«I PM smentiti nel processo»

«Nessun sodalizio criminale, nessun comportamento anomalo da parte dell’ing. Catanzariti». Così nella sua arringa l’avv. Giaquinto, legale difensore dell’ex responsabile Carries Sales Italy di TIS

 

Arringa fiume, quella di oggi, durata ben 7 ore e mezzo, di fronte al Collegio giudicante della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore. A prendere la parola, gli avvocati Floria Carucci, in sostituzione dell’avv. Marazzita, e Giovanni Maria Giaquinto, entrambi legali difensori dell’ing. Antonio Catanzariti, già responsabile Carries Sales Italy di Telecom Italia Sparkle.

 

Un’arringa iniziata con una dura contestazione nei confronti delle «suggestioni» della Procura, in particolare laddove i PM hanno sostenuto che «il processo doveva ritenersi esaurito con l’applicazione delle misure custodiali». «Le prove al contrario – ha esordito l’avv. Giaquinto – si formano nel dibattimento, e quanto raccolto dai PM è stato oggetto di smentita sia documentale che testimoniale».

 

«Infatti – ha sottolineato il legale – in nessun elemento del percorso contrattuale l’ing. Catanzariti ha mai aderito all’eventuale sodalizio criminale posto in essere da terzi. Viceversa, nel corso del processo si è dimostrato che sono state applicate in maniera scrupolosa tutte le direttive aziendali e non vi è mai stato alcun rapporto privilegiato con Carlo Focarelli, quindi con le aziende I-Globe e Acumen».

 

«L’ing. Catanzariti – ha proseguito Giaquinto – si è interfacciato con tutti i dipendenti del settore commerciale di TIS, tutte persone ascoltate in aula come testimoni, che hanno confermato di aver trattato con Focarelli».

 

Anche in merito ai cosiddetti «pagamenti in giornata», l’avv. Giaquinto ha sottolineato come l’ing. Catanzariti non abbia avuto «alcun ruolo nella decisione su tali pagamenti e come invece sia stato un ruolo proprio dell’Ufficio Amministrazione, Controllo e Finanza». E laddove la Procura ha ritenuto di poter definire «anomalo» il fatto che Catanzariti non abbia sollevato dubbi sul traffico telefonico, il legale ha messo in evidenza come «in aula si sia dimostrato come nessuno in azienda abbia mai sollevato dubbi. Nemmeno l’ufficio preposto, cioè il Servizio Rete, che faceva capo all’ing. Ciccarella». «Anzi – ha continuato – è stato proprio il Servizio Rete a decidere tutti gli aspetti tecnici del traffico telefonico e a monitorarlo giornalmente».

 

Quindi nessun comportamento «anomalo» – a differenza di quanto sostiene la Procura – può essere imputato all’ing. Catanzariti «poiché nulla di anomalo è mai emerso, poiché neanche il Servizio Rete ha mai sollevato dubbi sul traffico medesimo».

 

Nel corso del processo si è invece potuto chiarire che – ha concluso Giaquinto – «sia l’ing. Catanzariti, sia gli altri dirigenti di TIS, non hanno mai avuto dubbi sulla liceità del traffico telefonico, anzi sono stati più volte tranquillizzati sulla professionalità di Focarelli da parte di colui che lo aveva introdotto in TIS, e cioè Giuseppe Crudele».

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