“Da cittadino ho paura della giustizia inquirente”


Nei giorni scorsi è pervenuto al blog un commento ad opera di Sabrina persona evidentemente vicina ad uno degli imputati del processo sulla “frode Carosello” che, a scanso di “ogni ipocrisia”, si dichiara sensibile “ai casi di Mazzitelli, Comito e Catanzariti”, ovvero tre manager di Telecom Italia Sparkle coinvolti nel procedimento



Si tratta, dunque di una testimonianza “partigiana” ma non per questo meno significativa perché, al di là del merito della vicenda giudiziaria, ben rappresenta il circolo vizioso che ha avvolto quest’inchiesta da quasi un anno a questa parte, a prezzo del bene della libertà individuale per i “colletti bianchi”, a partire dall’ingegner Silvio Scaglia.


Per questo, alla vigilia della decisione dei giudici della Prima Sezione del Tribunale penale di Roma sulle eccezioni al rito abbreviato per questo procedimento, si è deciso di offrire spazio a questa testimonianza. Con l’augurio che, finalmente, sia garantito agli imputati, innocenti fino a prova contraria, un giusto processo in condizioni degne di uno Stato di diritto ove, al contrario di quanto affermato in udienza dai PM, non capiti di sentire che “i gravi indizi contano di più delle prove evidenti”. Ammesso che esistano “i gravi indizi”.





Sabrina:


La requisitoria dei PM è stata più che esposta urlata, ha parlato di elementi suggestivi che nulla hanno a che fare con le eccezioni le prove e gli elementi tecnici ed i singoli aspetti umani e indiziari degli imputati coinvolti, intimava al collegio la non “facoltà” di decidere perché non in grado di esaminare gli elementi meglio del GIP che ha disposto il decreto di giudizio immediato.


Ecco questa al di là degli elementi tecnici è proprio la vera anomalia clamorosa di questo processo e quindi anche delle possibilità che il sistema offre alla accusa di monopolizzare la prima fase del processo che sembra non avere mai fine. Si continua a far finta che il materiale probatorio sia stato esaurientemente valutato da giudici terzi o non è richiesta la valutazione come nel caso dell’immediato cautelare disposto dal GIP Paolicelli, per cui il giudice almeno fino ad ora si trova di fronte a questa tautologia perversa per cui il giudice non entra nel merito perché non deve, non ha tempo, non può esaurientemente vista la mole non è la fase del processo che lo consente e le difese subiscono la estemporaneità dei PM senza poter eccepire nulla di esauriente in un vero contraddittorio costituzionalmente garantito.


Complimenti alla Procura maestra nella tattica giudiziaria e della politica di palazzo anche se il loro ruolo pubblico dovrebbe garantire, pur nel rispetto dei ruoli, un giusto processo. Togliamo il velo alla ipocrisia mi riferisco ai casi di Mazzitelli, Comito e Catanzariti che in po’ conosco e credo non diversi dagli altri imputati “Telecom-Fastweb”. Gli imputati hanno sempre collaborato tranne in un caso Catanzariti si è avvalso del diritto di non rispondere per il resto piena collaborazione; all’udienza di convalida dell’arresto con il GIP Morgigni gli imputati arrivano senza avere potuto conferire con gli avvocati perché disposto dal giudice, rispondono puntualmente alle domande, il GIP confonde addirittura la parte sostanziale della imputazione asserendo che le società Telecom non avessero pagato l’IVA, il difensore non può parlare l’imputato rimane allibito ma niente si va avanti si rimane in carcere e si motiva asserendo che gli imputati sono reticenti.


La prima udienza del Tribunale della Libertà dura 5 minuti la Procura produce all’ultimo momento verbale di interrogatorio di un coimputato che dichiara il falso fra gli “ho sentito e mi hanno detto che”. Durante l’udienza il PM adduce ulteriori elementi suggestivi basati sul nulla facilmente confutabili, ma la difesa non può replicare perché il Collegio lamentava carenza di tempo e anche la memoria veniva ritenuta eccessiva (40 pagine su una inchiesta di 180.000). Rimangono in carcere.


Il GIP Morgigni respinge numerose istanze con motivazioni sempre diverse e mai documentando le motivazioni addotte che richiamavano ad interrogatori di coimputati, che ora basta leggere per valutarne la reale portata, opposta rispetto alle motivazioni. Rimangono in carcere.


Pochissimi documenti vengono esibiti dalla Procura e messi a disposizione delle difese prima della emissione del decreto di giudizio immediato anche interrogatori importanti ed esimenti non c’è nessun contraddittorio mai con il GIP nel merito del materiale probatorio.


Si arriva ad agosto dove un giudice in feriale emette decreto di giudizio immediato asserendo che non deve entrare nel merito probatorio ma solo constatare lo stato di detenzione degli imputati, e constata anche male rispetto ai reati fiscali. La Cassazione nel frattempo adita con ricorso avverso la prima pronuncia del Tribunale del Riesame annulla con rinvio sul tema cautelare ma non entra nel merito non può e si basa sulla ordinanza del riesame per constatarne la manifesta o no illogicità della motivazione basata solo sul materiale indiziario presente nell’ordinanza cautelare al marzo 2010. Ordinanza del 25 giugno 2010 né il PM né il GIP prendono atto attendono una successiva udienza del riesame peraltro rimandata inizialmente per assenza dei giudici e la scarcerazione agli arresti domiciliari avviene il 16 Luglio circa un mese dopo con parere contrario dei PM.


E qui è la madre di tuttI i misfatti la ordinanza cautelare che contiene elementi appiccicaticci, solleva suggestioni basate sul nulla contiene richiami a fatti così inverosimili e facilmente verificabili da poter essere giudicati falsi insomma un caos scientificamente organizzato da maestri della tattica giudiziaria. Altre due sessioni del Tribunale del riesame sempre della durata di 5/10 minuti con contraddittorio quasi nullo e dove costantemente il PM modifica l’approccio sostanziale delle imputazioni senza che nessuno eccepisca nulla e le difese sono impotenti. E sono ancora in carcere (agli arresti domiciliari cioè carcere) ed è passato quasi un anno.


Allora il dibattimento a cui si è arrivati senza nessun “vero” contraddittorio, secondo i tecnici sana tutto ma intanto i danni psicologici e materiali per gli imputati sono enormi ed insanabili. Da cittadino ho paura della giustizia inquirente, rimane la speranza che i giudici collegiali ritenute persone serie mettano un freno anche nella fase preliminare.


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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World