“Iva Telefonica”, in arrivo il teste Gourevitch

Il PM Bombardieri chiede la sua testimonianza anche ai sensi dell’articolo 507 cpp. Il professor Cusani insiste: il traffico telefonico non era fittizio. I consulenti di Focarelli: l’Iva è stata sempre pagata. E i testimoni inglesi si avvalgono della facoltà di non rispondere


Se il Collegio giudicante accoglierà la richiesta del pubblico ministero Giovanni Bombardieri, il processo per l’ “Iva Telefonica” si arricchirà di un nuovo teste: Eugene Gourevitch, considerato dagli inquirenti una delle menti della presunta truffa alla base dell’inchiesta. La novità è emersa al termine delle testimonianze dell’udienza di venerdì scorso. Davanti al Collegio giudicante della Prima Sezione penale del tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, ha completato la sua deposizione il professor Roberto Cusani, ordinario di telecomunicazioni alla Sapienza di Roma. Il teste, chiamato dalla difesa di Carlo Focarelli, ha chiarito i profili tecnici delle comunicazioni telematiche effettuati dalle società dell’imputato, aggiungendo altre prove sull’esistenza di un traffico reale e non fittizio.


Dopo di lui, altri due testi, il consulente aziendale Maurizio Cannavò e il commercialista Giordani hanno sottolineato che sia l’attività della Cmc che della Ubique non presentavano anomalie significative di sorta anche sotto il profilo del versamento dell’Iva. È stata poi la volta di Edward Dines e Anthony O’Connor, i due testi inglesi che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.


Infine, è stata affrontata la posizione del teste Gourevitch, da pochi giorni rientrato in Italia. Il pm ha chiesto l’ammissione della sua testimonianza con due motivazioni: 1) A suo tempo un difensore aveva citato Gourevitch come teste salvo poi rinunciarvi. Ma il PM Carlo Bombardieri si è ieri opposto alla rinuncia; 2) la pubblica accusa ha inoltre avanzato la richiesta di sentire Gourevitch ai sensi dell’articolo 507 del Codice di procedura penale che prevede che il giudice può disporre dell’ammissione di nuove prove (e quindi di nuovi testi) anche d’ufficio se risulta assolutamente necessario.


Le difese hanno fatto presente che sarà necessario, qualora il Collegio aderisse alla richiesta del PM, mettere a disposizione delle parti le dichiarazioni rese a suo tempo da Gourevitch depositate nel fascicolo dal PM. La risposta del collegio è prevista per l’udienza fissata per oggi.


P.S. Aurelio Gionta precisa che «Ferruccio Gabrie non era mio dipendente (come erroneamente indicato nel post del 9 ottobre) ma bensi un funzionario RAI con cui la G.P.N.srl lavorava dal 1998».


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