, mantenendola nei limiti di assoluta ragionevolezza e comunque di marginalità, come indicato dal prof. Rossi”.


Nella prossima puntata avremo modo di scoprire cosa si discusse nel Cda del 29 agosto, attraverso la lettura del verbale di quella riunione.



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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World