Fattore Umano | Poggioreale? È peggio di uno zoo


Dice l’avvocato Polidoro, presidente de Il Carcere Possibile Onlus: «quel che si vuole legittimamente garantire agli animali, non è assicurato a chi è rinchiuso in carcere». E scrive alla Procura di Napoli chiedendo se non vi sia «notizia di reato»


Avvocato, come mai questa lettera?

Tra gli scopi della nostra Associazione vi è anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della detenzione in carcere, che per i principi costituzionali e per le norme vigenti, deve tendere alla rieducazione del condannato. È necessario far comprendere che una detenzione nel rispetto della legalità è funzionale anche alla sicurezza sociale e al benessere del Paese. La lettera trova spunto dall’articolo pubblicato da La Repubblica sull’indagine, in corso presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli, che ha ad oggetto le condizioni, appunto illegali, in cui sarebbero tenuti gli animali nello zoo di Napoli. Indagine giusta, che ci auguriamo possa – ove fosse vera la notizia di reato – pervenire alla punizione dei responsabili e al mutamento di uno stato di cose non degno di un Paese civile. Ci siamo chiesti perché l’Ufficio di Procura ha chiesto l’archiviazione per l’esposto da noi presentato nel 2009, che riguarda più o meno gli stessi fatti subiti da uomini.


Che cosa è successo dopo l’archiviazione?

L’esposto è stato depositato nel 2009. Dopo due anni d’indagine, la Procura della Repubblica ne ha richiesto l’archiviazione, che non è stata accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari, che ha chiesto la prosecuzione delle indagini. Allo stato il fascicolo pende ancora presso l’Ufficio di Procura.


Cosa sperate di ottenere con l’invio della lettera?

Noi vogliamo solo che venga spiegato perché gli Istituti di Pena devono essere considerati “zona franca”. Laddove è previsto che l’ASL competente visiti almeno ogni 6 mesi gli Istituti di Pena per verificare le condizioni igienico-sanitarie in cui vivono i detenuti e il rispetto della normativa vigente. Se si vuole, giustamente, intervenire perché gli animali sono detenuti in spazi angusti, perché il cibo è scadente, perché vi è pericolo di malattie, perché ciò è tollerato per gli uomini? Eppure dal 2010 è stato dichiarato lo «stato di emergenza» negli Istituti di Pena, il Ministro della Giustizia ha affermato che il carcere oggi è una tortura, alcuni giorni fa il Presidente del Senato, visitando la Casa Circondariale di Poggioreale, ha dichiarato che «ci sono reparti di cui preferisco non parlare… vi è una situazione inaccettabile» e le condizioni in cui si trova Poggioreale sono state innumerevoli volte denunciate dai parlamentari che vi sono stati in visita. Lo stesso Procuratore della Repubblica recentemente è stato, con alcuni componenti del suo Ufficio nella predetta Casa Circondariale e si è potuto rendere conto della situazione. Insomma la notizia di reato credo ci sia, vi è un fascicolo ancora aperto, perché non intervenire?


Di seguito il testo della Lettera aperta al Procuratore della Repubblica a Napoli.



Napoli, 20 febbraio 2012

 

 

LETTERA APERTA AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI NAPOLI




Illustrissimo Procuratore,


Su “La Repubblica” del 14 febbraio u.s. è stato pubblicato l’articolo di Dario del Porto, dal titolo “GABBIE ANGUSTE E STRUTTURA FATISCENTE, LA PROCURA APRE UN’INDAGINE SULLO ZOO”. Abbiamo così appreso che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli “indaga sulle condizioni del giardino zoologico di Viale Kennedy. Il fascicolo, affidato al P.M. Giovanni Corona, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, è stato aperto dopo un sopralluogo nel parco effettuato alla fine di dicembre dagli agenti del corpo forestale… L’inchiesta è aperta per l’ipotesi di reato di maltrattamenti di animali…”.


Indagine giusta che mi auguro raggiunga il suo scopo: la punizione di eventuali responsabili e soluzioni per gli animali degne di un Paese civile. Ma, in qualità di Presidente de “Il Carcere Possibile Onlus”, associazione della Camera Penale di Napoli, che da anni si occupa della tutela dei diritti dei detenuti, e da cittadino, mi chiedo perché quello che legittimamente si vuole venga garantito agli animali, non è assicurato a coloro che sono rinchiusi negli Istituti di pena.


Nella casa circondariale di Napoli-Poggioreale, a fronte di una capienza tollerabile di 1.300 detenuti, ne sono rinchiusi circa 2.800. La recente visita del Presidente del Senato e innumerevoli ispezioni di parlamentari hanno denunciato la mancanza di spazi vitali: persone costrette a convivere in celle dove non è possibile letteralmente muoversi, dove si è obbligati a stare per 22 ore al giorno, cucinando nello stesso spazio usato per i bisogni corporali, in condizioni igieniche disastrose.


Nei giorni scorsi, accompagnato da alcuni Procuratori Aggiunti e da un nutrito numero di Sostituti Procuratori, Lei ha visitato l’Istituto di Poggioreale, toccando con mano il degrado di alcuni padiglioni.


“Il Carcere Possibile Onlus”, nel 2009, ha depositato alla Procura della Repubblica di Napoli un esposto sulle condizioni igienico sanitarie degli Istituti di Pena del circondario di Napoli, ivi compresa la Casa Circondariale di Poggioreale, facendo specifico riferimento ai controlli che le Asl competenti devono effettuare ogni sei mesi per verificare il rispetto delle leggi vigenti in materia. Dopo un’indagine, durata due anni, è stata chiesta dal Suo Ufficio l’archiviazione dell’esposto, non accolta dal Giudice delle Indagini Preliminari, che ha indicato al S.Procuratore delegato di effettuare ulteriori approfondimenti investigativi.


Vale la pena ricordare che i detenuti sono portatori di diritti pieni ed inalienabili, proprio come i soggetti liberi. Se la soluzione dei problemi che affliggono il sistema penitenziario spetta “alla politica”, la Magistratura deve fare la sua parte, investigando sulle violazioni di legge e condannando coloro che di tali azioni e/o omissioni sono eventualmente responsabili.


La “notizia di reato” c’è e proviene da più fonti, anche molto qualificate. Il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale non prevede deroghe e il Suo Ufficio ha un fascicolo aperto da oltre due anni.


La “supplenza” dell’organo giudiziario, che abbiamo visto in altre situazioni, potrebbe forse finalmente eliminare l’extraterritorialità delle carceri, dove la Legge e i principi costituzionali non trovano applicazione.


Avv. Riccardo Polidoro – Presidente de Il Carcere Possibile Onlus

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